CATANZARO Effetto “domino”. È la speranza alla quale si aggrappano tanti candidati al Parlamento alle prossime elezioni politiche. C’è una sfida nella sfida più complessiva, in questa tornata elettorale, una sfida nella sfida dovuta alla configurazione dell’attuale legge elettorale che premia i capilista, e i capilista dei partiti più grossi e più forti, praticamente già sicuri dell’elezione: la sfida nella sfida è quella dei candidati posizionati, nelle liste nei collegi plurinominali per Montecitorio e per Palazzo Madama, nelle postazioni inferiori alla prima.
Sono loro, le seconde, terze e a volte anche quarte schiere, probabilmente, il vero motore della campagna elettorale, perché mettono in campo una formidabile spinta a prendere più voti possibili per il proprio partito e quindi, di conseguenza, anche per loro, in modo da poter trarre benefici dallo “scorrimento” della lista oltre il numero 1 e da una serie di incroci e di incastri (c’è anche da considerare peraltro il riparto dei seggi a livello nazionale e il cosiddetto effetto “flipper”).
In Calabria sono in tanti a scommettere su questa dinamica che ovviamente dipende dall’esito complessivo delle elezioni. In un contesto come quello attuale che vede comunque il centrodestra “sbancare”, con le previsioni che a esempio danno Fratelli d’Italia e Forza Italia come i partiti maggiormente “indiziati” di recitare probabilmente la parte del leone, è chiaro che per tanti candidati si aprono scenari interessanti.
Per quanto riguarda i collegi plurinominali della Camera, ad esempio, buone chance gli addetti ai lavori assegnano sia al numero 2 di Fratelli d’Italia, Alfredo Antoniozzi, considerando che la capolista meloniana potrebbe essere eletta all’uninominale di Catanzaro, sia al numero 3 di FdI, Eugenia Roccella, considerando che Fratelli d’Italia potrebbe conquistare due seggi: e alla fine, per una serie di combinazioni comunque possibili, potrebbe entrare in Parlamento anche il numero 4 della lista di FdI, il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, se si verificano le condizioni di cui sopra a cui si dovrebbe aggiungere la decisione della Roccella di optare per il collegio di Foggia dove è candidata. Quanto a Forza Italia, alla Camera confida nell’effetto “domino” la parlamentare uscente Fulvia Caligiuri, numero 2 dopo il capolista Giuseppe Mangialavori, nel caso ovviamente per Forza Italia dovesse scattare il secondo seggio.
Nel campo del centrosinistra, il Pd potrebbe strappare in Calabria due postazioni a Montecitorio, e in questo caso potrebbe esserci la rielezione della deputata uscente Enza Bruno Bossio. Così come nel Movimento 5 Stelle “spera” Vittoria Baldino, numero 2 dietro l’ex procuratore della Dda di Reggio ed ex capo della Dna Federico Cafiero De Raho se De Raho opta per un’altra regione (e ovviamente, com’è però probabile, il M5S conquista un seggio alla Camera). Dell’effetto “domino” e dello “scorrimento” della lista potrebbe giovarsi poi anche il parlamentare uscente di Italia Viva Ernesto Magorno, che segue nella lista del proporzionale alla Camera per il terzo polo Maria Elena Boschi, candidata anche in altre regioni.
Quanto a Impegno Civico di Gigi Di Maio, l’incognita è la soglia del 3% che per Ic potrebbe essere proibitiva: a sperare comunque è la sottosegretaria uscente Dalila Nesci numero 2 alla Camera dietro Di Maio (la Nesci comunque si gioca le sue carte anche all’uninominale nel collegio Vibo-Piana gioiese).
Quanto al Senato, dove i posti sono molto più ridotti (solo 4 saranno eletti dai plurinominali in Calabria) l’effetto “domino” appare molto più limitato. Potrebbero, ad esempio, farci affidamento la senatrice uscente M5S Elisabetta Barbuto, numero 2 dietro l’ex pm antimafia di Palermo Roberto Scarpinato, candidato in altre regioni, e il senatore uscente della Lega Fausto De Angelis, numero 3 dietro il leader Matteo Salvini, candidato in altre regioni, e l’assessore regionale Tilde Minasi che potrebbe entrare comunque a Palazzo Madama con l’uninominale Calabria Sud. Ma in tutti e due i casi, e comunque, bisognerà in realtà vedere quanti seggi andranno ai singoli partiti. (c. a.)
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