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Arruzzolo: «Centrodestra granitico». Nesci: «Con Di Maio scelta di maturità». Tucci: «M5S nel segno della concretezza»

A “L’altra politica” confronto, a tratti anche molto serrato, fra i candidati alla Camera nel collegio uninominale Vibo Valentia-Piana di Gioia Tauro

Pubblicato il: 06/09/2022 – 9:53
Arruzzolo: «Centrodestra granitico». Nesci: «Con Di Maio scelta di maturità». Tucci: «M5S nel segno della concretezza»

LAMEZIA TERME Dai temi di carattere generale (ma con evidenti ricadute sul territorio) come l’emergenza energetica e il caro prezzi a quelli di più stretta attualità in Calabria come la sanità, il ruolo e lo sviluppo dell’area del porto di Gioia Tauro per arrivare alle questioni più prettamente politiche. Sono stati questi i leitmotiv che hanno accompagnato l’ultima puntata del talk “L’altra politica”, andata in onda ieri sera su “L’altro Corriere Tv” (canale 75 del digitale terrestre). Ospiti di Ugo Floro in studio sono stati tre candidati al collegio uninominale alla Camera Vibo Valentia-parte occidentale della provincia di ReggIo Calabria (in pratica, la Piana di Gioia Tauro): Giovanni Arruzzolo, di Forza Italia, candidato del centrodestra, Dalila Nesci, di Impegno CIvico, candidata del centrosinistra, e Riccardo Tucci, candidato del Movimento 5 Stelle.

Il tema dell’energia e del caro bollette

Il confronto parte anzitutto sul tema dell’emergenza energetica, diventata anche un’emergenza economica con l’aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità. Tucci sostiene: «Noto con piacere che finalmente tutti parlano di temi di interesse diretto dei cittadini. Ricordo che quando a marzo 2022 Conte chiedeva a gran voce il tetto al prezzo del gas e  un intervento concreto sul caro bollette veniva definito un disturbatore, oggi le stesse cose le chiedono tutti ma questa è chiaramente una mossa elettorale. noi abbiamo dimostrato la concretezza nel voler risolvere i problemi dei cittadini». Secondo la Nesci «per essere concreti bisogna stare nei ruoli di responsabilità, e dunque chi ha deciso di abbandonare le responsabilità di governo sfiduciando Draghi – come Conte, Berlusconi e Salvini – non sta ragionando sui problemi dei cittadini. Il tema del caro prezzi si risolve sui tavoli europei e per risolverlo c’è bisogno di una leadership forte qual era Draghi. Come Impegno Civico, con Di Maio e gli altri parlamentari abbiamo già studiato un decreto taglia bollette per far sì che lo Stato paghi l’80 per cento delle bollette, prevedendo la copertura economica dall’extragettito. È una misura tampone ma necessaria, il tema comunque va risolto sui tavoli nazionali ed europei». Per Arruzzolo «oggi la situazione è tragica, il Paese ha bisogno di un governo votato da popolo perché i governi tecnici non sempre hanno giovato all’Italia: è opportuno che ci sia un governo politico che si assuma le responsabilità, un governo politico forte perché solo così si può uscire dalle difficoltà».

Giovanni Arruzzolo

La genesi delle tre candidature e il tema della sanità

Ugo Floro si sofferma poi sui temi politici, chiedendo agli ospiti com’è nata la loro candidatura. Tucci osserva: «Non penso che ci sia un automatismo, credo che Conte e il coordinatore regionale Misiti abbiano fatto una analisi del lavoro svolto e tutti coloro che mi hanno seguito hanno potuto vedere risultati concreti. Sono molto orgoglioso di essere stato scelto ma questo mi carica di responsabilità perché il mio territorio, a  differenza di altri territori, parte non da zero ma da -10. La Nesci avversaria? È un po’ curioso, eravamo insieme fino a qualche mese fa ognuno fa le sue scelte, io non condivido le sue come lei non condivide le mie, ma va bene così». La Nesci spiega che «Impegno Civico è stata una scelta di maturità e di continuità per non tradire gli italiani e garantire loro il governo Draghi che stava aiutando il Paese, invece c’è chi ha fatto scelte diverse, ora è il territorio che deve scegliere. Con il governo Draghi e il centrosinistra stavamo costruendo un fronte largo e progressista ma qualcuno è scappato da questo campo largo: ora non possiamo rischiare di non avere una rappresentanza autorevole e affidabile, e l’affidabilità dipende dai fatti. Con il Cis Calabria “Svelare bellezza” e la mia delega al Sud abbiamo stanziato 230 milioni per 110 opere per tutto il territorio, questo dimostra che se mi si dà uno strumento utile si ottengono risultati utili per i calabresi». Arruzzolo ritiene che «il centrodestra sia unito e compatto, al di là dei sondaggi, non c’è nessun affievolimento dell’unità. Forza Italia poi è stato l’unico partito in Calabria che non ha avuto paracadutati, purtroppo prendiamo atto che molti partiti come M5S, Pd, Azione, Impegno Civico hanno paracadutato una serie di candidature che con il territorio non hanno nulla a che fare, i calabresi terranno conto di questo, ed è giusto che gli elettori si esprimano in modo chiara e limpida. L’azione del centrodestra è lineare, forte, e il presidente della Regione Occhiuto sta lavorando benissimo, il suo lavoro darà frutti con il tempo  e va supportato nonostante le critiche senza senso dell’opposizione».

Dalila Nesci

La replica di Tucci: «Nel M5S non si può parlare di paracadutati di personaggi politici perché abbiamo candidato personaggi che hanno fatto la storia nella lotta alla mafia come De Raho e Scarpinato: la sanità spesso è infiltrata dalla mafia  e questi personaggi conoscono meglio di chiunque altro questa situazione. De Raho e Scarpinato – afferma il candidato 5 Stelle – non sono paracadutati, semmai sono un paracadute per la Calabria con le loro capacità. Poi, se ci spostiamo sul piano nazionale, nel centrodestra ci sono tre leader che hanno su tanti temi tre posizioni diverse su ogni tema, dov’è la coerenza?». A sua volta la Nesci rileva che «nell’agenda del Parlamento ho portato il Dossier Calabria, per i calabresi ci sono 60 milioni all’anno fino al 2025 per la sanità e questa è un’azione concreta. Il commissario Occhiuto sta governando con gli strumenti messi a disposizione dal governo come lo sblocco del turn over: perché – si chiede la candidata del centrosinistra – parliamo di medici cubani quando dovremmo avviare concorsi a tempo indeterminato? Io sto definendo, insieme al Mef e al ministero della Salute, una proposta che definisce alcune zone come la Calabria zone disagiate per  dare agli operatori che scelgono di venire qui incentivi economici e inquadramenti di garanzia. Poi ci sono tante risorse dal Pnrr: Arruzzolo sa che la sua parte politica vuole rivedere il Pnrr e magari vuole rivedere il 40% delle risorse destinate al Sud? Per questo la Carfagna è andata via». Quindi, l’intervento di Arruzzolo: «De Raho ha lavorato benissimo in Calabria, oggi è in pensione e potrà dare solo un  supporto politico, la Calabria oggi ha magistrati che stanno lavorando bene nel contrasto alla criminalità. Alla Nesci ricordo che al governo c’era anche Forza Italia e la Carfagna apparteneva a Forza Italia e sul Cis Calabria c’è stata interlocuzione con la deputazione calabrese e con il governo regionale. Quanto alla coerenza, a Tucci dico che il M5S oggi ha fatto corto circuito, doveva fare delle cose che non ha fatto. Prendo atto – sostiene il candidato del centrodestra – che nel 2019 la sottosegretaria Nesci criticava il Pd e viceversa e ora sono alleati. Il centrodestra invece è granitico, ci sono tre leader ma siamo uniti, non c’è l’uomo solo al comando ma una normale dialettica politica. Quanto al tema dei medici da Cuba, abbiamo due soluzioni: o far morire la gente negli ospedali o cercare di tamponare l’emergenza. Intanto non sono 500 assunzioni ma 30 che tamponano le criticità negli ospedali. La ma medicina cubana poi è un’eccellenza, e altre regioni stanno cercando di fare quello che ha fatto Occhiuto: ripeto, è una misura tampone, intanto si stanno bandendo e anche svolgendo i concorsi». Il “Corriere della Calabria” con Floro lancia poi il tema della battaglia per abolire il numero chiuso a Medicina, con Tucci che ricorda come «tra i nostri punti c’è anche questo, da noi c’è una grossa apertura».

Riccardo Tucci

Il futuro dell’area di Gioia Tauro

Focus infine sulle potenzialità  sul futuro del porto di Gioia Tauro e dell’area portuale. Tucci ricorda che «storicamente il M5S ha fatto una battaglia per la ecosostenibilità e le rinnovabili, io personalmente sono contrario al rigassificatore perché ci sono altri strumenti per superare la dipendenza dal gas. Come M5S abbiamo messo in campo il Superbonus che prevede anche la possibilità di staccarsi dal gas utilizzando le rinnovabili: fino a quando non ci ha messo mano il governo Draghi, il Superbonus funzionava e anche bene, poi è stato smontato per un mero attacco politico al M5S». Per la Nesci «chi oggi parla di rigassificatore a Gioia Tauro fa solo propaganda, perché non sarà un’azione che darà risposte alla crisi di adesso. Come governo Draghi abbiamo puntato sul rigassificatore di Piombino perché è necessario oggi per la diversificazione dell’approvvigionamento e abbiamo molto sburocratizzato nel campo delle rinnovabili, anche se il  tema dell’energia va trattato nel contesto europeo. Quanto al Superbonus, nessun complotto per cui qualcuno l’ha voluto smontare, purtroppo ci sono state speculazioni e questo ha fatto irrigidire il sistema bancario e finanziario e volevano sistemarlo con contromisure che rasserenassero questi sistemi». Arruzzolo invece rimarca che «il rigassificatore di Gioia Tauro è importante dopo tanti anni di no a prescindere a soluzioni che poteva essere utili. Nel momento in cui si è insediato, prima ancora del conflitto in Ucraina, il presidente Occhiuto come prima cosa ha ripreso il progetto, vediamo che c’è il sì del sindaco di Torino e di tante forze politiche prima contrarie. Se non affrontiamo questi temi i problemi non si risolvono. Se vogliamo che Gioia Tauro non si fermi al porto bisogna guardare al retroporto e all’intermodalità e Occhiuto sta lavorando bene su questo. E con la piastra del freddo tante aziende internazionali potrebbero investire nell’area. Bisogna misurarsi su questi temi concreti, è inutile dire no a prescindere e fare le solite lamentele».  (redazione@corrierecal.it)

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