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Operazione Metropoli

Star dell’Isola dei Famosi prestanome del figlio del boss

Tra i tredici arrestati dell’operazione antindrangheta nel Milanese c’è Franco Terlizzi. L’ex pugile avrebbe aiutato Davide Flachi

Pubblicato il: 06/09/2022 – 9:54
Star dell’Isola dei Famosi prestanome del figlio del boss

MILANO Nell’operzione “Metropoli – Hidden Economy” contro il traffico di droga gestito dalla ‘ndrangheta nel Milanese è finito anche una star dell’Isola dei Famosi. Si tratta di Franco Terlizzi che è tra i 13 destinatari del provvedimento di fermo in corso di esecuzione da stamane nell’ambito di una indagine coordinata dalla dda milanese e condotta dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Gdf di Milano e Pavia, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma.
L’uomo, ex pugile e pr dell’Hollywood, è passato alla ribalta delle cronache nazionali appunto per aver partecipato negli scorsi anni all’Isola dei Famosi. Terlizzi, secondo gli accertamenti, sarebbe uno dei prestanome di Davide Flachi, il figlio di Pepé, il boss della Comasina morto a gennaio.

Pm: «Terlizzi truffava assicurazioni»

È stato fermato con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata ad una serie di truffe assicurative su finti incidenti di auto e anche di trasferimento fraudolento di valori, Franco Terlizzi. In particolare, come si legge negli atti, avrebbe procacciato i “clienti” per la maggior parte delle frodi assicurative messe a segno da un gruppo capeggiato da Davide Flachi, figlio del boss della ‘ndrangheta della Comasina, titolare di fatto della Carrozzeria Nuova Milano srl, sequestrata nel blitz di oggi, con sede a Milano e attività a Cormano, nel Milanese. E intestata fittiziamente, secondo l’accusa, a Terlizzi.
Secondo il provvedimento di fermo (che dovrà essere convalidato da un gip), firmato dai pm di Milano Gianluca Prisco, Francesco De Tommasi e dal pm di Pavia Andrea Zanoncelli ed eseguito dalla Gdf di Milano e Pavia, l’ex pugile si sarebbe occupato “della stipula degli atti giuridici della società” di cui avrebbe fatto da ‘prestanome’ e avrebbe preso parte con Flachi (anche accusato di associazione mafiosa) ed altri “alle discussioni su tematiche relative alla gestione della carrozzeria e del personale”. Carrozzeria che sarebbe stata intestata a Terlizzi perché Flachi temeva, secondo gli inquirenti, che gli sarebbe stata sequestrata come misura di prevenzione dai magistrati. E Terlizzi, si legge sempre nel decreto di fermo, si sarebbe speso pure per «agevolare le denunce dei clienti presso la stazione dei Carabinieri di Affori» sui finti incidenti. E per questo avrebbe avuto rapporti con Cosimo Caputo, ex appartenente all’Arma dei Carabinieri e tra i 13 fermati nell’inchiesta. Terlizzi, infine, si sarebbe messo d’accordo coi periti «conniventi pronti ad agevolare le truffe sulle assicurazioni».

Il suo legale: «Ha pianto e nega le accuse»

“Un uomo sconvolto e preoccupato ma molto fiducioso. Ha pianto, per lui è stata una doccia fredda, ma confida negli avvocati e nella giustizia, è convinto di poter spiegare tutto”. Così l’avvocato Antonino Crea, difensore di Franco Terlizzi, commenta all’Adnkronos le fasi del fermo nei confronti dell’ex pugile ed ex ‘naufrago’ dell’Isola dei famosi coinvolto nell’inchiesta della Dda di Milano che ha portato al provvedimento nei confronti di 13 persone accusate di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto illegali di armi. Il 60enne uomo di spettacolo ed ex pr di un famoso locale milanese ora detenuto nel carcere di Monza “Nega categoricamente tutto, non nega il rapporto umano e personale con Davide Flachi, ma quando ha aperto l’attività commerciale a Cormano, ossia la carrozzeria ora sotto sequestro, ha coinvolto Davide solo per rapporti commerciali. Nessuna traccia di droga è stata trovata nei locali di Cormano passati al setaccio oggi dagli uomini della Guardia di finanza e quanto alle truffe ai danni delle assicurazioni di cui è accusato dice di non saperne nulla: erano clienti, pagavano e amici come prima”, sottolinea il legale che sarà affiancato dal collega di studio Marcello Pelillo. “Ci metteremo al disposizione e parleremo” annuncia l’avvocato Crea che difende anche un altro dei fermati Santo Crea (nessuna parentela), cugino di Flachi – figlio di Pepé, boss defunto della Comasina – per il quale la linea difensiva davanti ai magistrati si preannuncia diversa: “Ci avvarremo”.

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