CROTONE «Nessuno parla di ‘ndrangheta e corruzione, forse perché fa perdere voti». Lo ripete come un “mantra” l’ex procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, oggi capolista al plurinominale alla Camera in Calabria per il Movimento 5 stelle. E lo ha fatto ancora una volta a Crotone dove, nella sala consiliare del Comune, questa sera, si è tenuta la convention elettorale “Dalla parte della legalità: contro corruzione, criminalità e narcomafie”. Assieme all’ex procuratore hanno preso parte i candidati Elisabetta Barbuto, Vittoria Baldino, Maria Saladino e Maria Sicoli, mentre l’attivista Noemi Bossio ha moderato gli interventi.
Lotta alla criminalità, superamento del precariato, tutela del diritto di libertà, Reddito di cittadinanza, sostegno agli «ultimi», contrasto alle ecomafie e alle agromafie, libertà di scelta sessuale e vicinanza alle forze dell’ordine anche dal punto di vista contrattuale. Sono questi i punti del programma snocciolato da De Raho davanti agli attivisti di Crotone che, almeno in questa occasione, sono sembrati essere meno “massicci e aggueriti” rispetto al 2018, quando a queste latitudini il M5s superò, sia alla Camera, che al Senato, il tetto del 50% dei consensi.
«Sono stato in Calabria 5 anni alla Procura di Reggio – ha ricordato De Raho – e ho stretto molti rapporti, soprattutto con le Forze dell’ordine con cui si è fatto squadra, avendo l’obiettivo comune di difendere i più deboli dall’arroganza, dal condizionamento e dalla prepotenza della ‘ndrangheta. Eravamo consapevoli del fatto che la ‘ndrangheta rappresenta una zavorra che impedisce all’individuo di essere sé stesso, di esprimere la propria dignità». Durante la sua esperienza in Calabria, l’ex procuratore ha riferito di aver toccato con mano che questa non è per nulla la parte preminente e rappresentativa della regione. «È stata un’esperienza meravigliosa – ha detto De Raho – a contattato con la gente migliore di questa terra, con cui ho condiviso situazioni e che sto ritrovando in questi giorni di campagna elettorale com’è successo a Polistena e Gioia Tauro». «Sono qui per rassicurarvi – ha sostenuto l’ex magistrato – che non prendo il voto e scappo, ma sono al fianco dei calabresi come ho fatto per ben 5 anni».
«In giro per l’Italia – ha detto ancora De Raho – i calabresi sono i migliori, eppure qui si segnalano i peggiori. Dico che siete i migliori – ha quindi esplicitato meglio l’ex procuratore nazionale antimafia – perché ogni mattina, vi alzate e dovete scalare una montagna, rappresentata dalla ‘ndrangheta che ostacola ogni vostra attività. Ecco perché i calabresi sani sono i più capaci!». Il procuratore ha quindi detto di aver accettato la candidatura nel M5s perché «ha fatto propria l’esigenza di procedere al contrasto della corruzione e della criminalità organizzata come priorità». Componenti, queste, che insieme concorrono al «mancato godimento da parte del cittadino dei diritti fondamentali e costituzionalmente garantiti».
Anche il precariato, concorre secondo De Raho, a non rendere liberi i giovani, anzi li rende «vittime del sistema clientelare» che li porta a «emigrare in cerca di un luogo in cui siano garantiti da un sistema più meritocratico».
Un significativo passaggio di De Raho lo si è registrato anche su quello che viene definito il primo in Calabria da un po’ di tempo a questa parte: l’astensionismo. «Non abbiamo insegnato a questi cittadini – ha detto De Raho – ciò che è veramente importante: il loro patrimonio è fatto di diritti, non di ricchezze. Si è felici, non se si hanno denari, ma se si hanno ideali e si è solidali con gli ultimi, con i deboli e con chi soffre».
Da qui la chiosa dell’ex magistrato a chi mette sul piatto della campagna elettorale il Reddito di cittadinaza. «Mi fa specie – ha stigmatizzato De Raho – chi reputa pubblicamente il Reddito di cittadinanza come una misura inadeguata, irrilevante e ingiustificata. Ma io voglio ricordare a questi detrattori che, prima del reddito, c’erano la Chiesa e lo organizzazioni di solidarietà a pensare agli ultimi. Con questo provvedimento – specifica De Raho – si è dato respiro ai poveri che, in Italia, sono 5,6 milioni, mentre altri 4,2 milioni sono invece i quasi poveri: molti di loro neanche sanno di poter accedere a questo sostegno. Certo – ha precisato l’ex procuratore nazionale antimafia –, il Reddito va sicuramente convertito in occupazione».
Anche su «ecomafie e agromafie», De Raho ha assicurato che «l’impegno e l’attenzione del M5s sono massimi». «Il progresso – ha ricordato l’ex magistrato – non lascia mai indietro nessuno». «Così come va riqualificato e sostenuto – ha sottolineato De Raho – lo sforzo e il sacrificio quotidiano delle Forze dell’ordine che vanno sostenute, sia per numero in organico, che per trattamento salariale».
Quindi l’ultimo passaggio del discorso elettorale sul «diritto ad amare». «Il Movimento – ha tenuto a precisare De Raho – ha i riflettori accesi su tutte le esigenze primarie della nostra società, ma, quella cui tengo di più, riguarda la nostra Costituzione che è una carta fondamentale per la nostra democrazia. Anche chi dice che la libertà è un diritto fondamentale – è entrato nel merito De Raho – poi quando gli si pone la domanda, “Ma perché non accetti che qualcuno faccia una scelta di sesso diversa?”, questo risponde, “in fondo è la mia libertà”. Ebbene – ha incalzato l’ex procuratore –, qui parliamo di diritti e, così, si nega l’uguaglianza dei diritti e quindi la libertà. La nostra Costituzione – ha concluso De Raho – riconosce l’uglianza dei diritti senza distinzione di razza, sesso, religione e di tutto ciò che potrebbe differenziare le persone».
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