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Crisi energetica, Sgrò: «Provvedimenti entro tre mesi o saremo costretti a chiudere»

E alle famiglie «non resta che risparmiare». Su L’altro Corriere Tv l’Intervista all’imprenditore che ha pagato una bolletta da 31 mila euro

Pubblicato il: 08/09/2022 – 18:57
Crisi energetica, Sgrò: «Provvedimenti entro tre mesi o saremo costretti a chiudere»

LAMEZIA TERME Giovanni Sgrò è balzato agli onori dei social – e delle cronache – per aver pubblicato quella bolletta relativa al mese di luglio di oltre 30mila euro. Ospite dell’ultima puntata dell’approfondimento de L’altro Corriere Tv, “In primo piano”, condotto da Tiziana Bagnato, l’imprenditore ha manifestato tutte le sue preoccupazioni per un futuro nebuloso. Quel suo sfogo sui social ha innescato la protesa a causa delle ricadute della crisi energetiche su imprese e famiglie.

«Ho denunciato il problema dopo essermi ritrovato tra le mani una bolletta di oltre 31mila euro – racconta Sgrò – ovvero somme impossibili da pagare. Già a novembre scorso avevamo lanciato l’allarme con una manifestazione organizzata dai sindaci del territorio a Montepaone. Allora denunciavamo l’assenza sul tema della politica che conta ed i rischi che sarebbero sopraggiunti per i comuni, scuole, ospedali, famiglie, gravate dai costi dell’energia».  
Il sistema energetico, secondo l’imprenditore agroalimentare, oggi «ha numeri non compatibili con l’economia delle famiglie e delle aziende. Non possiamo permetterci il lusso di pagare bollette da 31mila euro e le proiezioni per il futuro sono tragiche. Negli anni passati affrontavamo costi energetici per 100mila euro, adesso se ne prevedono 300mila e questo incide sull’equilibrio dell’azienda. Già ad ottobre, però, avevamo avvertito delle avvisaglie».

«Le famiglie spenderanno 1500 euro in più dell’anno precedente»

«Il costo dell’energia – sottolinea Giovanni Sgrò – mediamente non può superare il 3-4% dei costi aziendali; siamo già arrivati al 10% e questa percentuale non può ricadere sul consumatore finale. Le famiglie dovranno fronteggiare un surplus di 500 euro per le bollette di casa ed in più si troveranno a dover affrontare i rincari di tutti i prezzi dei prodotti e dei servizi che andranno ad acquistare, dall’olio, alla pasta, al pane. Per non parlare della bolletta del gas, anche questa triplicata. Ogni famiglia si calcola che spenderà 1500 euro in più rispetto all’anno precedente a causa della crisi energetica. E se non ci sarà subito un’inversione di rotta il rischio è che quella cifra possa lievitare anche del doppio»

«Sburocratizzazione e credito d’imposta per agevolare la transizione ecologica»

L’imprenditore propone otto punti per agevolare la transizione economica, a partire dalla sburocratizzazione e l’incentivazione degli impianti energetici rinnovabili per l’autoproduzione di energia da parte delle imprese. Propone di accelerare le procedure del Pnrr per la realizzazione degli impianti fotovoltaici negli edifici pubblici; la realizzazione di impianti di energie rinnovabili per le comunità locali da immettere in rete con società a partecipazione pubblica; l’aumento del credito di imposta alle imprese di alcuni settori economici per gli incrementi dei costi energetici; l’incentivi straordinari per il rinnovo delle attrezzature d’impresa e degli elettrodomestici delle famiglie. Ed ancora le garanzie statali per l’agevolazione sui prestiti bancari alle imprese che realizzano investimenti di efficientamento energetico; la riduzione a cinque anni del recupero delle somme per gli impianti fotovoltaici da parte delle famiglie con un bonus del 65% ed infine, ma non per ultimo, l’applicazione del tetto al prezzo del gas anche in Italia come avviene già in Spagna e Portogallo.
«Sembra ci siano forze e conflitti di interessi contrastanti all’inserimento di un tetto ai costi energetici in tutta Europa come accaduto nella penisola iberica – prosegue Sgrò – e mi chiedo perché non si agisca subito. Questa crisi supera abbondantemente quella degli anni Settanta, causata dal costo del petrolio».

«L’unica via è il risparmio»

Ragion per cui «l’unica strada da intraprendere è il taglio ai consumi energetici da parte delle famiglie, utilizzando meno utensili ed elettrodomestici, tirando via la spina ed attuando tutti quei piccoli accorgimenti che consentono di risparmiare. Creare, quindi, quelle situazioni di risparmio che “affamano il nemico”. Se non riusciamo a ridurre i consumi, le multinazionali che vendono a caro prezzo l’energia ne approfitteranno. Putin ha tutti gli interessi di vendere ad un prezzo più alto il gas in Europa che non in India o in Cina. La Russia teme una nostra veloce transizione ecologica ed è questo che deve fare la politica: dimostrare a Putin che siamo in grado di autosostenerci energeticamente».

«Provvedimenti entro tre mesi o saremo costretti a chiudere»

Ecco perché tra quelle otto proposte, «ho puntato prevalentemente sulla sburocratizzazione e l’incentivazione ulteriore del credito di imposta che per noi imprenditori è necessario. In questo periodo ci ritroviamo a pagare bollette altissime, tasse e costi dei dipendenti che si accumulano ai debiti. Oggi il credito di imposta ammonta al 15%. stiamo battendo perché sia elevato al 30% ed il decreto dovrebbe essere emanato a breve. Ma questo non basta in quanto bisognerebbe raggiungere il 50% del credito d’imposta, ovvero il 50% della bolletta da scontare sulle tasse. Se entro tre mesi non giungeranno provvedimenti, faremo prima a chiudere, un’evenienza alla quale non avevo mai pensato prima d’ora».

«Se aumentiamo i prezzi rischiamo di chiudere ugualmente»

«Ho 35 dipendenti con tre punti vendita – spiega l’imprenditore – e sono felice di pagare stipendi e tasse, ma un evento del genere non era preventivabile nemmeno dal migliore dei manager. Davanti a queste cifre, qualsiasi imprenditore si arrende. Non possiamo aumentare i prezzi al pubblico: la concorrenza è talmente alta che se aumentiamo i prezzi rischiamo di chiudere a causa della perdita della clientela».

«Dovremo imparare a risparmiare sui consumi finché l’Ue non assumerà decisioni radicali»

I provvedimenti, ne è convinto Giovanni Sgrò, «devono essere urgenti perché a breve arriverà la bolletta di agosto e si preannuncia ancora più salata».
«Il tema del caro energia è stato sottovalutato dalla politica locale, più attenta all’immediato e non al futuro – sottolinea ancora –. A livello nazionale, invece, un po’ tutti ne stanno parlando, ma nei fatti non si intravedono interventi. Il sistema Paese sta affrontando un terremoto di cui non sembra accorgersi, i problemi sembrano ancora lontani ma li avvertiremo a novembre, quando inizieremo ad accendere i riscaldamenti. Assisteremo a cambi epocali – conclude Sgrò –  nelle abitudini e nei modi di pensare. Per questi motivi è auspicabile un’accelerazione nella transizione ecologica e per un anno dovremo camminare col freno a mano tirato, rallentare e consumare meno, finché la politica non assumerà decisioni importanti a livello europeo». (redazione@corrierecal.it)

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