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La Boschi a Catanzaro: «Dare voce alla Calabria e fare le opere previste dal governo Renzi ma dimenticate dagli altri» – VIDEO

Seconda tappa della leader del terzo polo nel suo tour elettorale nella regione. «Il tema centrale è quello delle infrastrutture. Attuare la Zes»

Pubblicato il: 08/09/2022 – 21:00
La Boschi a Catanzaro: «Dare voce alla Calabria e fare le opere previste dal governo Renzi ma dimenticate dagli altri» – VIDEO

CATANZARO «Siamo qui per far sentire la voce della Calabria e le esigenze di questa comunità a Roma. È una terra che ho imparato a conoscere in questi 10 anni di impegno politico, soprattutto al governo, nelle sue potenzialità, nelle sue opportunità ma anche in alcune fragilità. Per questo parlo di bisogno di dare una mano mettendo a disposizione quello che so fare: il lavoro in Parlamento, mettendoci sempre la faccia e la competenza acquisita in questi anni, per dare forza e più voce a questa terra». Così Maria Elena Boschi, leader del terzo polo formato da Azione di Calenda e Italia Viva di Renzi, a Catanzaro, nella seconda tappa della sua prima giornata in Calabria dopo quella di Crotone. Ad accompagnare la Boschi, che alle Politiche è candidata quale capolista alla Camera in Calabria con il terzo polo, tra gli altri, i vertici regionali e territoriali di Iv Ernesto Magorno e Francesco Mauro, e di Azione Fabio Scionti e Raffaele Serò: in platea anche la new entry calendiana Valerio Donato, già candidato sindaco di Catanzaro.

La Boschi nel suo intervento a Catanzaro

Al centro dell’attenzione della Boschi il “nodo” storico della Calabria, quello delle infrastrutture, che la leader del terzo polo ha affrontato rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla Statale 106: «La statale 106 – ha spiegato la Boschi – ha avuto importanti finanziamenti con il governo Renzi a suo tempo. Il tema delle infrastrutture è centrale anche in Calabria, non solo la rete stradale ma anche quella ferroviaria. C’è tutto il tema tra Jonica e Tirrenica, c’è il tema dell’alta velocità e non a caso anche nel nostro programma abbiamo messo “nero su bianco” l’alta velocità, che porta ricchezza.  C’è il tema della portualità perché pensiamo che la Calabria dev’essere l’hub dell’energia, soprattutto delle rinnovabili, per il Mezzogiorno. C’è il tema di creare una rete dei porti più efficiente»
«Mi dispiace molto per le tante risorse che i governi Renzi e Gentiloni hanno stanziato al Sud – ha proseguito la Boschi – per le infrastrutture ma i business plan firmati con le Regioni sono rimaste lettera morta. Perché i governi che sono venuti dopo hanno poi tenuto nel cassetto i vari progetti. Cominciamo a dare attuazione a quei progetti, cominciamo a dare attuazione alle Zes che abbiamo fatto anni fa e poi occorre puntare alle eccellenze come le meravigliose coste della Calabria. Abbiamo visto – ha detto a questo proposito la Boschi – le spiagge straordinarie e il mare bellissimo che c’è in Calabria: lo sviluppo del turismo aiuterebbe questa terra e non farebbe partire tante ragazze e tanti ragazzi».
Quanto alle previsioni elettorali del terzo polo, la Boschi ha professato ottimismo: «Non mettiamo limiti alla corsa che il terzo polo – Italia sul Serio – sta facendo e che per fortuna ci vede continuamente in crescita in Calabria e non solo. I sondaggi, per quanto da prendere con le pinze, sono positivi: siamo a 15 giorni dal voto per cui cominciano ad essere indicativi».
«Poi – ha aggiunto la leader terzopolista – si vede dalla partecipazione della gente e dal suo interesse. Ci sono apertura, curiosità, interesse».
«Dobbiamo farci conoscere ancora di più – ha rimarcato – è questa la sfida di Italia Viva e Azione, farci conoscere ancora di più e farlo in mezzo alla gente,  ma credo che parlare con parole semplici ma anche di verità aiuti in campagna elettorale nel momento in cui c’è bisogno di serietà».
«C’è un Partito democratico – ha ironizzato – che ancora sostiene la proposta di far aprire mille nuovi bar in mille luoghi diversi. Per carità, massimo rispetto per i progetti, come abbiamo fatto noi con Resto al Sud. Però oggi, con le aziende che rischiano la chiusura perché non riescono a pagare le bollette, possiamo permetterci – ha concluso la Boschi – di mettere i soldi per l’apertura di nuovi bar o quei soldi li dovremmo dare a chi il bar rischia di chiuderlo e non pagare i dipendenti e non sostenere la propria famiglia? Quanto dovrebbe costare altrimenti un caffè, dieci euro?». (c. a.)

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