REGGIO CALABRIA Girolamo Paladino, detto “Gigi”, consigliere del Comune di Scilla, sottoposto ai domiciliari nell’ambito dell’operazione “Nuova linea” dei carabinieri e della Dda di Reggio Calabria, avrebbe ottenuto sostegno in occasione delle ultime elezioni comunali, per sé e per altri candidati da lui indicati, dal capo della cosca Nasone-Gaietti, Giuseppe Fulco. È quanto emerge dagli atti dell’operazione “Nuova Linea”. In cambio, secondo gli inquirenti, Girolamo Paladino si sarebbe adoperato come referente del clan nel Comune al fine di risolvere problemi burocratici, fornire indicazioni circa gli appalti banditi dall’ente e sulle ditte aggiudicatarie, in modo da consentire alla cosca di sottoporre queste ultime a richieste estorsive. Il consigliere sarebbe anche intervenuto a favore dei familiari dei detenuti affiliati al clan. Nell’ordinanza del Gip viene riportata una informativa, datata 17 marzo 2022, dei carabinieri, nella quale si specifica che «nel corso dell’indagine viene ricostruito come il locale di ‘ndrangheta di Scilla, all’epoca delle ultime elezioni amministrative in fermento tra l’anima che faceva capo a “quelli della piazza” e quindi Francesco Nasone da un lato e Giuseppe Fulco ed Antonino Nasone dall’altra. La ‘ndrangheta scillese ha dunque appoggiato elettoralmente due distinti candidati di riferimento, entrambi eletti a sostegno di Pasqualino Ciccone sindaco. Si registra che infatti è stato motivo di acceso ed animato dibattito in seno al locale di Scilla il fatto che “quelli della Piazza” abbiano appoggiato il candidato Giuseppe Vita mentre Giuseppe Fulco ed Antonino Nasone hanno appoggiato Girolamo “Gigi” Paladino. I voti – prosegue l’informativa dei carabinieri riportata nell’ordinanza – sono comunque tutti canalizzati verso Pasqualino Ciccone il quale una volta eletto, evidentemente conscio dei rischi che corre nel relazionarsi con la ‘ndrangheta taglia i ponti e non rispetta l’accordo stipulato prima della tornata elettorale proprio con Giuseppe Fulco. Il sindaco Pasqualino Ciccone si limita ad interloquire con la ‘ndrangheta attraverso Giuseppe Maria Fontana ed il fratello Gaetano Ciccone. Quest’ultimo in quanto esercita la professione di avvocato – conclude l’informativa – ha maggiore possibilità di interloquire con esponenti della malavita scillese senza dare nell’occhio». (redazione@corrierecal.it)
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