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Salvini: «I calabresi sapranno scegliere tra la Lega e il Pd che vuole la patrimoniale e spalanca i porti»

Intervista al leader della Lega, capolista al Senato in Calabria. «Priorità alle infrastrutture, a partire dal Ponte sullo Stretto. L’autonomia è un valore da Sud a Nord. Sulla lotta alla ‘ndranghe…

Pubblicato il: 10/09/2022 – 16:16
di Roberto De Santo
Salvini: «I calabresi sapranno scegliere tra la Lega e il Pd che vuole la patrimoniale e spalanca i porti»

LAMEZIA TERME «I calabresi sapranno scegliere tra la Lega e il Pd che vuole la patrimoniale e spalanca i porti». Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini, che in un’intervista in esclusiva al Corriere della Calabria affronta tutti i temi di maggiore attualità della campagna elettorale nel Paese e nella nostra regione. Salvini, che anche in queste elezioni politiche come nel 2018 è capolista al Senato per il suo partito in Calabria, si sofferma in particolare sui temi delle infrastrutture, con un forte rilancio del progetto del Ponte sullo Stretto («è un’occasione da cogliere», sottolinea), dell’autonomia e della lotta alla ‘ndrangheta. Rispetto al contrasto alla criminalità organizzata Salvini è lapidario: «Nessuno deve permettersi di dubitare della Lega».

Senatore Salvini, Lei è un fautore del federalismo fiscale e dell’autonomia differenziata. Sono tra i punti principali del vostro programma di governo. Sono in molti ad avanzare più di un dubbio sui benefici per regioni in ritardo di sviluppo come la Calabria. Come replica?
«La Calabria ha accumulato parecchi ritardi che i cittadini non meritano, penso alle infrastrutture o alla sanità, ma il federalismo fiscale e l’autonomia differenziata non ci sono in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna o Puglia. Significa che la colpa è di una cattiva gestione dello Stato centrale. Dare più libertà e risorse a sindaci e Regioni significa responsabilizzarli e favorire una amministrazione migliore. La Calabria ha risorse straordinarie da sfruttare. Così come tutto il Sud».

Le imputano che stia provando a recuperare alcuni “cavalli di battaglia” a favore del Nord per mantenere il vantaggio in quell’area del Paese rispetto all’avanzata di Fratelli d’Italia. Eppure lei ha puntato nel recente passato a trasformare la Lega in un partito nazionale. Scommettendo anche sulla Calabria. Come conciliare le due esigenze?
«L’autonomia è un valore da Sud a Nord: cito l’esempio della Sicilia, dove la Lega è la più determinata sostenitrice della specificità e dell’autonomia di quella Regione. La Lega ha fatto una scelta nazionale e crediamo che i nostri temi (interventi contro il caro bollette, flat tax, quota 41 per cancellare la legge Fornero, pace fiscale, stop immigrazione clandestina) siano utili per tutto il Paese. I calabresi sapranno scegliere tra la Lega e il Pd che vuole la patrimoniale e spalanca i porti. Aggiungo che la Lega sostiene con forza il progetto del Ponte sullo Stretto: sarebbe una straordinaria dimostrazione di capacità e coraggio del Sud e di tutta Italia agli occhi del mondo. Ci credo fermamente». 

I sondaggi parlano che anche in Calabria il partito della Meloni dovrebbe superare la Lega di gran lunga. Teme che questa ipotesi il 25 settembre si traduca in realtà nelle urne?
«I sondaggi che mi premono sono quelli che tocco con mano nelle piazze, comprese quelle calabresi: la Lega suscita interesse e affetto, non deluderemo». 

Ritornando al programma di governo della Lega, sono in tanti a segnalare che manchi un riferimento chiaro alla lotta alla criminalità. In Calabria lo strapotere dei clan condiziona anche lo sviluppo economico futuro. Qual è la posizione del suo partito in merito?
«Non so chi siano questi “tanti”: ho fatto il ministro dell’Interno e la criminalità l’ho combattuta senza se e senza ma. Con i decreti sicurezza ho dato impulso all’agenzia per i beni confiscati e sequestrati alla criminalità, consapevole che i boss vanno colpiti anche nel capitale, abbiamo assunto migliaia di donne e uomini delle forze dell’ordine, rafforzato la videosorveglianza nelle città, offerto fondi specifici ai sindaci. In Calabria, prima volta nella storia, ho voluto fare il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica a San Luca. Una scelta simbolica e di sostanza. Ho demolito personalmente alcune ville dei clan con la ruspa. E sull’immigrazione clandestina siamo intervenuti con forza, per rompere il giocattolo degli scafisti e quindi della criminalità. Nessuno deve permettersi di dubitare della Lega. Abbiamo sempre supportato l’azione della magistratura non dimenticando mai, però, il sacrosanto principio della presunzione di innocenza che vale per tutti». 

I timori che ‘ndrangheta e mafia possano impadronirsi di risorse importanti sono stati lanciati da personalità di spicco come il procuratore Gratteri. Soprattutto se interessano finanziamenti di un certo rilievo. Lei è un convinto assertore dell’utilità della realizzazione del Ponte sullo Stretto. Non crede che possa divenire un obiettivo dei clan? 
«Uno Stato moderno ed efficiente dev’essere capace, come abbiamo fatto per la ricostruzione del ponte Morandi di Genova, di realizzare opere tenendo distante la criminalità, che va combattuta sempre. Non accetto che, per paura di favorire i boss, si decida di tenere fermo il Paese. Con questa logica ci condanneremmo all’arretratezza e alla povertà. La Calabria ha bisogno di infrastrutture più di tutto il resto del paese e sta alle istituzioni, ad ogni livello, attivare ogni azione di controllo per impedire infiltrazioni di ogni genere».

Sempre a proposito del Ponte, sembrerebbe un’opera più utile alla Sicilia che alla Calabria. Secondo lei quali vantaggi ne trarrebbe l’economia calabrese?
«Un collegamento del genere avvicinerebbe la Sicilia e la Calabria non solo al resto d’Italia ma d’Europa, ci sarebbero migliaia di posti di lavoro in più e molte nuove opportunità. È un’occasione da cogliere, al di là di altre opere fondamentali come la sistemazione della Statale 106. Dal Ponte passa il nuovo corridoio europeo che riguarda direttamente anche la Calabria». 

La Calabria resta una regione fragile, ma con enormi potenzialità. È come un’opera incompiuta su cui nessuno però sembra metterci mano realmente per completarne il rilancio. Voi siete già stati al Governo, quali le iniziative che ora intendete mettere in campo per creare lavoro vero e ricchezza nella regione?
«Valorizzazione dei porti a partire da quello di Gioia Tauro, sistemazione delle infrastrutture a partire dalle strade e dalle ferrovie, ho già parlato del Ponte, aggiungo la necessità di un sistema di smaltimento dei rifiuti efficiente. Il buongoverno della Lega in Calabria ha già prodotto benefici per la gestione degli acquedotti. Va favorito il turismo che è una grande occasione di crescita per la regione». (r.desanto@corrierecal.it)

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