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‘Ndrangheta a Bagnara, il controllo della politica: la “sommossa” del 2020 e le pressioni sul sindaco Frosina

Episodi ricostruiti dagli inquirenti finiti nelle carte firmate dal gip. Le dimissioni di Zoccali e le minacce al comandante

Pubblicato il: 12/09/2022 – 7:08
di Giorgio Curcio
‘Ndrangheta a Bagnara, il controllo della politica: la “sommossa” del 2020 e le pressioni sul sindaco Frosina

REGGIO CALABRIA L’inchiesta “Nuova linea” coordinata dalla Dda di Reggio Calabria ha permesso di ricostruire quelli che gli inquirenti definiscono un vero e proprio tentativo di condizionare l’attività politico-amministrativa del Comune di Bagnara Calabra, sulla scia degli elementi già emersi nel corso di un altro procedimento, “Family gang”.

Influenzare le scelte politiche

Quell’inchiesta, infatti, aveva cristallizzato una serie di eventi: i quattro colpi di pistola esplosi da Fortunato Praticò, finito in carcere, contro l’abitazione del comandante della Polizia Municipale di Bagnara, Rosario Bambara, oppure l’intenzione di bruciare l’automobile del maresciallo Lombardo, comandante della locale Stazione dei Carabinieri. Ma non solo, anche l’intenzione di ingaggiare uno scontro a fuoco con i Carabinieri e i cinque colpi di fucile esplosi, la sera del 7 novembre 2017, davanti al Municipio di Bagnara Calabra. La nuova inchiesta ha però permesso di ricostruire almeno altri due episodi: il fucile fatto recapitare da Rosario De Giovanni, anche lui finito in carcere, a Fortunato Praticò da utilizzare contro il comandante della Polizia Municipale (è il 7 dicembre 2017) e le successive minacce risalenti al giugno del 2018. Per gli inquirenti non ci sono dubbi: le intenzioni d Praticò e De Giovanni erano quelle di influenzare, attraverso un evidente stampo ‘ndranghetistico, le scelte dell’amministrazione in carica.

«Non è cosa sua fare il sindaco!»

Tanto più che, come sarebbe emerso da un’intercettazione, il gruppo criminale avrebbe fatto la sua parte per l’elezione dell’ex sindaco, Gregorio Giuseppe Frosina, e di un consigliere comunale, Concetta Zoccali, nipote di De Giovanni. «Ho litigato con il sindaco» dice «dopo che l’ho portato avanti io! Che sia dannato! Dopo che è salito per me! Che ho messo a mio nipote, capito?». E ancora: «Ha rovinato un paese». Lo scontro più acceso tra De Giovanni e l’amministrazione comunale all’epoca guidata da Frosina riguarda soprattutto la nomina come comandante della Polizia Municipale di Rosario Bambara. «(…) ora è arrivato uno di fuori, di fuori da Bagnara, non era cosa, pure i carabinieri faceva arrestare…». Nel corso della conversazione captata dagli inquirenti, De Giovanni spiega all’amico Enrico Pavia il suo presunto ruolo determinante nell’elezione del sindaco Frosina anche in una precedente tornata elettorale, quella cioè riferita al periodo compreso tra il 1997 e il 2001. «Frosina è una brava persona» spiega De Giovanni «ma non è cosa sua fare il sindaco, sono due volte, l’ho messo un’altra volta io al Comune, troppo bravo ma non è cazzo suo!». E poi l’invito: «Che deve fare che se ne deve andare! Lui si doveva dimettere ora!». 

I disordini del maggio 2020

È il maggio del 2020 quando l’amministrazione Frosina vacilla, alla luce di due mosse inattese, quelle cioè di Diego Cappellano e Concetta Zoccali, nipoti di Rosario De Giovanni. In quella occasione, così come riportato nell’ordinanza del gip, la Zoccali nonostante fosse un’esponente della maggioranza, rassegna le dimissioni accusando il sindaco Frosina di «non aver rispettato le promesse». In un manoscritto consegnato proprio al primo cittadino di Bagnara, scrive: «(…) ci ho provato, soprattutto per i miei figli che purtroppo dovranno crescere in un paese dove ormai vengono meno il rispetto, la coerenza, la lealtà, la riconoscenza, le promesse fatte e mai mantenute». Secondo gli inquirenti, a coordinare la “sommossa” era l’altro nipote, Cappellano, notato nei giorni successivi mentre parlava in modo riservato con soggetti legati alla maggioranza che sosteneva Frosina, proprio per pianificare un modo per far dimettere il sindaco.

Le pressioni su Frosina

«La rivolta della sera del 14 maggio 2020» si legge nell’ordinanza «e le manifestazioni precedenti del 13 e 14 maggio, dove venivano invocate le dimissioni del sindaco, si ritiene possano essere un tentativo di costringere Frosina a dimettersi dalla carica di sindaco». Il 17 maggio 2020, poi, il personale del Comando Stazione dei Carabinieri di Bagnara notano Cappellano conversare, in modo confidenziale in un hotel, «con Francesco Minutolo e Francesco Ruggiero». «La moglie di Francesco Minutolo» annotano i Carabinieri «Vittoria Ruggiero, è la sorella dell’assessore Silvana Ruggiero». «(…) per quanto sopra esposto, scrivono i militari, non si esclude che vi possa essere un tentativo di far perdere ulteriore sostegno al Sindaco nella compagine di maggioranza». Per i militari e gli inquirenti, così come riporta anche il gip nell’ordinanza, la coincidenza temporale tra i disordini del 14 e 15 maggio 2020 nel Comune di Bagnara Calabra e le dimissioni della Zoccali, insieme all’identificazione di Diego Cappellano «quale promotore della sommossa» è riconducibile ad un’azione «coordinata e violenta orchestrata da Rosario De Giovanni per costringere l’amministrazione Frosina alle inevitabili dimissioni». (redazione@corrierecal.it)

(Foto https://www.radiomedua.it)

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