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La scomparsa

Lutto nel mondo del cinema: scomparso Jean-Luc Godard

Tra i principali esponenti della Nouvelle Vague, il regista francese è morto a 91 anni

Pubblicato il: 13/09/2022 – 11:15
Lutto nel mondo del cinema: scomparso Jean-Luc Godard

PARIGI È morto a 91 anni il regista francese Jean-Luc Godard. Lo rende noto il quotidiano parigino Libération.
Tra i principali esponenti della Nouvelle Vague, fu premiato con il Leone d’oro nel 1984 e con l’Oscar alla carriera nel 2011, Le sue opere sono state fonte di ispirazione per molti registi statunitensi della New Hollywood e, più recentemente, per autori come Quentin Tarantino, il quale ha chiamato la sua casa di produzione come uno dei suoi primi film, Bande à part.

La vita

Nato a Parigi nel 1930 in una famiglia benestante, il padre è medico e possiede una clinica, la madre proviene da una ricca famiglia di banchieri svizzeri. Durante la seconda Guerra Mondiale viene mandato a studiare in Svizzera, e fa ritorno a Parigi solo nel 1948.
Dopo il liceo si iscrive alla Sorbona e segue i corsi di etnologia. All’università stringe amicizia con François Truffaut, Eric Rohmer, Jaques Rivette e assieme a quest’ultimo fonda la “Gazette du cinéma”, sulla quale pubblica degli articoli sotto lo pseudonimo di “Hans Lucas”.
Dopo alcuni esperimenti cinematografici condotti con Rivette, realizza un documentario, intitolato “Opération Beton” (1954) sulla costruzione di una diga in Svizzera. Al documentario seguiranno alcuni cortometraggi, tra cui “Tous le garçon s’appellent Patrick” (1957) e “Histoire d’eau” (1958).
Nel 1959 dirige il primo film, “Fino all’ultimo respiro”, per il quale ottiene l’Orso d’Argento al Festival di Berlino. Il film diventa inoltre emblema della Nouvelle Vague, che Rohmer, Malle e Truffaut contribuiscono a far crescere.
Nello stesso anno sposa l’attrice Anna Karina. Nel 1960 dirige “Le petit soldat”, che in Francia suscita polemiche a causa dei riferimenti alla guerra in Algeria. Seguono “La donna è donna” (1962), anche questo Orso d’Argento a Berlino, “I sette peccati capitali” (1961), “Questa è la mia vita” (1962) e “Il disprezzo” (1963), ispirato al romanzo di Alberto Moravia.
Nel 1964 fonda, assieme alla moglie, una casa di produzione, la “Anouchka Films”. La coppia divorzia nel 1967. Dopo il film di fantascienza “Agente Lemmy Caution, missione Alphavillle” (1965) che vince l’Orso d’Oro a Berlino, Godard passa alla critica politica e sociale con “La cinese” (1967), di cui è protagonista l’attrice Anne Wiazemsky, che sposa durante la lavorazione del film, e con “Week – end, un uomo e una donna dal sabato alla domenica” (1967).
Dopo essersi trasferito a Grenoble per un periodo, il regista inizia a viaggiare attraverso gli Stati Uniti, da New York a Berkeley in California, per girare “One American Movie”, mai completato. Propaganda la protesta studentesca con alcuni film non finiti o distribuiti clandestinamente, tra cui “La gaia scienza” (1968) e “Lotte in Italia” (1970). In seguito gli viene affidato uno degli episodi di “Amore e rabbia”(1967) – altrimenti conosciuto come “Vangelo 70” – a cui partecipano anche Marco Bellocchio e Pier Paolo Pasolini. Nel 1979 divorzia per la seconda volta. Nel 1982 gira “Passion”, l’anno dopo è la volta di “Prenom Carmen”, Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia, e nel 1987 si cimenta nel “Re Lear”. Nel 1990 gira “Nouvelle Vague” con Alain Delon e sei anni dopo torna a Venezia dove presenta “Forever Mozart”.

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