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Occhiuto: «Nelle aziende ci sono sono gruppi di potere che si oppongono ai concorsi?»

Il presidente della Regione e commissario al congresso della Uil a Roccella torna sul tema dei medici cubani e delle dimissioni del primario di Locri

Pubblicato il: 13/09/2022 – 13:44
Occhiuto: «Nelle aziende ci sono sono gruppi di potere che si oppongono ai concorsi?»

ROCCELLA JONICA «La sanità è la battaglia più complessa. La sanità è un pachiderma dove si annidano centri di potere amministrativo che rendono difficile realizzare qualsiasi attività».  Lo ha detto il presidente della Regione Roberto Occhiuto, commissario della sanità calabrese, intervenendo al congresso regionale della Uil a Roccella Jonica.

«Cordone sanitario tra gestione delle aziende e politica»

«Pochi me lo riconoscono, ma – ha proseguito Occhiuto – in questi mesi ho fatto un cordone sanitario tra il governo della sanità e la politica. I commissari sanno che quando va un consigliere regionale o un assessore regionale a chiedere qualcosa devono dire “io mi occupo dei Lea, se volete andate dal presidente”. In passato quando si sceglievano i direttori amministrativi e sanitari c’era una feroce lottizzazione, i commissari che hanno chiesto chi scegliere da me hanno ricevuto la risposta “scegli chi vuoi, ma sappi che se non raggiungi gli obiettivi il giorno dopo vai via e non hai alibi perché io non ti ho detto chi scegliere”. Però non basta: mi sono reso conto per molti anni anche la politica ha contribuito a radicare nel governo delle aziende sanitarie dirigenti che hanno costruito rendite di posizione che poi quando fanno i concorsi fanno i concorsi che servono non alla sanità ma a loro».

«Capire se nelle Asp gruppi di potere si oppongono ai concorsi»

Quanto al tema della carenza del personale in sanità – ha aggiunto Occhiuto – «potremo assumere moltissimi medici, ma il punto non è questo: il fatto è che molti concorsi vanno deserti. In alcune realtà come Locri, anche quando si fanno i concorsi e si svolgono facendo in modo che i commissari resistano a pressioni di tipo, poi c’è qualcuno che vince il concorso e in maniera difficile da comprendere si dimette il giorno dopo. A un giornalista che mi ha chiesto se l’avevo sentito io ho detto che “non l’ho sentito, spero che lo sentano gli inquirenti” per capire se ha subito pressioni, per capire se all’interno delle aziende sanitarie ci sono gruppi di potere che non vogliono che si facciano i concorsi. E noi dobbiamo essere determinati a sradicare in ogni modo i gruppi di potere anche quando cercano di utilizzare la politica o il sindacato. Dobbiamo farlo con grande coraggio e con grande determinazione».

«I medici da Cuba sono uno strumento tampone»

Occhiuto si è soffermato sul tema dell’arrivo dei medici da Cuba: «Non è un’alternativa ai concorsi, che continuiamo a fare anzi stiamo studiando sistemi più attrattivi. Ho fatto una manifestazione di interesse per gli specializzandi. Sapete cosa succederà quando vedremo le risposte degli specializzandi? Che ci saranno specializzandi di tutt’Italia che magari hanno detto di voler venire al Gom, al Mater Domini a Cosenza ma scommetto che non ce ne saranno così tanti che dichiarano la loro responsabilità per andare a Polistena, dove abbiamo tenuto aperto un reparto solo perché sono riuscito a farmi dare un medico dal Celio, o a Gioia Tauro o a Locri. Allora, mentre facciamo tutti i concorsi – i medici cubani non ruberanno nessun posto di lavoro – io dovevo avere nella mia cassetta degli attrezzi tutti gli strumenti e questo non è un intervento strutturale, è un intervento tampone, d’emergenza che dobbiamo fare per evitare di chiudere molti reparti ospedalieri. Io – ha rimarcato il governatore e commissario – me ne frego delle polemiche e delle critiche perché una vita salvata anche attraverso un medii cubano vale più di mille polemiche e mille critiche».
Occhiuto ha poi concluso: «In questi dieci mesi ho cercato di lavorare con grande forza e determinazione, ho fatto quello che si poteva fare. C’è moltissimo altro da fare e io ho l’assoluta consapevolezza che un uomo soltanto è assolutamente insufficiente a fare ciò che bisogna fare. Sono io che chiedo ai sindacati di svolgere il loro ruolo, anche criticamente nei confronti del governo regionale, ma di aiutarmi con le loro proposte e i loro stimoli nell’interesse della Calabria». (redazione@corrierecal.it)

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