CATANZARO «Le criticità dei comuni calabresi, del deficit infrastrutturale e della fuga dei giovani, non possono essere affrontare a strappi. Così, è inevitabile l’utilizzo discrezionale delle risorse e il fallimento degli obiettivi. Ma richiedono politiche di sistema, per ricostruire l’economia nazionale e ridare al Sud dignità culturale, economica, geografica e storica. Ed evitare che il Nord guardi all’Europa mentre il Sud sia sempre più distante da tutto e tutti, diventando, come scrive la Svimez, un grande buco nero sempre più spopolato e arido. In questa direzione va il “Piano per il Sud e le Isole” presentato dal segretario del Pd Letta a Taranto». Lo afferma Francesco Pitaro, candidato al Senato per il Pd nel collegio Catanzaro-Reggio-Vibo.
«Sette linee di azione per il Mezzogiorno su cui intervenire con i fondi del Pnrr e con le politiche ordinarie – prosegue –: pubblica amministrazione; sanità, scuola e servizi di cittadinanza; transizione ecologica e gestione delle acque; lavoro e imprese; Zes; Sicurezza e legalità e Insularita. O si fa questo o perde l’Italia. La nuova rappresentanza parlamentare della Calabria dovrà sostenere questa impostazione. Esigendo un intervento dello Stato che, considerata la gravità della situazione calabrese, metta tra le sue priorità la rigenerazione delle città e dei borghi calabresi. Bisognerà vigilare affinché la clausola del 40% degli investimenti del Pnrr da dedicare al Sud non subisca, da parte della Lega in particolare, sottrazioni in corso d’opera».
«L’obiettivo è ambizioso. Non solo dare risposte alle problematiche di scuola, sanità, mobilità e sicurezza, ma liberare e mettere a valore il potenziale del Sud. Se il Mezzogiorno è considerato la più grande regione in ritardo di sviluppo d’Europa, in cui gli investimenti pubblici per servizi ai cittadini (la spesa nel comparto sanità è stata in media, negli ultimi anni, di 25 euro per abitante nelle regioni del Sud continentale contro i 75 euro delle regioni del Nord-Est) sono stati scandalosamente tagliati, la prima cosa da farsi è programmare investimenti aggiuntivi nelle aree deboli per garantire i diritti fondamentali. Se invece si continua a tergiversare, lasciando che al Sud – conclude Francesco Pitaro – nonostante la forte pressione fiscale, peggiorino qualità delle vita, istruzione, sanità e welfare, mentre è in corso, a causa della devastante crisi energetica, una mattanza ai danni di famiglie e imprese che, in Calabria soprattutto, rischia di trasformarsi in una vera macelleria economica e sociale, non perde solo una parte ma l’Italia intera».
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