LAMEZIA TERME Ricambio generazionale, diversificazione produttiva, innovazione e tradizione. Sono queste le quattro parole chiave che stanno guidando il 37enne imprenditore Daniele Perrone alla guida dell’Azienda agricola di famiglia situata a Delianuova (Reggio Calabria) nel cuore dell’Aspromonte. Dall’olio, al grano, per arrivare fino alla produzione di biscotti e alle “gift Perrone” (cesti, cofanetti, ceramiche, bomboniere) prodotte in collaborazione con altre aziende locali.
L’imprenditore è stato ospite della prima puntata di “Coltiviamo capolavori”, la trasmissione serale andata in onda ieri su “L’altro corriere Tv” (canale 75 del digitale terrestre). In studio, Saveria Sesto che ha ripercorso tutte le tappe che hanno riguardato il percorso di trasformazione dell’Azienda agricola Perrone dalla fine del 1960 a oggi, quando è ormai giunta al terzo ricambio generazionale.
È stato nonno Domenico, nell’ormai lontano 1968, ad avviare l’impresa a Delianuova come azienda boschiva per la lavorazione e commercializzazione del legno. Verso la fine degli anni ’60 è stato sempre lo stesso Domenico ad affiancare a questa attività l’Oleificio Perrone. Passione, questa, poi trasmessa al figlio Pino che nel 1976 ha preso il timone dell’azienda.
Nei primi anni del 2000, Pino ha iniziato a imbottigliare il migliore olio allo scopo sia di valorizzare il prodotto ottenuto, ma anche di trarne maggiori profitti. È stato infine Daniele, subentrato nel 2004 alla guida dell’azienda (per lui una formazione da tecnico informatico), a decidere di consolidare il lavoro fatto dal padre, spostando la capacità produttiva dell’oleificio e guardando anche oltre i confini della Calabria. Nasce così l’Azienda agricola Perrone. Oggi vengono così prodotti oli di pregio, farine, biscotti e altri prodotti a base di olio extra vergine di oliva che sono poi esportati in Svizzera, Francia, Polonia, ma anche Oltreoceano in paesi come Canada, Austrialia e Giappone.
«Delianuova – esordisce Daniele Perrone ai microfoni di “Coltiviamo capolavori” – è un piccolo paesino al centro dell’Aspromonte. La mia famiglia è particolarmente legata a questo territorio e a Delianuova. In passato, infatti, ci si occupava dell’ industria boschiva, attraverso il lavoro e il commercio di legnami in quei luoghi. Poi fu mio nonno, mio padre assieme ai fratelli, a inizio questo “switch” produttivo che, dall’industria boschiva, ci ha portato alla lavorazione dell’olio. Da allora, si è sempre tramandato il tutto da padre in figlio».
L’imprenditore rivela a Saveria Sesto che la sua vita ha subito una svolta improvvisa. «Frequentavo informatica industriale – racconta Perrone ai microfoni di “Coltiviamo capolavori” -, quindi avevo avevo pensato a tutt’altro percorso di vita e di studi. Furono proprio quegli anni che invece mi fecero capire come io volessi rimanere a Delianuova e lavorare in agricoltura, restando nel solco che era stato tracciato, prima, da miei nonni, poi, da mio padre. Ma ho subito pensato di di portare avanti tutto con innovazione legata alla tradizione».
La prima cosa su cui ha puntato dal quel 2004 in poi la famiglia Perrone è stata la diversificazione dell’attività produttiva e l’incremento della gamma dei prodotti. «Il nostro core business – spiega Perrone – è la produzione di olio, ma negli anni abbiamo apportato nuove tipologie di olio per andare incontro ai gusti e alle esigenze dei clienti, anche per i palati dei conoscitori e degli appassionati più attenti. E così – prosegue l’imprenditore nel racconto – da un prodotto che noi ritenevamo molto semplice e vero come l’olio, siamo andati alla riscoperta di un gran chicco di grano, quello Maiorca, che abbiamo iniziato a coltivare su un altopiano a 1.200 metri sul livello del mare che è fortemente vocato alla semina del grano. Così abbiamo ottenuto una farina integrale certificata biologica che si presta a diversi usi». «Per quanto riguarda la varietà del grano Maiorca – ha detto Perrone – la nostra produzione è stato un percorso che abbiamo dovuto fare a ritroso. Abbiamo dovuto fare delle ricerche perché si tratta di un gran antico che si coltivava, sia nelle montagne, che nelle Colline aspromontane, ma anche in quelle siciliane. Abbiamo così scelto di acquistare per la prima volta i semi certificati – ripercorre le tappe l’imprenditore -, seminandoli in questi terreni e abbiamo ottenuto un grano che rispetto agli altri è particolarmente indicato per coloro che soffrono di intolleranze al glutine perché è un grano tenero e non sviluppa una grande maglia glutinica e è particolarmente indicato anche per coloro anche che soffrono di diabete Ap».
Dalla produzione, alla trasformazione del grano, che non avviene negli stabilimenti Perrone ma altrove. «Abbiamo fatto un contratto di conferimento e di trasformazione con un mulino della zona – ha precisato Perrone – che si sostanzia al momento del bisogno, vale a dire, essendo una farina che non ha subìto alcun trattamento, e quindi per evitare il formarsi di piccole farfalline che sono naturali all’interno della farina, lo portiamo alla macina in pietra quando il nostro cliente ci chiede il prodotto in quantità significativa. Per il resto, abbiamo giusto un minimo di scorta per poter rendere il prodotto fruibile ai nostri clienti».
Perrone assicura che «questa farina ha dei profumi e delle fragranze veramente particolari e si presta a diversi usi: dalla pasta fresca, al pane, alla pizza, ai dolci, ma non alla pasta secca perché è una farina di grano tenero».
Dalla farina, è nata poi la collaborazione con una pasticceria locale e quindi la produzione di biscotti presentati in un cofanetto pratico e, al tempo stesso, elegante. «I biscotti – prosegue il racconto Perrone – vengono fatti con la farina integrale e, al posto del burro, mettiamo il nostro olio extravergine d’oliva. Crediamo fortemente nella collaborazione e nelle interazioni con quelle che sono le risorse positive del nostro territorio ed è da questo discorso che abbiamo dato vita alla sinergia con questa pasticceria molto nota a Delianuova». Più che alla colazione mattutina, i biscotti Perrone sono particolarmente indicati da abbinare a un vino dolce, quindi è soprattutto un biscotto da fine pasto, da inzuppare nel the.
I prodotti di punta sono rappresentati dall’olio extravergine d’oliva Perrone, dall’olio “Elisabetta” e dal “Foglio quattro” che prende il nome dalla particella di terreno catastale in cui è situato l’uliveto. Quest’ultimo prodotto piace soprattutto in Giappone in quanto realizzato al 100% con la varietà Ottobratica. «Ci avevano chiesto in Oriente – rivela l’imprenditore – l’intera campagna olearia, ma abbiamo detto no per soddisfare gli impegni già intrapresi in precedenza con clienti affezionati».
Sulla produzione dell’olio, Daniele Perrone tiene a precisare che «noi seguiamo tutta la filiera produttiva: dall’ottenimento delle olive, alla trasformazione del nostro frantoio, all’imbottigliamento». «Facciamo tutto all’interno della nostra azienda», afferma Perrone con soddisfazione. Siamo partiti dall’olio extravergine di oliva dell’oleificio Perrone e questo è un classico. È anche il marchio a cui siamo particolarmente affezionati perché è quello con cui abbiamo iniziato a imbottigliare nei primi anni del 2000. Mio padre lungimirante – sottolinea Daniele – capì che, per per avere un prodotto che potesse essere remunerativo per l’azienda, bisognava sicuramente produrlo con qualità, metterci la faccia, e quindi “vestirlo” bene. Questo, per trasmettere tutto quello che c’è dietro l’olio attraverso un’etichetta, una bottiglia e una storia all’interno di essa».
L’extravergine Perrone è un “brand” che contiene le due cultivar autoctone dell’Aspromonte: un 80% Sinopolese e un 20% di Ottobratica che restituiscono un olio leggermente fruttato come categoria, con sentori speziati di origano di pomodoro e di mandorla. C’è da dire che la mandorla è un un sentore proprio degli oli che vengono dalla fascia collinare dell’Aspromonte. L’olio extravergine classico viene commercializzato in bottiglie da 0,25 litri, 0,75 e 5 litri anche per la ristorazione.
«La superficie aziendale destinata questo tipo di coltivazione – rende noto Perrone – sono circa 10 ettari dai quali i raccolti in dicembre perché sono terrazzamenti che vanno dai 400 agli 800 metri sul livello del mare e che ricadono all’interno del Parco nazionale dell’Aspromonte. Le olive vengono raccolte con gli scuotitori, macchine semoventi, e poi trasportate in frantoio entro le 12-24 ore. Questo, naturalmente, consente il trasferimento delle olive immediatamente dall’oliveto al frantoio, garantendo quindi l’ottima qualità della materia prima che viene trasformata».
La curiosità della conduttrice Sesto, ha portato Perrone a parlare anche della seconda linea produttiva che viene presentata dall’azienda e si chiama “Elisabetta”. «Contiene sempre un olio che è un 80% sinopolese e un 20% ottobratica – premette l’imprenditore – con la caratteristica che è però un olio certificato biologico perché viene da una coltura biologica. Lo abbiamo chiamato Elisabetta, nome che ci sta particolarmente a cuore e molto comune la nostra famiglia, perché così si chiamava mia nonna».
Quindi l’ultimo arrivato in casa Perrone il “Foglio quattro”, nuovo nella forma e soprattutto nella sostanza. «Lo imbottigliamo in vetro da mezzo litro – riferisce Perrone – ed è un olio monocultivar che viene da un impianto messo a dimora nel 2014 con 600 piante di ottobratica. L’hanno chiamato così perché è il nome della particella catastale di questo terreno. Foglio quattro ha questa caratteristica particolare di contenere un’alta concentrazione di biofenoli che sono la somma di polifenoli e vitamina “E”».
Altre quattro tipologie di oli aromatizzati, concludono la gamma di produzione olearia dell’azienda Perrone. «Sono boccettine al gusto di dal salmoriglio – entra nel merito l’imprenditore – quindi origano prezzemolo aglio, poi c’è la varietà al bergamotto, un’altra al peperoncino».
«L’approccio con il mercato giapponese – riferisce Perrone – è avvenuto anche tramite Confagricoltura che ci supporta con tutti quei servizi che un’azienda agricola che si vuole strutturare in un certo modo ha bisogno. E quindi sono particolarmente specializzati – continua Perrone – nei servizi e in tutti quelli che sono i corsi di innovazione, ma soprattutto gli aiuti che vengono dati anche su campo con agronomi che ci vengono spesso a trovare in azienda dandoci consigli, offrendo scambio di idee o la partecipazione alle Organizzazioni dei produttori che ci aiutano a migliorare». (redazione@corrierecal.it)
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