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l’emendamento

Decreto aiuti bis: via libera del Senato. Intesa sul superbonus

L’associazione dei costruttori, plaude allo «sforzo di tutti». Più caute le banche: è «un passo avanti»

Pubblicato il: 14/09/2022 – 7:39
Decreto aiuti bis: via libera del Senato. Intesa sul superbonus

ROMA L’atteso accordo sul Superbonus alla fine è arrivato. La soluzione trovata prevede che la responsabilità in solido nella cessione dei crediti di bonus edilizi e superbonus si configuri solo se il concorso nella violazione avviene “con dolo o colpa grave”. E stabilisce che, per i crediti sorti prima della stretta anti-frode del novembre 2021, i soggetti diversi da banche, intermediari finanziari e assicurazioni, debbano acquisire comunque l’asseverazione ex post. L’Ance, l’associazione dei costruttori, plaude allo “sforzo di tutti”, che ha permesso di vincere una “grande battaglia”. Più caute le banche: è “un passo avanti”, dice l’Abi, ma ora tocca all’Agenzia delle Entrate adeguare la circolare di giugno”.

Gli altri emendamenti

L’intesa sul superbonus sblocca di fatto il percorso di tutti gli altri emendamenti al decreto, approvati prima in Commissione e poi in Aula (il decreto ottiene 182 sì, senza nessun contrario): si va dalla modifica sul docente esperto (altro nodo su cui si era incagliato il provvedimento, risolto cancellando la qualifica) all’attesa proroga dello smart working per fragili e genitori under 14, dall’innalzamento del tetto (da 750 a 1.000 euro) per l’impignorabilità delle pensioni, alla norma che consente una deroga al tetto sugli stipendi dei manager di Stato per molte figure di vertice della P.a. e delle forze dell’ordine. Si lavora alla proroga del credito di imposta, con possibile estensione anche ai piccoli esercizi (quelli con potenza sotto i 16,5 kw). Perde quota, considerata solo alternativa, la cig scontata. Torna anche la rateizzazione delle bollette per il quarto trimestre dell’anno. Per le famiglie si punta ad ampliare il bonus sociale. Nel provvedimento si starebbe studiando anche una possibile accelerazione rispetto all’Europa sul fronte dei prezzi energetici, agendo sul costo del gas e sulla separazione dei prezzi dell’elettricità.

Polemiche sul tetto agli stipendi dei dirigenti pubblici

Filtra “disappunto” da Palazzo Chigi dopo che il Senato ha dato il via libera, con il decreto aiuti bis, a una deroga al tetto a 240mila euro degli stipendi dei dirigenti pubblici. Si tratta, viene sottolineato nella sede dell’esecutivo, di una “dinamica squisitamente parlamentare”, frutto di una intesa tra i partiti. La riformulazione dell’emendamento di Forza Italia che toglie il tetto di 240 mila euro agli stipendi dei manager pubblici contenuto del decreto aiuti bis, a quanto si apprende, è stato votato in commissione, prima dell’approdo in Aula, da Pd, Fi ed Iv. Astenuti Fdi, Lega ed M5s. Sull’emendamento che prevede una deroga al tetto degli stipendi, il Ministero dell’economia, secondo quanto si apprende, ha dato solo un contributo tecnico sulle coperture. Si tratta di un emendamento parlamentare, si spiega, per la cui attuazione comunque è necessario un provvedimento successivo.

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