LIVORNO «La Moby Prince è andata a collidere con la petroliera Agip Abruzzo per colpa della presenza di una terza nave comparsa improvvisamente davanti al traghetto che provoco’ una virata a sinistra che ha poi determinato l’incidente. Purtroppo questa nave non e’ ancora stata identificata con certezza». Lo ha detto Andrea Romano presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul disastro Moby Prince presentando la relazione conclusiva approvata oggi all’unanimità.
«Il black out a bordo della petroliera pochi minuti prima della tragica collisione la rese invisibile davanti agli occhi del comando del traghetto Moby Prince, costretto a fare una virata improvvisa a sinistra per evitare una collisione certa con una terza nave presente in mare e purtroppo non ancora identificata», ha aggiunto Romano.
«L’accordo assicurativo che altro non era che un patto di non belligeranza tra le compagnie dimostra che ci sono probabilmente documenti, in possesso dell’Eni, che potrebbero fornire ulteriore chiarezza su quanto accaduto e faccio appello ai vertici attuali della società, affinché li renda pubblici per dare risposte definitive a 31 anni da quella che agli occhi dell’opinione pubblica è una strage», si legge nella relazione conclusiva.
Nel disastro persero la vita anche undici calabresi. Si tratta di Rocco Averta (36 anni), Antonio Avolio (45), Francesco Esposito (43) e Giulio Timpano (21) di Pizzo Calabro, Nicodemo Baffa (52) di Santa Sofia d’Epiro, Luciano Barbaro (24) di Locri, Francesco Crupi (34) e Antonio Rodi (41) di Siderno, Francesco Tumeo (58) e il cognato Francesco Mazzitelli (56) di Parghelia, Carlo Vigliani (31) di Taurianova.
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