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L’analisi

«Bersani e quel rimpianto di aver tagliato i ponti con i 5Stelle»

Non è facile scaldare i cuori dem in una Lamezia Terme che, a dispetto della propria ipercelebrata baricentricità, appare ancora una volta marginalizzata dalle leadership che contano, basti verifi…

Pubblicato il: 16/09/2022 – 17:50
di Ugo Floro
«Bersani e quel rimpianto di aver tagliato i ponti con i 5Stelle»

Non è facile scaldare i cuori dem in una Lamezia Terme che, a dispetto della propria ipercelebrata baricentricità, appare ancora una volta marginalizzata dalle leadership che contano, basti verificarne il “peso” politico nelle liste elettorali.
Eppure, Pierluigi Bersani, che non difetta certo di generosità, c’è la mette tutta per far capire ad un buon gruppo di simpatizzanti e militanti giunti su Corso Numistrano per dargli il benvenuto, che un futuro migliore è possibile per il centrosinistra, a patto che si vada oltre gli attuali suoi angusti confini.
Il ragionamento di un leader mai tramontato nell’immaginario del popolo di sinistra è appassionato, rifugge dalla retorica a base di slogan tanto in voga, ma risente inevitabilmente del rimpianto, ormai generalizzato tra le file dem, di aver chiuso troppo frettolosamente i ponti con il Movimento 5 stelle, l’alleato esiliato come lo definisce qualcuno.
Bersani, che conosce bene le dinamiche elettorali, sa però che a meno di dieci giorni dal voto qualcosa può ancora cambiare in senso favorevole al centrosinistra, pur consapevole che di giaguari da smacchiare questa volta ce ne sono diversi.
E almeno uno di questi potrebbe tornare utile dopo il 26 settembre per superare l’attuale “campo strettissimo”.
«Voglio tuttavia evidenziare – afferma l’ex segretario dem – lo sforzo di aver messo insieme Pd, socialisti, progressisti e forze ambientaliste, che mi sembra una cosa molto buona».
Introdotto dal segretario lametino del Pd, Gennarino Masi che ha invitato i sostenitori dem alla mobilitazione , il già ministro emiliano mette in guardia il Mezzogiorno dal sostegno in alle destre.
«Dalla fiscalità iniqua della flat tax, alle politiche sul lavoro, allo stato sociale, si rischia di acuire il divario tra Nord e Sud. La destra di oggi porta avanti una deriva egoistica che rischia di tradursi anche nell’autonomia differenziata, ovvero in una Italia arlecchina con conseguenze che i nostri figli e nipoti pagherebbero subito».

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