CROTONE Potrebbe configurarsi il danno erariale e la Corte dei conti chiede documenti dettagliati al Comune di Crotone. I ritardi registrati nel pagamento di due fatture alla Società bonifica area archeologica Scarl comunque costano al Comune di Crotone oltre 14.000 euro in più.
Tutto ha avuto inizio nel lontano 2011, quando l’amministrazione comunale guidata da Peppino Vallone ha stipulato, con scrittura privata registrata a Crotone, un contratto con la Società bonifica area archeologica Scarl per effettuare lavori nell’ambito dell’intervento di riqualificazione ambientale del Sito di interesse nazionale (Sin).
La Società che ha effettuato i lavori, a conclusione delle attività, ha presentato due fatture di pagamento: una di 5.276,70 euro e l’altra di 277,40 euro per un totale di 8.048,10 euro. Le due fatture dovevano essere saldate entro il 15 marzo 2016 e sono, invece, state pagate il 28 giugno del 2016. Per questo ritardo la Società bonifica area archeologica Scarl ha chiesto il riconoscimento e il pagamento degli interessi di mora (fatture del 30 settembre 2016 e 1 ottobre 2016). Evidentemente il Comune non ha ottemperato al pagamento richiesto e la Società bonifica area archeologica Scarl ha proceduto con decreto ingiuntivo emesso il 17 maggio del 2017, che è diventato esecutivo il 16 giugno del 2020. Con questo decreto “è stato ingiunto” al Comune di Crotone il pagamento delle fatture e delle spese legali. Il 20 novembre 2020 è stato stabilito che il Comune avrebbe dovuto pagare 11.765,16 euro e il 19 gennaio 2021 è stato emesso un atto di pignoramento nei confronti del Comune. La vicenda si è chiusa il 12 luglio 2021 con il pagamento da parte del Tesoriere del Comune di Crotone – Intesa San Paolo della somma di 14.152 euro, che si aggiungono agli 8.048,10 euro pagati dal Comune il 28 giugno del 2016.
Il 29 dicembre del 2021 il consiglio comunale di Crotone, con 17 voti a favore, ha riconosciuto la legittimità del debito fuori bilancio. La situazione è stata quindi sanata, chiudendo un percorso che ha interessato tre amministrazioni comunali (Vallone, Ugo Pugliese e Vincenzo Voce) e la gestione di un commissario prefettizio (Tiziana Costantino).
Sulla vicenda ha, quindi, aperto un fascicolo la Corte dei conti che ha disposto la richiesto di una serie di documenti ritenendo che vi sia «una notizia specifica e concreta di danno erariale nonché evenienze che devono essere scrutinate sotto il profilo della configurazione di possibili ipotesi di responsabilità amministrativo-contabile».
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