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“cold case”

Locri, 18 anni fa l’omicidio di Massimiliano Carbone. «Padre per sempre, ucciso da molti miserabili»

«Un delitto chiaramente mafioso». Liliana Esposito Carbone chiede a gran voce giustizia per la morte del figlio, ucciso a 30 anni nel 2004

Pubblicato il: 16/09/2022 – 9:14
di Mariateresa Ripolo
Locri, 18 anni fa l’omicidio di Massimiliano Carbone. «Padre per sempre, ucciso da molti miserabili»

LOCRI Da 18 lunghi anni non si dà pace. Liliana Esposito Carbone chiede a gran voce giustizia per la morte del figlio. Massimiliano Carbone aveva appena trent’anni quando, di ritorno da una partita di calcetto, morì dopo essere stato raggiunto da un killer che lo ferì a morte davanti al portone di casa, a Locri. Da allora, Liliana e la sua famiglia vivono nello sconforto e con l’amarezza di non essere riusciti a ottenere giustizia. Con la foto del figlio sul petto ricorda commossa «la sua allegria di fronte alle piccole cose, la bellezza e l’infinita tristezza» dei suoi ultimi sei anni di vita. «Mio figlio è stato ucciso da molti, che a vario titolo hanno organizzato, hanno favorito e compiuto un delitto chiaramente mafioso. Io accuso tutti quelli che tacciono nell’omertà. Che non hanno contribuito alle indagini e lasciano questa città nell’indifferenza». Ai nostri microfoni Liliana grida tutta la sua indignazione per una «storia nota a tutti, seppur non ci sia una verità giudiziaria che la cristallizzi».

Un omicidio di ‘ndrangheta

Era il 17 settembre del 2004. Come ogni venerdì, Massimiliano era andato a giocare a calcetto con gli amici. Stava rientrando a casa quando fu raggiunto da un unico colpo all’addome. A sparare con un fucile i suoi assassini, appostati dietro un muretto. Il 30enne venne portato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Locri. Morirà dopo sei giorni di agonia, il 24 settembre, il giorno del compleanno di sua madre Liliana.
È complessa e delicata la vicenda che vede, suo malgrado, protagonista Massimiliano. «Un ragazzo romantico e che credeva fortemente nell’amore». Chi lo ha conosciuto lo descrive così. E a portarlo verso la morte sarebbe stata proprio una storia d’amore con una persona sbagliata. «È stato ucciso perché aveva avuto una relazione con una donna che interessava ai Cordì», rivelò nel 2017 il collaboratore di giustizia Domenico Agresta. Qualche anno prima della sua morte, Massimiliano aveva infatti iniziato una relazione con una donna che, poi si scoprirà, essere sposata. E da quella relazione nascerà un bambino, che il 30enne vedrà crescere da lontano. La donna aveva negato che il padre fosse lui, anche se poi verrà smentita da una prova che mamma Liliana definisce «incontrovertibile». «Le indagini – spiega la madre – apparvero subito lacunose». Nessun rilievo fu effettuato e la perizia balistica venne eseguita solo 22 mesi dopo. Dopo 30 mesi il corpo venne riesumato e fu effettuato l’esame del Dna per il riconoscimento della paternità di Massimiliano, che i risultati hanno accertato. L’unico indagato è stato prosciolto e il caso sull’omicidio è stato archiviato nell’ottobre del 2007.

«Padre per sempre, ucciso da molti miserabili»

«Padre per sempre, ucciso da molti miserabili», si legge sul manifesto per il 18esimo anniversario della morte di Massimiliano. L’omertà di molte persone, secondo mamma Liliana, ha impedito che dopo tutti questi anni il figlio avesse finalmente giustizia. «Come dice don Ciotti – dice Liliana, che porta con sé il libro del fondatore di Libera –  non basta l’amore, ci vuole l’impegno e soprattutto il grande senso di responsabilità di fronte ai nostri giovani e ai nostri territori. Un paese che parla di legalità può coltivare i propri valori e dare speranza ai propri giovani soltanto se la legalità è un impegno quotidiano e non retorico». Liliana Carbone non sa se un giorno riuscirà a vedere riaperto il caso, ma è speranzosa. «Perché no? È pieno di casi che vengono riaperti anche a distanza di tanti anni».

Liliana Carbone

Una donna con una forza immane e una tenacia che dimostra giorno dopo giorno, senza paura. Impresse nella sua mente le ultime parole del figlio, poco prima di lasciarla per sempre proprio il giorno del suo compleanno: «Mi chiese scusa per non aver visto chi lo aveva sparato e poi mi raccomandò una sua eredità preziosissima, inutile girarci intorno… è suo figlio».

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