LAMEZIA TERME Presi in contropiede dal precipitare degli eventi, in un’inizio estate segnato da un insolito quanto singolare scioglimento delle Camere, le quattro formazioni che hanno dato vita a “Noi Moderati” proseguono la campagna elettorale con l’obiettivo di dare, nomen omen, forma e voce ai Moderati. Il tentativo, non nuovo, è di sostanziare il centro, luogo identitario di chi si approccia alla politica con uno stile che vuole essere lontano da ciò che viene definito semplificazione e populismo degli ultimi anni. Delle quattro formazioni Noi con l’Italia vanta come front runner e presidente nazionale l’ex Ministro ai Trasporti Maurizio Lupi, lombardo ma ormai con una certa consuetudine in Calabria.
Lupi arriva in un noto hotel di Lamezia Terme in ritardo da Reggio Calabria e la circostanza da il là alle prime considerazioni sulla mobilità in e verso la regione «ne abbiamo parlato tante volte ma ora dobbiamo accelerare il lavoro che il Presidente Occhiuto sta facendo sugli aeroporti, fino a quando non si realizzano le altre grandi infrastrutture, penso all’alta velocità su cui tutti sembrano d’accordo ma bisogna avere il coraggio di passare dalle parole ai fatti, il punto di collegamento vero della Calabria con il resto del Paese sono gli aeroporti. È fondamentale il rapporto con la nostra compagnia di bandiera ancora controllata dallo Stato».
Poi i temi politici, intanto ruolo e prospettive della formazione di centro «con la lista Noi Moderati, dice Lupi, ci stiamo candidando a governare l’Italia dopo il 25 settembre, lo facciamo nel centrodestra ma con la sfida di ridare forza e peso ai moderati». Per Lupi il contributo fornito alla coalizione è quello della «competenza, serietà ed affidabilità». Non si sottrare il leader di Noi con l’Italia ad un ragionamento su uno degli argomenti più approfonditi durante queste settimane di campagna elettorale, soprattutto al Sud, il reddito di cittadinanza: «Da milanese e persona del Nord dico che occorre sfatare un pregiudizio e cioè che al Sud vogliono il reddito di cittadinanza ed al Nord invece il lavoro. Al Nord come al Sud chi non ce l’ha vuole la dignità di un lavoro non l’elemosina di un’assistenza». «La critica al reddito di cittadinanza, aggiunge ancora Lupi, riguarda intanto il fatto che non abbia funzionato perché doveva sconfiggere la povertà e dare lavoro, non ha fatto ne l’una ne l’altra cosa. In secondo luogo il reddito di cittadinanza capovolge il principio, sono le imprese che danno lavoro, chi non può lavorare deve essere aiutato, chi può lavorare deve essere assunto dalle imprese. Ecco perché cinque degli otto miliardi che costa il reddito vanno dati alle imprese per dare un lavoro dignitoso».
La chiosa finale di Lupi riguarda il centrodestra, le formazioni politiche che lo compongono e le polemiche su un Paese che si troverebbe, in caso di vittoria del centrodestra, isolato «il centrodestra vincerà le elezioni e saremo saldamente ancorati all’Europa ed all’Occidente». Sul filo dell’ironia la stoccata al Terzo Polo «ora saranno impegnati a cercare qualcuno da indicare come Presidente del Consiglio, il premier Draghi ha ripetuto di non essere interessato, non so qualche altra cosa si inventeranno». (redazione@corrierecal.it)
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