REGGIO CALABRIA Una questione di scelte. Con una parola il Partito Democratico ha sintetizzato tutta la propria campagna elettorale: «Scegli» è il messaggio che il partito, con il suo segretario Enrico Letta, ha rivolto da Nord a Sud agli elettori in vista del voto del 25 settembre. Un messaggio che il segretario dem ha urlato forte e chiaro anche a Reggio Calabria nel corso del suo comizio in una affollatissima Piazza Duomo. La stessa Reggio Calabria che «è riuscita a sconfiggere la destra», ha detto Letta, con un chiaro riferimento alle ultime elezioni comunali, dove il dem Giuseppe Falcomatà ha trionfato al ballottaggio contro Antonino Minicuci, candidato dalla Lega di Matteo Salvini.
Una sfida all’ultimo voto, insomma, che Enrico Letta ha deciso di combattere in riva allo Stretto accompagnato dal ministro della Salute Roberto Speranza e dall’ex segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani, oggi di Articolo 1. Dall’altra parte della barricata uno schieramento che il segretario dem ha definito «pericoloso», quello formato da Meloni, Salvini e Berlusconi.
«Ripartiamo da qui per una nuova crescita economica, per una Calabria green e digitale, per una rinascita delle comunità». È questa la proposta del Pd per il territorio calabrese, lanciata attraverso un video raffigurante i paesaggi più belli della regione. E il tema della ripartenza dal Sud è stato il leitmotiv della serat . «Il centrosinistra gioca per vincere le elezioni, la settimana che abbiamo davanti sarà quella in cui completiamo la rimonta», ha detto Letta, che ha aggiunto «La rimonta parte dal Sud, motivo per cui oggi sono stato in Basilicata e ora sono qui a Reggio Calabria, la settimana prossima in Campania e Sicilia, perché la partita cambierà volto e destino nel Mezzogiorno, a partire dal fatto che sul il centrodestra non è credibile perché si presenta con quei volti – Tremonti in testa e la Lega – che hanno fatto gesti concreti che hanno reso più povero il Sud negli anni scorsi». «Noi invece – ha proseguito il segretario dem – siamo qui per difendere quel 30% dei fondi di premialità del Pnrr e a questa premialità si aggiunge il fatto che il piano di assunzioni a pubblica amministrazione per poter usare bene i fondi del Pnrr ci consentirà di fare dei soldi europei il volano vero del rilancio del Sud attraverso una politica di incentivazione del lavoro, con il contratto di primo impiego per i giovani e con la decontribuzione».
Parlando del rilancio economico del Sud, dal palco Letta ha mandato un saluto a Nicola Gratteri ringraziandolo per il lavoro svolto contro la ‘ndrangheta. Sul tema il leader del PD ha aggiunto: «Dobbiamo difendere i soldi del Pnrr dal pericolo delle infiltrazioni della criminalità organizzata e della ‘ndrangheta».
Lavoro, sanità, caro energia, Pnrr, ambiente. Diversi i temi affrontati da Letta nel corso del suo intervento. Ampio spazio dedicato ai giovani, soprattutto quelli del Mezzogiorno che «non sono valorizzati abbastanza. Se lasciamo i giovani ai margini questo Paese non ha futuro». Il segretario dem ha poi promesso: «Questa nostra campagna elettore sarà per fare un governo per far sì che i giovani calabresi possano essere il motore di questa regione, il centro di questa regione, perché se questa straordinaria regione se non avrà i giovani al centro non ce la farà». «Oggi questo Paese – ha aggiunto Letta – si basa sul risparmio delle generazioni che hanno fatto il miracolo economico. Risparmi che oggi vengono utilizzati per aiutare i figli che vivono in una situazione meno buona dei loro genitori. E stanno aiutando persino i nipoti. A questa gente stiamo chiedendo di tenere in piedi il Paese, con il lavoro di una vita. Per questo l’impegno deve partire dai giovani, che dobbiamo mettere al centro della nostra azione politica. Ed i giovani devono votare».
Chiara la posizione del Pd sul Reddito di cittadinanza «nella parte in cui combatte la marginalità e la povertà, in tutto il Paese e in particolare nel Mezzogiorno». Una misura, che secondo Letta «deve rimanere, deve essere riformato nella parte del rapporto con il mercato del lavoro, dove è necessario assolutamente superare i limiti emersi in questi, limiti evidenti e certificati da tutti, in modo tale che la parte di incentivazione al lavoro finzioni meglio di quanto ha funzionato oggi. Ma – ha rimarcato il segretario del Pd – accanto a questo dobbiamo far sì che la prossima legislatura dovrà essere quella in cui interviene il salario minimo: ci sono troppi lavoratori in Italia – si calcola 3 o 4 milioni che hanno un salario inferiore alla soglia di dignità. Il lavoro dev’essere il cuore della prossima legislatura, il tema sul quale vogliamo intervenire con le soluzioni migliori, più importanti e più efficaci». E sul lavoro Letta ha poi aggiunto: «La sicurezza sui luoghi di lavoro è per noi uno degli impegni più grossi che dobbiamo prenderci per il futuro. Non va bene per l’evasione e l’elusione fiscale, un’Italia nella quale il lavoro è così diseguale, tra nord e sud e soprattutto è disuguale tra i giovani che non ce l’hanno ed altri che ce l’hanno perché magari hanno trovato la scorciatoia».
Diversi i passaggi in cui Letta ha definito «pericoloso» lo schieramento che potrebbe portare Giorgia Meloni al comando di un nuovo governo. Secondo il segretario dem «questa destra sta raccontando un futuro confuso e ambiguo». «Se c’è un rischio che corriamo oggi – ha rimarcato – è quello di fare semplicemente presente agli italiani il rischio della destra e di lasciare intendere che a noi va bene l’Italia di oggi. L’Italia di oggi a noi non va bene». «Sulla politica internazionale, il centrodestra, è chiarissimo, non soltanto non ha una politica unica, ma soprattutto ha una politica europea pericolosa per l’Italia», ha affermato Letta, aggiungendo: «Perché il centrodestra flirta con Orban, flirta con Putin. Non sono Orban e Putin gli interlocutori per il nostro Paese. Il nostro Paese deve stare con il centro dell’Europa, trovare le soluzioni giuste sull’energia, sul lavoro, sulle cose più importanti che abbiamo di fronte. Io trovo molto pericoloso il fatto che il centrodestra abbia deciso di salvare Orban, continui a dare messaggi ambigui su Putin. Credo, sia esattamente l’opposto di quello che bisogna fare».
Letta ha poi dedicato un passaggio del suo intervento ai problemi legati alla situazione della sanità in Calabria. «La questione della sanità pubblica è la questione centrale di questi prossimi cinque anni. Non è possibile che, nel nostro Paese, ci siano differenze di speranza di vita a seconda della regione dove vivi. E’ una cosa insostenibile, insopportabile. Dobbiamo toglierla di mezzo. Ed è l’impegno che ci prendiamo per i prossimi anni».
«Roberto Speranza è per noi – ha spiegato Letta – la risorsa più importante di questa campagna elettorale. Basta semplicemente andare a vedere quello che Roberto ha fatto e il modo in cui l’ha fatto. Lo stile e l’abnegazione che lo hanno contraddistinto. E mettere a paragone, anche in questi giorni, l’ambiguità insopportabile con cui la destra continua a strizzare l’occhio alla logica del no mascherine, no vax, no lockdown, no green pass. Parole che in tutto il periodo della pandemia hanno reso insicuro il dibattito che c’era in quei momenti così difficili. E io credo che questo, anche questo, sia un passaggio chiave. In una regione, la Calabria, che vive, purtroppo, un dramma che noi dobbiamo vedere con tutta la forza che ha».
Il Partito Democratico chiuderà la campagna elettorale a Roma, in Piazza del Popolo, venerdì 23 settembre alle 18. «Siamo di fronte ad un bivio ed ogni singolo voto può fare la differenza. – ha scritto sui social il segretario dem – Continuiamo insieme in questi ultimi 10 giorni a lottare per i nostri valori e per il Paese che vogliamo».
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