CATANZARO «Martedì sarò in piazza a Soverato accanto all’imprenditore Giovanni Sgrò, che chiama a raccolta imprenditori, lavoratori e famiglie esasperati dall’accumulo di crisi economiche e sociali che, aggravate dal caro-energia, vanificano gli sforzi di imprese grandi e piccole, mettono in ginocchio un intero sistema e a rischio i progetti di vita di migliaia di persone. Accanto a tutti loro, per sollecitare interventi urgenti da parte di Regione e Governo». Lo afferma in una nota Francesco Pitaro, candidato al Senato per il Pd nel collegio Catanzaro-Vibo-Reggio.
«Condivido, apprezzando l’intelligenza di coniugare la protesta ad ottime e puntuali proposte, i cinque i punti messi a disposizione del dibattito pubblico: taglio delle imposte sul cuneo fiscale da restituire subito in busta paga ai lavoratori (almeno 500 euro in più in busta paga) – prosegue Pitaro – nuovo aumento del credito d’imposta (fino al 45 per cento) per i consumi di energia e gas; stock di energia a prezzo calmierato nei territori “ricchi” di impianti di produzione da fonti rinnovabili e premialità sulle utenze a prevalente consumo green; rateizzazioni a cinque anni per pagare le bollette (proposta di Confesercenti Nazionale); sostegni al sistema dell’autotrasporto con regole chiare su carburanti e piani di ammodernamento delle flotte. Dinanzi allo sciagurato scenario che abbiamo sotto gli occhi, l’indifferenza della politica si commenta da sé».
«Eppure – insiste – bisognerebbe avvertire il dovere perlomeno di sperimentare gli spazi di manovra che si hanno per coinvolgere, in termini di responsabilità per il territorio che li ospita e consente loro di ottenere utili, le aziende e gli operatori dell’eolico e dell’idroelettrico che producono in Calabria. È possibile una ricaduta concreta per i nostri territori, da parte di quelle società che qui producono energia, ma poi la esportano sulla rete senza nessun vantaggio per le famiglie e le imprese calabresi? Non dare risposte alle tante aziende in difficoltà che in queste ore stanno drammaticamente decidendo se chiudere subito o provare a tirare avanti licenziando – conclude Pitaro – è abdicare a ogni rappresentanza politica e istituzionale».
x
x