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L’intervento

Il premio Nobel Parisi ai 50 anni dell’Unical: «La difesa della scienza come parte della cultura»

Lectio Magistralis del premio Nobel per la Fisica. «Ora l’umanità deve fare delle scelte essenziali: contrastare il cambiamento climatico»

Pubblicato il: 19/09/2022 – 12:53
di Fabio Benincasa
Il premio Nobel Parisi ai 50 anni dell’Unical: «La difesa della scienza come parte della cultura»

COSENZA Il premio Noble per la Fisica, Giorgio Parisi è intervenuto – questa mattina – nel corso delle celebrazioni per i 50 anni dell’Università della Calabria. Il professore ha tenuto una Lectio Magistralis che ha chiuso l’evento.

Il valore della scienza

«Per parlare della scienza occorre partire dalle motivazioni per cui s’è creata questa grande impresa scientifica. Certo le persone che hanno tanto tempo fa addomesticato il fuoco, che hanno cominciato a capire come si potevano cucinare gli alimenti, e come si potevano coltivare le semenze, e poi quelli che hanno imparato a migliorare i semi mediante selezioni e incroci, o anche ad allevare e a migliorare le razze degli animali, in fondo erano tutti scienziati, i quali però sono rimasti completamente ignoti a noi e quindi è difficile parlare di loro. Vorrei concentrarmi piuttosto sulle motivazioni e sull’organizzazione della scienza come la conosciamo adesso e come storicamente si è sviluppata», dice Parisi.

La Scienza come cultura

«La difesa della scienza come parte della cultura è qualcosa di estremamente importante. Bisogna sensibilizzare la popolazione, almeno quella colta, su che cos’è la scienza; occorre far capire che la scienza e la cultura si intrecciano l’una con l’altra, sia nel loro sviluppo storico, sia sul piano teorico, e anche nella pratica di tutti i giorni. Bisogna spiegare in maniera semplice (ma non semplicistica) cosa fanno oggi gli scienziati e quali sono le sfide dei nostri giorni. Anche se quest’opera di spiegazione dei contenuti e del significato della scienza non è facile, specialmente per le scienze cosiddette ‘dure’, dove la matematica svolge un ruolo essenziale, tuttavia con un certo sforzo si possono ottenere ottimi risultati», continua Parisi.

Il futuro dell’umanità

«Ci sono alcune conseguenze pratiche della scienza che sono molto, importanti. La scienza sta facendo grandi progressi e molti dei problemi del mondo potrebbero essere risolti utilizzando gli strumenti della scienza messi a nostra disposizione. In questi giorni, l’umanità deve fare delle scelte essenziali; deve contrastare il cambiamento climatico. Per decenni, la scienza ci ha avvertito che il comportamento umano stava gettando le basi per un drammatico aumento della temperatura del nostro pianeta. Ma la scienza da sola non è sufficiente. Uomo avvisato mezzo salvato, dice il proverbio, ma solo mezzo. Sono necessarie decisioni politiche, soprattutto da parte dei Paesi ricchi. Dobbiamo andare oltre il miope interesse nazionale per risolvere i problemi globali con lo spirito di “whatever it takes”. Il Covid ci ha insegnato che siamo tutti collegati e ciò che accade nei mercati dei giochi o nella foresta amazzonica riguarda profondamente tutti noi. Purtroppo, le azioni intraprese dai governi non sono state all’altezza di questa sfida e i risultati finora sono stati estremamente modesti. Ora che il cambiamento climatico sta iniziando a influenzare la vita delle persone, c’è forse una reazione più decisa, ma abbiamo bisogno di misure molto più forti. Dall’esperienza del Covid , sappiamo che non è facile adottare misure efficaci in tempo. Abbiamo visto come spesso le misure per contenere la pandemia siano state prese in ritardo, solo nel momento in cui non potevano più essere rimandate. Ricordo che un capo di governo ha detto: “Non possiamo fare una lockdown prima che gli ospedali siano pieni, i cittadini non capirebbero”. La nostra generazione deve percorrere una strada piena di pericoli. È come guidare di notte: la scienza è rappresenta i fari, ma poi la responsabilità di non uscire di strada è del conducente, che deve anche tenere conto del fatto che i fari hanno una portata limitata. Infatti, anche gli scienziati non sanno tutto. Si tratta di un lavoro laborioso, durante il quale le conoscenze vengono accumulate una dopo l’altra e le sacche di incertezza vengono lentamente eliminate. La scienza fa previsioni oneste sulle quali si forma lentamente un consenso scientifico. Quando l’IPCF prevede che in uno scenario intermedio di riduzione delle emissioni di gas serra, la temperatura potrebbe aumentare tra i 2,1 e i 3,5 gradi, questo intervallo è quello che possiamo stimare al meglio in base alle conoscenze attuali.  Ci troviamo di fronte a un problema enorme che richiede interventi decisivi non solo per fermare l’emissione di gas serra, ma abbiamo anche bisogno di investimenti scientifici: dobbiamo essere in grado di sviluppare nuove tecnologie per conservare l’energia trasformandola in combustibili, tecnologie non inquinanti basate su risorse rinnovabili: non solo dobbiamo salvarci dall’effetto serra, ma dobbiamo evitare di cadere nella terribile trappola dell’esaurimento delle risorse naturali. Anche il risparmio energetico è un capitolo da affrontare con decisione: ad esempio, finché la temperatura interna delle nostre case rimarrà quasi costante tra estate e inverno, sarà difficile fermare le emissioni. Bloccare con successo il cambiamento climatico richiede uno sforzo mostruoso da parte di tutti: si tratta di un’operazione con un costo colossale, non solo finanziario ma anche sociale, con cambiamenti che influiscono sulla nostra vita. La politica deve garantire che questi costi siano accettati da tutti: coloro che hanno utilizzato più risorse devono contribuire di più, per incidere il meno possibile sulla maggior parte della popolazione; i costi devono essere distribuiti in modo giusto ed equo tra tutti i Paesi: non solo la decenza richiede che i Paesi che attualmente incidono sulle risorse del pianeta facciano gli sforzi maggiori, ma se così non accadrà, sarà politicamente impossibile contrastare il cambiamento climatico in maniera efficace».

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