CATANZARO Il tema della lotta alla mafia e alla ‘ndrangheta «è completamente uscito dall’agenda delle priorità nazionali». Lo ha detto Antonio Ingroia, l’ex pm di Palermo oggi leader di Italia Sovrana e Popolare, una delle forze “antisistema” in lizza il 25 settembre, a Catanzaro per presentare i candidati al Parlamento di Isp (Italia sovrana e popolare): Ingroia, che è capolista di Isp alla Camera in Calabria, era affiancato, tra gli altri, dalla senatrice Bianca Laura Granato, anche lei nuovamente in corsa alle Politiche.
«Siamo un paese ormai espropriato della sua sovranità, per questo ci chiamiamo Italia Sovrana e Popolare, l’articolo 1 della Costituzione è sempre più bistrattato come tutta la Costituzione», ha esordito Ingroia. «Quindi – ha poi aggiunto – il nostro obiettivo è restituire diritti, libertà e poteri ai cittadini italiani, e restituire sovranità a un’Italia che è diventata colonia di decisioni prese altrove, e di questo il governo Draghi è stata una dimostrazione. Questo vale ancora di più per il Sud, un Sud orfano, rispetto al Nord la forbice di diseguaglianze tende ad aumentare. Si parla di un possibile governo di centrodestra nel quale la Lega potrebbe portare avanti il principio di autonomia differenziata, che significa più soldi al Nord e niente soldi al Nord, e invece noi dobbiamo andare verso l’uguaglianza, come dice l’articolo 3 della Costituzione, e infatti è il nostro motto è torniamo alla Costituzione. Questo vale soprattutto per le regioni del Sud, dalla Calabria alla mia Sicilia alla Campania».
«Il tema della lotta alla mafia e alla ‘ndrangheta è completamente uscito dall’agenda delle priorità nazionali, ha poi affermato Ingroia, specificando che «né lo schieramento di centrodestra né quello di centrosinistra l’hanno messo al centro della loro attenzione. Anzi, direi che noi siamo l’unica forza politica con le carte in regola per una virata verso una lotta senza tregua le mafie e i rapporti tra mafia e classe dirigente e politica. Abbiamo nel nostro programma l’abolizione della riforma Cartabia, che non a caso è stata definita dal procuratore Gratteri come la peggiore riforma della giustizia degli ultimi tempi e che favorisce anche il potenziamento delle organizzazione mafiose. Nessuno oggi, ripeto, ha le carte in regola, né a destra né a sinistra, neppure il M5S che, pur candidando magistrati, ex magistrati di prestigio come Cafiero De Raho e Scarpinato, dall’altra parte ha la macchia di aver appoggiato la riforma Cartabia, la macchia di aver tradito le promesse nei confronti di un magistrato certamente irriducibile e intransigente come Di Matteo. Il M5S ha tradito il suo elettorato e le sue promesse, davvero solo noi abbiamo le carte in regola per portare avanti una lotta senza tregua ai poteri mafiosi. E – ha sostenuto ancora il leader di Italia Sovrana e Popolare – non ha le carte in regola nemmeno il mio amico ed ex collega Luigi de Magistris, perché è sostenuto da una coalizione nella quale ha un ruolo molto importante Potere al Popolo, che fino a poco tempo fa aveva nel suo programma l’abolizione del 41 bis, del carcere duro ai mafiosi, e anche l’abolizione dell’ergastolo, cioè esattamente le richieste che Totò Riina aveva messo nel papello nella trattativa Stato-mafia: mi spiace che de Magistris si trovi oggi in questa situazione un po’ incoerente avendo finora lui tenuto fino a oggi posizioni irriducibili. Ma mi chiedo, e pongo direttamente al domanda a de Magistris: come fa a stare in questa compagnia?».
Un passaggio infine Ingroia l’ha riservato al tema del reddito di cittadinanza. «E’ uno strumento per combattere la povertà, in parte è fallito perché si è risolto solo in una misura assistenzialistica, ma sarebbe sbagliato rimuoverlo del tutto. Noi riteniamo che debba essere mantenuto ma debba essere riconvertito, diventando uno strumento per l’avviamento al lavoro anche impiegando in lavori socialmente utili chi percepisce il reddito di cittadinanza», ha concluso Ingroia. (c. a.)
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