Ultimo aggiornamento alle 13:28
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

la sentenza

Modelle drogate e abusate, Genovese condannato a 8 anni e 4 mesi

L’ex imprenditore del web imputato a Milano per due violenze. I pm avevano chiesto 8 anni

Pubblicato il: 19/09/2022 – 12:36
Modelle drogate e abusate, Genovese condannato a 8 anni e 4 mesi

MILANO È stato condannato a otto anni e quattro mesi Alberto Genovese, ex imprenditore del web imputato con l’accusa di aver violentato, dopo averle rese incoscienti con mix di cocaina e ketamina, due modelle: una di 18 anni, durante una festa il 10 ottobre 2020 nel suo attico Terrazza Sentimento, l’altra di 23 anni ospite in una villa di lusso a Ibiza nel luglio precedente. Lo ha deciso il gup di Milano, Chiara Valori, nel processo abbreviato. È stata condannata a 2 anni e cinque mesi anche l’ex fidanzata Sarah Borruso, che era imputata per il caso di Ibiza. Il Gup ha dunque riconosciuto tutte le imputazioni contestate dai pm.
Per Genovese il procuratore aggiunto Letizia Mannella e i pm Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini avevano chiesto 8 anni. La condanna, dunque, è in linea con le richieste dell’accusa e il gup col verdetto (motivazioni tra 90 giorni) ha riconosciuto entrambi gli episodi di violenza con cessione di droga che erano contestati. «Abusavo di droghe, non controllavo più la realtà e ho capito solo dopo, riguardando quei video, che la ragazza aveva manifestato il suo dissenso», aveva detto l’ex imprenditore, interrogato davanti al gup e piangendo alla fine, per cercare di giustificare il suo comportamento sulla 18enne nell’attico di lusso, in linea con una consulenza difensiva che aveva parlato di un vizio di mente dovuto all’uso massiccio di cocaina. Per questo caso di abusi durati 20 ore sono state decisive le immagini delle telecamere a circuito chiuso piazzate da Genovese pure nella camera da letto dell’attico con vista sul Duomo. L’imprenditore avrebbe tentato di distruggerle, senza riuscirci. Il legale della modella, parte civile, aveva chiesto un risarcimento fino a quasi 2 milioni di euro. 
Genovese, finito in carcere il 6 novembre 2020 nelle indagini della Squadra Mobile, è ora ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi. Davanti al giudice era imputato per violenza sessuale aggravata, detenzione e cessione di stupefacenti e lesioni. Nel contesto di quei festini organizzati dal 45enne, i cui temi erano l’uso di droghe ma anche il sesso estremo, in un quadro «di aberrazioni condivise» e di «devastazione e degrado umano», hanno sostenuto i pm, Genovese, un nerd diventato “mister 200milioni di euro”, era ormai abituato ad avere tutto e a «prendersi tutto» ciò che voleva. E ha superato «scientemente, consapevolmente il limite», quello del consenso delle ragazze, violentandole per ore mentre erano ridotte in uno stato di «incoscienza».
Sul caso di Ibiza (ci sono agli atti testimonianze, non immagini), l’ex fondatore di start up digitali si era difeso, invece, parlando di «rapporti consenzienti». Per questo caso è stata condannata per i presunti abusi anche l’ex fidanzata, come chiedevano i pm.

Il legale di una vittima: «Non siamo soddisfatti del risarcimento»

Ha spiegato di non essere soddisfatto per la parte “economica” della sentenza a carico di Alberto Genovese, l’avvocato Luigi Liguori, legale della modella all’epoca 18enne vittima di abusi a Terrazza Sentimento nell’ottobre 2020. Il gup, infatti, nel condannare l’ex imprenditore a 8 anni e 4 mesi ha stabilito a suo carico una provvisionale di risarcimento da 50mila euro a favore della giovane. Risarcimento la cui entità integrale andrà stabilita in sede civile. «È più bassa di quanto ci aspettavamo», ha chiarito l’avvocato Liguori che nel processo aveva chiesto un risarcimento da circa 2 milioni di euro, facendo notare che la ragazza, dopo ciò che le è accaduto, non può più fare la modella ed è rimasta invalida al 40%. L’avvocato Gaia Inverardi, legale dell’altra giovane vittima, una modella di 23 anni che ha subito abusi a Ibiza, ha spiegato di essere soddisfatta perché «è stato riconosciuto l’impianto granitico della Procura da parte del giudice». Il legale non aveva chiesto risarcimenti. Risarcimenti che non sono stati decisi per due associazioni che erano parti civili davanti al gup.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x