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inchiesta “reset”

«Non ti muovere che c’è la Questura». Il clan cosentino blocca lo spaccio

I timori degli Abbruzzese, alias “Banana”, per i controlli delle forze dell’ordine. «Stanno facendo perquisizioni»

Pubblicato il: 20/09/2022 – 7:09
di Fabio Benincasa
«Non ti muovere che c’è la Questura». Il clan cosentino blocca lo spaccio

COSENZA E’ un giorno come tanti, uno di quelli che scorre tra incontri e spaccio. Ma qualcosa si inceppa nel meccanismo apparentemente perfetto messo in piedi dalla famiglia Abbruzzese soprannominata “Banana“, che a Cosenza si è accaparrata una fetta importante dello spaccio.

«Non ti muovere che c’è la questura»

Luigi Abbruzzese detto “Pikachu”, dopo aver incontrato Salvatore Calandrino (entrambi risultano indagati nell’operazione “Reset”), rientra nella sua zona a via Popilia, all’ultimo lotto, per prelevare lo stupefacente da consegnare. A pochi metri da casa però viene immediatamente allertato da Ivan Barone (anch’egli indagato) della presenza di una pattuglia delle Forze dell’Ordine che si sta aggirando nella zona. «Sono là! Vedi che ci fermano con la paletta, vattene diritto». I controlli delle forze dell’ordine sono assidui, ed è il 4 marzo 2019 – come si rileva da due conversazioni captate attraverso l’intercettazione telematica attiva sul telefono di Luigi Abbruzzese – quando “Pikachu” insieme al fratello Marco, al cognato Antonio Abruzzese e Claudio Alushi (indagato) interrompono improvvisamente «i loro movimenti illeciti» a causa della presenza di alcune pattuglie della polizia. Gli indagati sono fortemente preoccupati e cercano di seguire passo dopo passo le mosse degli agenti, anche perché in qualche auto nella loro disponibilità è celata qualche sostanza illegale. «Non ti muovere che c’è la Questura! L’hai vista? Chiuditi il portone… che tieni il portone aperto! Hanno parcheggiato sotto il balcone sotto da lui (…) Hanno parcheggiato là, hanno guardato per salire e poi se ne sono andati». Alushi è molto preoccupato: «Minchia abbiamo anche i pezzi della macchina qua». Luigi è preoccupato per cui incarica il cognato Antonio Abruzzese di nascondere la droga.

«Stanno facendo perquisizioni»

Il territorio di Cosenza e dell’hinterland viene battuto a tappeto dalle forze dell’ordine. Gli animi all’interno della famiglia “Banana” sono agitati e si temono ripercussioni. E’ il primo febbraio 2019, quando chi indaga intercetta una conversazione tra Luigi Abbruzzese e Claudio Alushi «perché rinviino un’attività di cessione di droga nel centro storico di Cosenza», a causa della presenza della Polizia, rimandando le consegne al giorno successivo «La Questura a Cosenza vecchia, se scendono da là è capace che vengono qua… no? Digli di rimandarlo…mandalo a Bologna ad altre parti...eh ci sono perquisizioni in giro… oi a tetelluzzu stanno facendo perquisizioni a Cosenza vecchia, ti immagini la prendo e vengono qua ed arrivano qua…eh…». Le comunicazioni sono continue tra i soggetti legati allo spaccio di droga. Nel gennaio del 2019, è sempre una intercettazione a cristallizzare la preoccupazione di due indagati coinvolti in un presunto episodio di cessione di droga. «Andrea Greco, prima di procedere ad uno scambio di droga, allerta Pietro de Mari (alias Cocco Bill) affinché faccia attenzione perché in zona c’è una pattuglia della Polizia con un’auto civetta». Il pericolo pare evitato, e Greco incontra un acquirente e gli consegna lo stupefacente per un importo di 250 euro.

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