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inchiesta “reset”

I clan cosentini a caccia di armi. «O andiamo a fare il furto o mandiamo qualche drogato»

Pistole e fucili sono introvabili. Le poche armi a disposizione costano “troppo” e le guardie giurate «si buttano pentiti e mi fanno arrestare»

Pubblicato il: 21/09/2022 – 8:00
di Fabio Benincasa
I clan cosentini a caccia di armi. «O andiamo a fare il furto o mandiamo qualche drogato»

COSENZA Non solo lo spaccio, i clan cosentini sono in fibrillazione. Servono armi per rafforzare il controllo del territorio ed imporre la forza intimidatrice nei confronti di tutti coloro che non intendono piegarsi al volere del sodalizio. E’ quanto emerge dall’inchiesta “Reset” coordinata dalla Dda di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri.

Servono pistole e fucili

Nel corso di una intercettazione, Marco Abbruzzese detto “Lo Struzzo” – membro della famiglia “Banana” – parla con Leonardo Bevilacqua. Quest’ultimo è ritenuto dall’accusa «partecipe dell’associazione» e si rende disponibile «per il traffico di sostanze stupefacenti mettendosi al servizio di Marco Abbruzzese dopo il suo arresto nel dicembre 2019». I due discutono dell’acquisto di alcune armi, «ad un prezzo più conveniente rispetto a quello inizialmente pattuito». I due si organizzano per comprare pistole e fucile al costo di 2.100 euro. Abbruzzese, dice: «eh…. 2100 euro…. ci deve dare anche il fucile che te lo devo regalare a te…se mi porta solo le pistole non ti posso regalare niente..che sul bene dei figli… mi servono quelle dopo…». In un’altra intercettazione, “Lo Struzzo” parla con Antonio Marotta detto “Capiceddra”, e un uomo non identificato. Il tema è sempre quello delle armi. Abbruzzese racconta di essere alla ricerca di una pistola calibro 9×21 ma che non riesce a trovare nemmeno a caro prezzo. «Tu, meno di due, due e cinque non ne trovi… sul bene di mia figlia, non la trovi proprio! (…) Tutti i giorni sul bene di mia figlia… (.. ,)…con te, ogni volta che lo vedo, ci butto la.:, anzi ti dico la verità!? Sto aspettando il momento che…è senza soldi… l’ho aspettato, l’ho trovato il momento giusto, sul bene di mia figlia non me lo ha voluto dare…e mille e cinquecento euro, io la so quanto la devo pagare».

Le guardie giurate «si buttano pentiti»

E’ lo stesso membro dei “Banana” ad ammettere di avere avuto in passato una pistola calibro 9 parabellum che poi, per necessità di soldi, ha dovuto vendere. «L’avevo… non ora… non ora… non le trovi più, l’avevo io, l’avevo io, come un coglione l’ho dovuta vendere che mi servivano i soldi», dice al suo sconosciuto interlocutore. Le armi non si trovano e l’ignoto interlocutore sottolinea la difficoltà del momento e l’impossibilità di reperire una pistola nemmeno con la complicità di qualche guardia giurata. «Ci sono queste guardie giurate e cose… si spaventano e si buttano pentiti, dicono che io glieli andavo a prendere e mi fanno arrestare… perdono il posto di lavoro gli tolgono il porto d’armi e lo tolgono…». Marco Abbruzzese ribatte suggerendo una soluzione. «Qualcuno che sappiamo che ce l’ha in casa, o ci andiamo noi a fare il furto o ci mandiamo qualche drogato e ce li compriamo noi, solo così le hai». “Lo Struzzo” racconta di aver problemi con il suo abituale fornitore deciso a non vendere un’arma. «Non te la do nemmeno per diecimila euro, trovami una nove per ventuno e te la do. Altrimenti resto io a scavallo. Se ti serve che ti litighi tu personalmente, però ho solo questa, capisci che non te la posso dare, non è una questione di soldi, me la puoi mettere anche diecimila euro, non te la do. Ho solo questa».

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