MILANO Arrivano dalla Calabria due nuovi Presìdi Slow Food: si tratta dell’arancia belladonna di San Giuseppe e del pomodorino siccagno di Zagarise, che saranno presentati ufficialmente nello stand della Regione Calabria a “Terra Madre Salone del Gusto” di Torino, rispettivamente il 23 settembre alle 11.30 (degustazione della composta di arance, a cura dei cuochi dell’Alleanza Slow Food in diverse preparazioni, dalla gelateria alla pasticceria), e alle 12 del 24 settembre (degustazione della conserva).
Il pomodorino di Zagarise, di forma tondeggiante, liscia o leggermente costoluta e colore rosso intenso, normalmente pesa tra i 40 e i 60 grammi: una pezzatura ridotta, come di piccole dimensioni è la pianta che difficilmente raggiunge il metro di altezza. Ogni pianta assicura all’incirca un chilogrammo di bacche, quantitativi ragguardevoli considerate le dimensioni del fusto, ma decisamente inferiori alle rese delle cultivar di pomodori più produttivi che, infatti, negli ultimi anni hanno invaso il territorio di Zagarise, comune del Catanzarese che copre un dislivello di quasi mille metri partendo dai circa 65 metri sul livello del mare. Il pomodorino ha un fabbisogno idrico infinitamente ridotto rispetto alle altre varietà. «La selezione operata dai contadini ha prodotto un miglioramento nella varietà: anno dopo anno, gli agricoltori hanno scelto le piantine più resistenti e, da quelle, ottenuto i semi per gli anni successivi», ha spiegato Luigi Mangone, referente dei quattro produttori che oggi aderiscono al Presidio, aggiungendo che «il suolo di Zagarise è certamente fertile ma il fatto che la pianta cresca ovunque è la dimostrazione della sua capacità di adattamento». La elezione fatta nel tempo ha prodotto anche maggiore resistenza ai parassiti: «Le piante – ha concluso – oggi sono protette solo con macerati di ortica, di aglio, di peperoncino o di cipolle, soluzioni che vengono irrorate in maniera preventiva».
Per quanto riguarda l’arancia belladonna, Slow Food spiega che cresce nella frazione di Villa San Giuseppe del Comune di Reggio Calabria, nell’area del fondovalle compresa tra le fiumare del Gallico e del Catona, due corsi d’acqua che dall’Aspromonte scendono fino allo Stretto di Messina. Si tratta di una varietà di arance tardive, che giungono a maturazione tra aprile e maggio: hanno pezzatura media, che si aggira intorno ai 200 grammi, forma ovoidale e buccia sottile: il frutto, ottimo da mangiare fresco, può anche essere trasformato in marmellate e scorzette candite. La polpa dell’arancia belladonna è bionda, molto ricca di succo e con pochissimi semi. «La belladonna è in via d’estinzione a causa dell’abbandono degli appezzamenti da parte dei produttori, avvenuto perché questa arancia ha smesso di essere remunerativa» sintentizza Francesco Caridi, referente dei cinque produttori che aderiscono al Presidio Slow Food, evidenziando però che questa arancia «esprime l’identità del nostro paese: la vita, da queste parti, per lungo tempo ha girato attorno a questo frutto». La produzione, sommando i cinque produttori che aderiscono al Presidio, si attesta intorno ai cinque-seicento quintali: «C’è l’annata in cui le piante sono cariche e quella in cui le arance si contano sulle dita di una mano – conclude Caridi – quindi negli anni, per cercare di mantenere in vita le aziende agricole, abbiamo diversificato».
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