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Diario di guerra

Putin minaccia l’Occidente con il nucleare: «Non è un bluff»

Il leader russo: «Pronti ad usare tutti i mezzi per difenderci». E ordina la mobilitazione parziale dei riservisti

Pubblicato il: 21/09/2022 – 12:22
Putin minaccia l’Occidente con il nucleare: «Non è un bluff»

MOSCA Il giorno dopo l’annuncio dei “referendum” nei territori ucraini occupati, Vladimir Putin ha ordinato la «mobilitazione parziale» dei riservisti per «difendere la Russia» che «l’Occidente vuole distruggere» ed è tornato a minacciare l’uso di armi nucleari. «Quando la sua integrità territoriale è minacciata, la Russia usa tutti i mezzi a disposizione», ha detto nell’atteso discorso video preregistrato.
Per il capo del Cremlino, infatti, l’Occidente vuole «indebolire, dividere e distruggere la Russia». «Ma coloro che cercano di ricattarci con armi nucleari devono sapere che le abbiamo anche noi». Seduto stesso tavolo dal quale aveva annunciato l’attacco all’Ucraina a febbraio, nel secondo discorso alla nazione da sette mesi, Putin ha ripetuto due volte la sua minaccia: «Non sto bluffando».
Il capo del Cremlino ha accusato l’Occidente di usare l’Ucraina come strumento per attaccare la Russia: l’Occidente, che «dice apertamente di aver dissolto l’Urss nel 1991», ora ritiene sia arrivato «il momento di fare lo stesso con la Russia».
«Gli Occidentali hanno spinto l’Ucraina in guerra con noi», sabota sistematicamente i tentativi di dialogo e «Kiev rifiuta di negoziare la pace».
Secondo Putin, l’Occidente usa addirittura il «ricatto nucleare». «Non sono solo gli attacchi incoraggiati dall’Occidente contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia, che possono causare una catastrofe atomica, ma anche le dichiarazioni di alti funzionari della Nato sulla possibilità di usare armi di distruzione di massa contro la Russia».
«Ma coloro che cercano di ricattarci con l’arma nucleare dovrebbero sapere che la rosa dei venti può girare nella loro direzione».
Putin ha poi ordinato un aumento dei fondi per aumentare la produzione di armi del Paese e sostenere lo sforzo bellico; e assicurato che «pieno sostegno» alla decisione presa dalla maggioranza dei cittadini delle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, e degli oblast di Kherson e Zaporizhzhia, nei cosiddetti “referendum” per l’adesione al territorio della Federazione russa.

Prima mobilitazione russa dopo la Seconda Guerra mondiale


Si tratta della prima mobilitazione russa dalla Seconda Guerra mondiale e il decreto è già stato firmato: saranno convocati, ha precisato Putin, solo i riservisti che hanno esperienza militare, che avranno la paga degli attuali soldati a contratto e riceveranno un ulteriore addestramento prima di andare al fronte.
Secondo il ministero della Difesa saranno mobilitate 300mila persone (poco più dell’1 per cento del potenziale complessivo, 25 milioni): è stato il capo della Difesa, Serghei Shoigu, in un discorso diffuso subito dopo quello di Putin, a dare le cifre. Il ministro, per la prima volta da marzo, ha anche dato il numero ufficiale delle vittime da parte russa. «Sono 5.937 morti», neppure 6mila, dunque: un numero che è un’inezia rispetto agli «oltre 100mila morti» attribuiti alle fila ucraine, infinitamente inferiore rispetto alle stime occidentali delle perdite russe e che comunque non giustificherebbe la mobilitazione.

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