Prima Catania, di notte; poi Ascoli Piceno e Teramo, poi ancora Genova e Modena: la terra ha tremato in più zone d’Italia a intervalli quasi regolari; tre terremoti scollegati tra loro che fortunatamente non hanno provocato danni ma che hanno visto aumentare gradualmente la potenza e, soprattutto, dal sud al nord hanno scosso case e ospedali, scuole e industrie. E fatto crescere la paura, uguale in tutta Italia. E’ notte a Ragalna (Catania) quando arriva la prima scossa di magnitudo 2.5. Sono le 23.51. Poi tutto sembra calmarsi. Alle 2.33 una lieve scossa percuote Acquasparta (Trapani) con una magnitudo di 2.1. Poi alle 4,21 tocca a Paternò, la scossa aumenta la sua forza, è a 3.6. Si abbassa l’ipocentro, ma la scossa è più intensa. Non ci sono danni. La notte passa tranquilla, ma alle 7.53 la terra si sveglia e scuote Montone, a Perugia: due scosse di 2.0 e 2.1 nel giro di una manciata di secondi. Poi più nulla fino alle 12:24 e alle 12.25: è il turno di Ascoli Piceno. Il terremoto torna con due diverse scosse: la prima ha un’intensità di 4.1, la seconda di 3.6. La gente è scesa in strada, alcune scolaresche sono state fatte uscire e radunate nei campetti degli istituti. Viene sospesa la circolazione dei treni lungo la linea ferroviaria Ascoli Piceno-Porto d’Ascoli, sostituita da servizi bus. Anche in questo caso nessun danno. Ma la paura sì, è stata tanta. Quelle scosse sono state lievemente avvertite anche nel Teramano dove, 10 minuti dopo la seconda scossa, ne arriva un’altra: la rete Ingv segnala alle 12:35 una scossa con epicentro a 3 km da Civitella del Tronto (Teramo) dove si decide di evacuare alcune scuole. La situazione è sotto controllo, anche in questo caso nessun danno a alle cose né alle persone. Sembra che la Terra si sia finalmente acquietata. E invece non è così. Alle 14.18 nel mare davanti a Reggio Calabria, a 55 km dei profondità viene registrata una scossa di 3.2 di intensità. Passano 80 minuti di silenzio. Poi, alle 15.39 – a oltre mille chilometri di distanza – una scossa da 4.1, la più violenta di quelle avvenute oggi in Italia, scuote Genova e il Genovesato. l’ipocentro a 2 km a ovest di Bargagli, un paesino con poco più di 2 mila abitanti nella Città metropolitana di Genova. “Ero a casa e ho sentito una scossa fortissima . ha detto all’Ansa il sindaco di Bargagli Sergio Casalini -, tutto ha iniziato a oscillare e i soprammobili sono caduti. Per fortuna nessun danno ma solo tanto spavento”. Crolla una statua davanti alla chiesa di Pieve Alta, a pochi chilometri da Genova, le persone scendono di corsa in strada, il centralino del Policlinico San Martino viene preso d’assalto con oltre 140 telefonate in una manciata di minuti a ridosso dell’evento: tanta ansia, consigli su come comportarsi se c’è un malato in casa. La sala di Protezione civile ligure si mette in contatto col Dipartimento e avvia il monitoraggio sui danni. I vigili del fuoco di Genova intervengono su una quindicina di casi di distacco di intonaci. Il governatore Toti scrive un tweet per avvertire la popolazione, poi spiega che al momento “non ci sono fortunatamente feriti”. Trenitalia sospende la circolazione dei treni per verifiche tecniche tra Genova e Recco. Sembra finita e invece non è così: alle 17.47 la terra trema a Pievepelago (Modena), 3.8 di intensità, e poi ancora a Fosciandora (Lucca), due scosse in un minuto, la più forte di magnitudo 3.2. E ancora nelle Isole Eolie (2.6) e poi ancora a Civitella del Tronto (2.0). Dalle 23.51 di ieri sera Invg ha registrato in tutto 21 scosse di terremoto di intensità variabile (magnitudo da 2.0 a 4.1) in sette regioni: Sicilia, Calabria, Marche, Liguria, Emilia Romagna e Toscana. Nessun danno importante. Ma paura, tanta e ovunque.
x
x