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La riflessione

«Quel siculo d’Arabia, ultimo epigono di Marinetti»

Chissà se si arrabbierebbe Pietrangelo Buttafuoco se fosse considerato di destra, lui che appartiene, con Franco Cardini e Marcello Veneziani, all’unica triade che viene in mente quando si tenta d…

Pubblicato il: 22/09/2022 – 8:06
di Mario Campanella *
«Quel siculo d’Arabia, ultimo epigono di Marinetti»

Chissà se si arrabbierebbe Pietrangelo Buttafuoco se fosse considerato di destra, lui che appartiene, con Franco Cardini e Marcello Veneziani, all’unica triade che viene in mente quando si tenta di fare da contraltare al dominus culturale della sinistra
Forse è meglio definirlo socialista tricolore, l’ultimo epigono rimasto di una vasta cultura ignorata e coperta dal dogma gramsciano, partita dal futurismo e rimasta tenuamente in vita nonostante tutto.
Catanese, prossimo alla sessantina, dichiaratamente islamico per assonanza geografica, cultore di Federico II e della sua magnificenza Buttafuoco, proveniente da un’importante famiglia missina, ha disvelato più di tutti, con la sua arguzia, l’indefinito che passa tra la metamorfosi fascista del socialismo rivoluzionario e le sue contaminazioni, infinite e sottaciute.
D’animo profondamente mediterraneo, capace di definire la psicanalisi :”superstizione occidentale “e di narrare la devozione con cui Khomeini, da malato, salutava ogni istante la moglie, Pietrangelo è stato praticante giornalista al Secolo d d’Italia, giovane direttore de L’Italia Settimanale (proprio quando lo scrivente andava via) e redattore di tanti quotidiani nazionali di prestigio, sdoganando un mondo congelato dalle mestizie di Salò.
Per parallelismo avrebbe potuto essere il Bottai di una destra di governo troppo incolta per accoglierne il talento.
Romanziere di successo, Le uova del drago rimane la sua opera più bella, profezia mistica di un avvenire incompiuto, dal quale potranno nascere intuizioni di resurrezione storica.
Non una Regione, di centrodestra, che abbia pensato di nominarlo assessore alla cultura, forse per il timore di scoprire la propria ignoranza plebea al cospetto di tanta superiorità intellettuale.
Buttafuoco, nonostante la sua giovane età, è già un’icona di resistenza al dominio del pensiero unico, che la stessa destra nelle sue varie declinazioni di governo non ha inteso mai sfiorare
Il Teatro che scorre nelle arterie della tragedia sicula lo ha rapito all’attualità.
Ma la sua interpretazione lucida di una realtà in movimento non è scalfita.
Amante anche lui, inevitabilmente, di Evola e di Guenon, spirito eretico e immanente, Buttafuoco è il sacerdote ortodosso che tutela una liturgia di patrimonio immenso, eppure ignorata da un luogo politico in cui la maggioranza non è andata mai oltre la lettura dei test della patente.
Se Meloni cercasse un ministro della Cultura innovativo se lo ritroverebbe a due passi da casa ma il dubbio è che prevalga, anche stavolta, l’uniformita al continuiamo
E così Pietrangelo rimarrà, eternamente, l’archivio prezioso da non consultare, il figlio prediletto del futurismo.
*giornalista

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