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La decisione

Uso medico della cannabis, assolto il giovane paolano

Cristian Filippo, affetto da fibromialgia, a processo per aver coltivato cannabis per curarsi: «Spero che a nessuno capiti la stessa sorte»

Pubblicato il: 22/09/2022 – 15:58
Uso medico della cannabis, assolto il giovane paolano

PAOLA Assolto perché il fatto non sussiste Cristian Filippo – paziente affetto da fibromialgia – che si è presentato stamane per la quarta volta davanti al giudice del Tribunale di Paola.  Il giovane, di 25 anni, era accusato per aver coltivato due piante di cannabis che utilizzava per lenire i dolori causati dalla sua malattia. Cristian Filippo è stato seguito dall’associazione Meglio Legale, che gli ha offerto assistenza legale tramite il lavoro dell’avvocato Gianmichele Bosco, del Foro di Catanzaro.

La pianta gli serviva per curarsi: il 25enne calabrese è stato assolto con formula piena.

Aveva iniziato una piccola coltivazione domestica dal momento che non riusciva a recepire la medicina tramite il Sistema Sanitario Regionale. La Calabria, infatti, è una delle tre regioni italiane (insieme a Molise e Valle D’Aosta) che non hanno un decreto regionale per recepire le direttive del Ministero della Salute che prevedono la possibilità di curarsi con questo tipo di terapia.
Il giovane era stato arrestato all’inizio di giugno 2019, dopo un mese di domiciliari e due di obbligo di firma, il processo è arrivato oggi alla sua conclusione.  

Cristian: «Speriamo che altri non si ritrovino nella mia stessa situazione»

«Sono felicissimo di questa assoluzione, c’è voluto molto tempo e l’attesa di questo momento non è stata facile. Questa conclusione è un messaggio importante, non solo per me, ma per tutte le persone che si trovano nelle mie condizioni: la mia è stata una necessità. Ho voluto sopperire a una mancanza e l’ho voluto fare senza andare nelle piazze di spaccio. Speriamo che in Italia altri non si ritrovino nelle mie situazioni, sono stati tre anni d’inferno». Ha detto Cristian Filippo appena uscito dall’aula del Tribunale.

Le reazioni

«Milleduecento giorni. Dal giugno 2019 ad oggi ci sono voluti milleduecento giorni per stabilire che Cristian era innocente. Non è solo il tempo a pesare in questa storia: è lo stigma che rovina la vita persino a chi della cannabis ha bisogno per curarsi. È il pregiudizio fatto proprio dalle istituzioni, da chi non vede l’assurdità di un sistema che impegna forze dell’ordine, avvocati, tribunali per processare un ragazzo che non era certo uno spacciatore e che per quella cannabis ha pure una prescrizione medica». Ha detto Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio Legale, associazione che ha seguito e segue molti pazienti e che nel 2021 era al fianco di Walter De Benedetto.
«Finalmente è stata fatta un po’ di giustizia per Cristian Filippo che da anni subisce vessazioni dovute a una legislatura che non tutela chi utilizza canapa per scopro terapeutico. Speriamo che questa sentenza possa aiutare il legislatore affinché intervenga in merito, non è giusto che questi soggetti abbiano una duplice difficoltà: data dalla malattia e dalla difficoltà nell’avere una terapia». Ha commentato l’avvocato Gianmichele Bosco.
Fuori dal tribunale, per un sit-in convocato dall’Associazione Meglio Legale, anche la deputata del Partito democratico Enza Bruno Bossio e le associazioni del territorio, Arci Cosenza e Filorosso ’95. A sostegno del giovane e sono arrivati nel corso della giornata i messaggi del Presidente di +Europa Riccardo Magi e della Senatrice e leader del partito Emma Bonino che ha detto: «È assurdo è che le istituzioni non tutelino pazienti e consumatori, che in Italia sono 6 milioni, lasciandoli nelle mani della mafia. Legalizzare vuol dire far entrare 7 miliardi nelle casse dello stato e garantire più sicurezza: per me questa è una priorità».
«L’assoluzione da parte del Tribunale di Paola del ragazzo affetto da fibromialgia che coltivava piantine di cannabis per ottenerne il farmaco necessario a lenire i dolori derivanti dalla malattia, non trattabili con terapie tradizionali, conclude per il meglio una vicenda che però deve continuare a far riflettere – così esordisce il capogruppo al Consiglio Regionale per “De Magistris Presidente”, Ferdinando Laghi. La cannabis a uso terapeutico è un farmaco a tutti gli effetti e, come tale, non può essere riservata a chi può permettersi di acquistarla, avendone le possibilità economiche. E privandone, invece, i meno abbienti o costringendoli, come nel caso in questione, a iniziative che ne mettano a rischio addirittura la libertà personale, oltre che la fedina penale. Personalmente ho seguito la vicenda del ragazzo fibromialgico, attraverso l’Associazione Meglio Legale- continua il consigliere Laghi-, e sono stato felice dell’esito, per altro assolutamente non scontato. Come Consigliere regionale credo, però, che ci sia ora l’urgenza che situazioni del genere, con il loro carico di ansie, preoccupazioni, rischi legali ed anche di spese da parte della pubblica amministrazione, non abbiano a ripetersi. E’ necessario che anche la Calabria entri nel novero delle regioni che già da tempo prevedono la fornitura gratuita della cannabis terapeutica –ribadisco, un farmaco! – a pazienti affetti da malattie che ne possano trarre giovamento, in alternativa a cure tradizionali inefficaci o gravate da intollerabili effetti collaterali negativi. E’ questo lo scopo e l’obiettivo – conclude Laghi- della proposta di legge da me illustrata in Commissione regionale sanità e sottoscritta dal Presidente Comito e da tutti i componenti della Commissione, quattro dei quali medici. Una legge di civiltà, ormai prossima ad essere portata in aula, che, spero presto, avrà il merito di contribuire ad eliminare odiose disparità sociali ed economiche nel delicatissimo ambito della tutela della salute e ad impedire che vicende come quella di Paola abbiano a ripetersi».

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