Sembra che la inesistente campagna elettorale di Catanzaro sia caratterizzata in modo particolare dalla questione della Facoltà di Medicina in Calabria. A me sembra che l’istituzione di un corso interateneo (forse il primo in Italia) che mette assieme le competenze clinico-biologiche dell’Umg e quelle tecnologiche dell’Unical sia una operazione virtuosa. Tuttavia alcuni e tra questi persone che io stimo e che sono certamente molto più esperte di me di dinamiche accademiche (cito Nicola Fiorita e Valerio Donato) temono che dietro questa operazione si nasconda la malcelata volontà dell’Unical di ottenere una duplicazione della Facoltà di Medicina. Si tratterebbe di un fatto assurdo e drammatico come ben sa chi, come me, ha seguito, per anagrafe e per varie contingenze, le difficoltà della istituzione a suo tempo di Medicina a Catanzaro. Bene ove questo fosse vero, e forse lo è, è giusto che la città reagisca per difendere una delle poche cose che non le sono state portate via ed è ben giusto che all’interno del Consiglio comunale stia prevalendo, come mi pare di capire, una posizione unitaria tra maggioranza e opposizione. La soluzione tuttavia non può e non deve avere un carattere municipalistico, deve invece essere di alto profilo. Da più di 40 anni non si riesce a trovare una quadra tra la città, le forze professionali sanitarie di Catanzaro e il mondo accademico. Le responsabilità è un po’ di tutti ma principalmente della politica di ogni colore che è stata incapace di immaginare per la Calabria un sistema di sanità (di cui la Facoltà di Medicina deve inevitabilmente far parte) che andasse oltre la clientelare mediazione del consenso. La risposta deve essere quella di riuscire a realizzare finalmente una equilibrata integrazione tra il mondo ospedaliero e quello accademico che non mortifichi nessuno e che non obbedisca a criteri come quelli che sono stati ventilati negli ultimi giorni (posti apicali vacanti per esempio). A tal fine forse il lavoro della Commissione all’uopo istituita non si sta rivelando di grande impatto. Lavoriamo a una grande Azienda di 800 posti letto che, invece che quella ridicola di Dulbecco (nato per puro caso a Bellavista), assuma la denominazione di Azienda ospedaliero-universitaria della Calabria. Altrimenti cosa chiediamo che il presidente della Giunta e il Rettore dell’Unical promettano di non pensarci?. In alternativa stamattina il Pd catanzarese ha messo in scena una strapaesana (comprensiva di cassa da morto) degna della curva Sud di serie D con una trentina di amici, operatori sanitari da contare sulle dita di una mano e nessun studente che pure a Lido sono presenti in quantità. Spero che il Consiglio comunale si muova diversamente.
* Medico-dirigente sindacale
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