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inchiesta “reset”

La ‘ndrangheta cosentina fiuta «l’affare dei boschi». L’infiltrazione nel settore e la spartizione dei proventi

Il pentito Foggetti: «I cosentini pretendevano di avere una parte sulla esecuzione dei lavori boschivi, nell’altopiano Silano»

Pubblicato il: 25/09/2022 – 10:05
di Fabio Benincasa
La ‘ndrangheta cosentina fiuta «l’affare dei boschi». L’infiltrazione nel settore e la spartizione dei proventi

COSENZA Erminio Pezzi, ritenuto «membro della confederazione di ‘ndrangheta cosentina», rappresenta nella zona montana della Sila «un importante punto di riferimento dei vertici dell’associazione mafiosa». Lo mettono nero su bianco i magistrati antimafia, coordinati dalla Dda di Catanzaro, nell’inchiesta denominata “Reset”. Le indagini effettuate hanno fatto emergere la figura di Pezzi anche con riferimento all’atto intimidatorio ai danni di un imprenditore. La vittima, il 7 agosto 2019, aveva sporto denuncia alla stazione dei Carabinieri di Bocchigliero, dopo aver rinvenuto due bottiglie di plastica contenenti liquido infiammabile all’interno di un cantiere di sua proprietà.

L’intimidazione in Sila e la vendita di un bosco

Erminio Pezzi, come emerge dalle attività di intercettazione, «assume il ruolo di referente sul territorio al quale rivolgersi per chiedere protezione». E’ lo stesso Pezzi – in una conversazione con Ivan Muntualdista – a riferire della richiesta di intervento rivoltagli da un soggetto che evoca nel corso della conversazione. Nel corso del colloquio, Pezzi e Muntualdista, parlano di una vicenda riguardante la vendita di un bosco, ricadente nella zona montana della Sila, di proprietà di un terzo soggetto sopranominato “L’Americano”. Pezzi riferisce di essere stato avvicinato da una persona, che gli avrebbe chiesto: «Ermì fammi stare tranquillo. Vedi come possiamo fare che io mi metto a posto». Nella circostanza, il soggetto avrebbe riferito di aver già pagato «all’Americano» un prezzo maggiorato sulla cifra pattuita per l’acquisto del bosco. “L’Americano” però non avrebbe rispettato l’accordo. E qui entra in gioco Pezzi. In una telefonata, Montualdista e Pezzi fanno esplicito riferimento alla cifra corrisposta dal titolare del bosco “all’Americano”, il quale avrebbe dovuto poi corrisponderla ai «Cirotani», l’altra consorteria di ‘ndrangheta. Pezzi riporta le parole di tale “Giovanni”, il quale a suo dire avrebbe «mediato in occasione della trattativa riguardante la concessione del bosco» e avrebbe aggiunto che qualora “L’Americano” non avesse pagato 5.000 euro ai Cirotani, avrebbe interrotto i rapporti con quest’ultimo: «Pure Giovanni ha detto: “se non gli ha datò i cinquemila euro che mi ha preso in giro a me… con me questo ha chiuso, perché il bosco gliel’ho fatto prendere io”». E Pezzi aggiunge: «Se ha fatto una cosa di questa “l’Americano” in quelle zone non se ne vede più bene compà…quello tiene l’agriturismo, tiene animali, tiene cose, con i cirotani compà, se l’appurano i cirotani che ha fatto un un doppio gioco di questi, compà ha finito, e se l’ha fatto questo qua Ivanù, il ragazzo».

«L’affare dei boschi»

Le indagini hanno consentito, inoltre, di accertare l’esistenza di rapporti tra Adolfo D’Ambrosio ed Erminio Pezzi. E’ il collaboratore di giustizia Adolfo Foggetti a riferire sul presunto coinvolgimento di Adolfo D’Ambrosio «nell’affare dei boschi» e sugli accordi esistenti «tra i clan cosentini e crotonesi in merito alla spartizione dei proventi derivanti dall’infiltrazione di tale settore». Il pentito racconta: «Poco prima dell’arresto di Francesco Patitucci (dicembre 2011), ho saputo da Maurizio Rango che la nostra organizzazione criminale era stata trascurata, cioè non aveva avuto nessun introito relativamente ad un grosso disboscamento realizzatosi nella zona di Lattarico o comunque nella provincia di Cosenza e quindi nel territorio di nostra competenza. Pertanto Rango mi diceva che, insieme a Patitucci, aveva partecipato ad una riunione con persone, rappresentanti criminali rispettivamente di Cirò, Petilia Policastro e Rossano». Su Erminio Pezzi alias «Erminio di Camigliatello», Foggetti precisa: «Dopo l’arresto di Patitucci non c’era arrivato nessun introito, pertanto vi fu una seconda riunione cui parteciparono Adolfo D’Ambrosio e un’altra persona incaricata da Rango». Entrambi furono accompagnati «da tale Erminio, che vive nelle zone vicine a Camigliatello». «I cosentini – continua Foggetti – ribadivano che pretendevano di partecipare a quello che definivano “l’affare dei boschi”. I cosentini come gli altri pretendevano di avere una parte sulla esecuzione dei lavori boschivi, ovunque fossero svolti, nell’altopiano Silano».

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