CATANZARO Non è passato l’endorsement da sinistra di Jean-Luc Melénchon. Non è servito l’evento corsaro a Cosenza. E neppure l’appello alle sue due patrie: la Calabria – dove ha vissuto e lavorato come pubblico ministero – e Napoli – che ha amministrato per dieci anni da sindaco. Luigi de Magistris da sorpresa delle Regionali 2021 rischia di trasformarsi in meteora. Stella (cadente, per ora) non priva di generosità: nella consultazione che ha portato Roberto Occhiuto al governo della Regione avrebbe potuto agilmente entrare in consiglio regionale e garantirsi visibilità e benefit. Sarebbe bastato candidarsi anche nei collegi oltre che come aspirante governatore. Invece, per rispetto nei confronti dei candidati schierati a sostegno del suo progetto, l’ex primo cittadino partenopeo ha preferito correre soltanto per la presidenza della Regione: è arrivato terzo e la legge elettorale (forse non la più equa che sia mai stata scritta) lo ha escluso nonostante un ragguardevole 16,17% (che si è trasformato in due consiglieri regionali: Antonio Lo Schiavo e Ferdinando Laghi). Circa un anno dopo, de Magistris ci ha riprovato ma si è schiantato contro il 2,27% ottenuto nel plurinominale alla Camera: risultato che né lui né i suoi collaboratori immaginavano così basso. Anche i sondaggi più o meno clandestini dell’ultima ora accreditavano la formazione di “sinistra sinistra” di una percentuale al di sopra del 3%, qualcuno addirittura si spingeva fino al 5.
«Mi aspetto un buon risultato in Calabria, in Campania e nel sud in Italia – aveva detto a Cosenza – perché veramente siamo l’unica forza alternativa. Dobbiamo far conoscere il nostro simbolo visto che siamo appena nati, io sono molto contento anche del lavoro svolto fino a questo momento». «Dobbiamo togliere ai super ricchi e dare a chi sta in difficoltà, noi lo possiamo fare perché abbiamo le mani libere», il claim delle ultime giornate di campagna elettorale. Ma se il richiamo alle famiglie meno abbienti ha gonfiato il risultato del M5S targato Conte, l’appello di Unione popolare non ha fatto breccia nella sinistra orfana di una casa politica. Materiale su cui riflettere anche per de Magistris. Che, per adesso, si consola con l’uscita del suo libro “Fuori dal sistema”, nelle librerie dal 20 settembre. Con prefazione del magistrato Nino De Matteo che sottolinea la profonda amarezza di de Magistris nel definirsi «un “uomo delle istituzioni tradito più volte dallo Stato e dalle istituzioni”». Da oggi anche dall’elettorato calabrese. (redazione@corrierecal.it)
x
x