COSENZA Si torna in aula. In Corte d’Assise a Cosenza accusa e difesa occupano i banchi dell’aula 1 per il processo sulla morte di Denis Bergamini. Unica imputata Isabella Internò, ex fidanzata del giocatore di Argenta. Tra i testimoni, anche Padre Fedele Bisceglia, francescano dal cuore ultras. «Dopo tanti anni – dice al Corriere della Calabria – è difficile raccontare le sensazioni di dolore provate. All’improvviso è arrivata la notizia della morte di Denis e mi sono precipitato all’obitorio trovandomi dinanzi al corpo senza vita di un giovane che alcune ore prima era paladino del Cosenza Calcio. E’ difficile parlarne». Sulla morte, Padre Fedele non ha dubbi: «Al suicidio non ho mai creduto, è una burla, Denis è incappato in una dinamica diabolica». Anche Padre Fedele ricorda il calciatore. «Era solare e aveva una carriera davanti, sarebbe diventato un gioiello per i club di Serie A. E’ stato ammazzato, tutti quanti lo sappiamo».
Il giornalista Gabriele Carchidi è l’altro teste chiamato a raccontare quanto di sua conoscenza in merito alla morte di Denis Bergamini. «Credo che sia uno dei processi più importanti mai celebrati nella città di Cosenza – sostiene – mi chiedo come sia possibile dopo oltre 30 anni a non arrivare alla soluzione di un omicidio conclamato, come quello di Denis». «Siamo davanti ad una sorta di macchinazione diabolica – continua – che ha nascosto la verità alla famiglia Bergamini. Mai nessuno di noi ha creduto al suicidio».
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