CATANZARO La partita del governo. Impazza già il toto ministri dopo le elezioni che hanno decretato il trionfo di Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia e del centrodestra. La tempistica ovviamente non sarà breve, si parla della fine di ottobre una volta espletate tutte le procedure del caso. Il dato di partenza è rappresentato dai rapporti di forza consegnati dalle urne, nel contesto di un centrodestra che ha raggiunto il 44% e ha dunque la maggioranza piena. I quotidiani nazionali si sono già lanciati in retroscena, ricostruzioni e indiscrezioni sulle caselle del governo da riempire e da chi. Al momento, non si intercettano nomi di calabresi tra i papabili ministri, ma questo può non significare nulla (e comunque non sarebbe una grande novità).
Tuttavia, il dato della Calabria, sul tavolo delle trattative nell’ambito del centrodestra, potrebbe avere il suo impatto e produrre qualche risvolto. Il primo elemento da considerare riguarda Forza Italia: i berlusconiani sono la terza forza della coalizione ma se non sono ulteriormente calati nel peso all’interno dello schieramento lo devono all’ottima performance del partito in Calabria, che ha alzato la media nazionale con quel 15 e passa per cento che ha quasi raddoppiato il dato azzurro nel Paese. Una performance che sicuramente rappresenta un’importante e pesante carta che il governatore Roberto Occhiuto, insieme allo stato maggiore di Fi regionale composto dal coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori e dal responsabile Sud del partito, Francesco Cannizzaro (entrambi rieletti), potranno spendere sui tavoli romani, forti del robusto contributo che hanno dato alla causa e alla vittoria del centrodestra. Prevedibile, in questo senso, che lo stesso Occhiuto parta subito in pressing sul livello nazionale, un livello nel quale si è mosso da protagonista negli ultimi anni, prima da capogruppo forzista alla Camera e ora comunque ancora da presidente della Regione. Certo, all’appello di Forza Italia manca un collegio – quello di Cosenza e Tirreno, perso dal candidato Andrea Gentile per una manciata di voti – ma c’è da considerare l’imprevisto exploit del M5S (imprevisto almeno nelle proporzioni). E poi i berlusconiani in Calabria hanno anche “resistito” all’avanzata di Fratelli d’Italia, che nella regione è andata bene ma non ha dilagato come in altre parti d’Italia e non si è potuta fregiare del titolo di partito più votato sempre per il boom penta stellato.
A Roma queste valutazioni sicuramente avranno il loro spazio e il loro effetto, e certo nella distribuzione degli incarichi di governo e dintorni (sottosegretariati ma anche importanti ruoli parlamentari) Forza Italia e Fratelli d’Italia potranno rivendicare postazioni con riferimento alla rappresentanza calabrese, a differenza della Lega, che nella nostra regione è calata ancora di più rispetto al resto del Paese (circa il 5,8% rispetto all’8,8% nazionale), elegge sì un parlamentare in più rispetto al 2018 (tre contro due) ma non elegge il suo leader Matteo Salvini, che per entrare al Senato deve ripiegare su un’altra circoscrizione. Al momento, nel “gran ballo” del toto ministri la Calabria non affiora ma non per questo non spera. E importanti quotazioni per incarichi governativi di un certo rilievo – soprattutto quelli da sottosegretario ma mai dire mai… – sono attribuite dagli addetti ai lavori a big della politica regionale come la leader di Fratelli d’Italia Wanda Ferro (molto “sponsorizzata” però in sede territoriale anche per un ruolo da ministro) e gli stessi Mangialavori e Cannizzaro. In più, la Calabria confida anche nella nomina di ministri particolarmente “graditi” in alcuni dicasteri strategici in modo da non doversi presentare più – come ha detto lo stesso Occhiuto – «con il cappello in mano»: sotto quest’ultimo aspetto, nel toto ministri alcune ricostruzioni convergono sul nome di una delle leader di Forza Italia, Licia Ronzulli, molto vicina al partito regionale azzurro, alla guida del ministero della Sanità, e questo potrebbe creare una filiera molto produttiva per il settore calabrese. (c. a.)
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