CATANZARO Hanno scelto il rito abbreviato Pietro Rossomanno e Maria Procopio e il processo davanti al gup per loro avrà inizio il prossimo 10 gennaio con la discussione dell’accusa, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Irene Crea.
Pietro Rossomanno è accusato di omicidio colposo perché ritenuto responsabile della morte di Simona Cavallaro, 20 anni, uccisa il 26 agosto 2021 in seguito all’aggressione di un branco di cani nella pineta Monte Fiorino a Satriano.
La ragazza si era recata nella pineta con un amico per visionare il luogo il giorno prima di un pic-nic organizzato con amici quando sono apparsi un gruppo di ovini e caprini seguiti da 12 cani. La ragazza si è dapprima rifugiata in un casolare con l’amico poi ha deciso di uscire per raggiungere la macchina ma è stata letteralmente circondata e dilaniata dai cani tanto da morire per shock emorragico dovuto alle lesioni multiple patite e al depezzamento con lacerazione degli arti inferiori, del capo e delle pelvi.
Le indagini dei carabinieri di Satriano, con l’ausilio dei colleghi di Davoli, e coordinate dalla Procura guidata da Nicola Gratteri, hanno condotto a Rossomanno, 45 anni, proprietario del gregge, che il giorno dell’omicidio aveva lasciato incustodito e libero di vagare in una zona aperta al pubblico. E non era la prima volta.
L’accusa nei suoi confronti è di omicidio colposo, introduzione ed abbandono di animali in fondo altrui, pascolo abusivo, invasione di terreni ed edifici.
Di quest’ultimo reato è accusata anche la madre di Rossomanno, Maria Procopio. Infatti a circa 150 metri dal luogo della tragedia c’è l’ovile che sarebbe stato edificato in suolo di proprietà del Comune di Satriano destinata a pascolo/cespugli, area per la quale non è stato emesso nessun atto di concessione, fitto o titolo di proprietà in favore del Rossomanno o dei suoi familiari.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Vincenzo Cicino e Salvatore Staiano.
Nel procedimento si sono costituite parte civile il Comune di Satriano e la madre e il fratello di Simona.
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