LAMEZIA TERME Un mondo affascinante quello dell’apicoltura e della produzione del miele, raccontato attraverso la storia di Carlo Bova, apicoltore di professione, titolare di un’azienda agricola nel Catanzarese. È lui il protagonista dell’ultima puntata di “Coltiviamo capolavori” andata in onda ieri sera su L’altro Corriere Tv.
Il miele della Calabria è rappresentato da 1600 apicoltori, da 115.000 alveari e da 1500 tonnellate di miele, con un consumo medio di 500 grammi pro capite. La Calabria è la quarta regione in Italia produttrice di miele con tantissime varietà, e segue Piemonte, Toscana e Sicilia.
«La nostra storia di apicoltori – ha raccontato Bova nel corso dell’approfondimento di Confagricoltura condotto da Saveria Sesto – comincia sin dal 1900 con nonno Paolo, che possiamo già definire un apicoltore professionista, perché all’epoca lui aveva già quasi 300 alveari. All’epoca mancavano le tecnologie di oggi, ma era comunque un’attività che consentiva di dare reddito alla famiglia». Un’attività portata avanti poi dal padre di Carlo Bova che aveva 550 alveari e che ha tramandato ai figli. «Dopo papà – ha raccontato Bova – abbiamo proseguito io e mio fratello Paolo, costituendo prima una società, la Calabria Produce, poi con mia moglie abbiamo costituito la Mancini Daniela srl». La sede aziendale di Carlo Bova si trova ad Amaroni, in provincia di Catanzaro, conosciuta come la “Città del miele”. «In Calabria – racconta – due sono le città che sono attualmente riconosciute come grandi città del miele, Amaroni e San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria. Siamo un comune riconosciuto e associato alle grandi città del miele da oltre 20 anni ormai e ci fregiamo di questo bellissimo titolo perché è un riconoscimento che non viene dato a tutti». Il miele, spiega Bova, è «il prodotto ottenuto dalla lavorazione dei pollini e dai nettari, dalle api attraverso la masticazione di questi due elementi e con l’aggiunta dell’acqua otteniamo il miele. Qualsiasi cosa si aggiunga a questo prodotto non può essere più chiamato miele». Il miele non è un dolcificante, è un alimento e contiene tutta una serie di prodotti: polifenoli, vitamine, minerali. Per chi non è esperto – spiega ancora Bova – è davvero difficile distinguere un miele monoflora da un miele millefiori, spesso neanche il colore ci può aiutare in questo».
Quello delle api, afferma Bova, «è un mondo meraviglioso, un sistema perfetto, dove non ci sono api che non svolgano un ruolo all’interno dell’alveare. L’ape regina sta a monte e comanda la famiglia e dietro c’è un esercito di operaie». L’ape regina può arrivare a deporre fino a 3000 uova al giorno durante il periodo di produzione. Dopo 21 giorni nascerà un’ape. «Il ruolo più bello svolto dalle api – spiega Bova – è quello delle bottinatrici. Attraverso questa attività svolgono un grande servizio per l’agricoltura e per l’ambiente. Svolgono il ruolo di impollinatori volando da fiore in fiore per raccogliere il polline e trasportandolo all’interno dell’alveare dove viene masticato e lavorato e trasformato in miele».
C’è poi la questione che riguarda il monitoraggio del miele, il peso, il pericolo di furti e intrusioni, attraverso un device che consente all’apicoltore di avere piena contezza di quello che accade alle proprie arnie. «La tecnologia – racconta Bova- ha fatto passi da leone. Oggi quasi tutte le aziende, noi come tanti, disponiamo di alcune attrezzature elettroniche che ci consentono da casa di capire se quella postazione sta andando bene, se la fioritura ha raggiunto il picco. Abbiamo delle bilance che vengono posizionate sotto gli alveari e che trasmettono dei dati a un GPS, il quale ha delle funzioni particolari. Ci aiuta a rintracciare l’alveare nel caso venga rubato, ci dice poi il grado di umidità e anche la temperatura che c’è all’interno dell’alveare».
Prodotti antiparassitari e cambiamento climatico sono due nemici pericolosissimi per le api e di conseguenza per la produzione di miele. «La siccità, così come anche la pioggia nel periodo sbagliato per noi è un’avversità, non si riesce a produrre», afferma Bova, che aggiunge: «L’aspetto dei fitosanitari utilizzati in agricoltura è un dramma perché spesso i pesticidi vengono utilizzati in maniera sproporzionata rispetto a quello che è l’esigenza della pianta. Le api vanno a bottinare e si avvelenano. Ci vorrebbero maggiori controlli».
«La nostra è un’azienda – afferma Bova – che pratica il nomadismo». Il periodo di fioritura va da febbraio fino a luglio. L’azienda produce sia mieli naturali che mieli composti. Tra i mieli naturali ci sono: il miele di Zagara, il miele di acacia, il miele di Sulla, il miele di Millefiori, il miele di Eucalipto e il miele di Castagno. Tra i mieli composti ci sono quelli aromatizzati al limone, alla fragola, al cioccolato o con l’aggiunta di noci, mandorle o pistacchio. L’azienda produce inoltre il propoli e la pappa reale, ma non solo. È importante anche la produzione di manufatti creati dagli scarti di lavorazione: candele o statuine, profumatori, oggetti utilizzati come soprammobili, prodotti in cera d’api.
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