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«La Calabria che vogliamo nel prossimo governo»

Le elezioni consegnano la maggioranza al centrodestra e indicano il grande fatto innovativo di una donna alla guida del governo, primo caso assoluto dalla nascita della Repubblica. Apro una parent…

Pubblicato il: 28/09/2022 – 10:01
di Alfredo Antoniozzi*

Le elezioni consegnano la maggioranza al centrodestra e indicano il grande fatto innovativo di una donna alla guida del governo, primo caso assoluto dalla nascita della Repubblica. Apro una parentesi su questa novità, 46 anni dopo la nomina di Tina Anselmi a ministro e 43 anni dopo l’elezione di Nilde Jotti a Presidente della Camera. È indicativo che su questo terreno il fronte progressista sia rimasto indietro, perdendo negli anni una grande opportunità.

La Calabria partecipa alla nuova legislatura con la speranza di realizzare, nell’arco del quinquennio, provvedimenti e fatti concreti, in sinergia con la Regione, che la proiettino fuori da una condizione difficile. Non vi è dubbio che molto passi dal Pnrr e dalla sua attuazione. L’alta velocità, ad esempio, è un cardine infrastrutturale irrinunciabile per consentire alla nostra terra di uscire fuori dal l’isolamento e scaldarla con il resto dell’Europa.

Il progetto strutturale deve riguardare la mobilità, la sostenibilità ecologica e valorizzare le vocazioni di espansione turistica e produttiva, passando da un investimento forte su Gioia Tauro e sulla sua strategica posizione. Non vi è dubbio, e questo Meloni lo ha detto più volte, che la dimensione del sud deve essere quella mediterranea, da sempre (e oggi ancora di più) determinante per gli equilibri geopolitici.

Sia sul versante Jonico, con il completamento della 106 e l’aggancio al sistema portuale che collega Rossano Corigliano, Bari e i paesi dell’est, che su quello tirrenico bisognerà far prevalere le risorse endogene in grado di favorire scambi e di incentivare investimenti. La nostra leader ha chiarito che lo stato sociale sarà attivo e che, per quanti possono lavorare, il reddito di cittadinanza sarà sostituto da una defiscalizzazione delle assunzioni. Dovremo agire sul campo della formazione continua, recuperando da un lato vocazioni artigianali e incrementando in rete il sapere universitario che è di eccellente livello e che non ha bisogno di campanilismi.

La possibilità di variare il Pnrr non deve incutere timore ma favorire processi di partecipazione democratica che coinvolgano sindaci, borghi, comunità. Un problema che ci troveremo di fronte, tra i tanti, è la condizione drammatica di tantissimi comuni vicini al dissesto o dissetati, per i quali occorrerà una riflessione condivisa. Sulla sanità, poi, dovremo continuare la buona opera di risanamento iniziata da Roberto Occhiuto, terminare la lunga fase di commissariamento, continuare (tra 18 mesi dovrebbe terminare Sibari) con la costruzione di nuovi hub, dare forza al territorio, soprattutto pensare all’assistenza domiciliare integrata.

Abbiamo l’opportunità, come centrodestra, di lavorare in tandem con la Regione, realizzando con maggiore celerità quanto occorre alla Calabria. Su questo punto confido che i colleghi eletti all’opposizione possano dare il loro contributo operativo, nell’interesse generale. La Calabria, e chi scrive ne è stato testimone nella sua giovinezza, ha avuto momenti di grande spolvero quando i suoi uomini di Stato, provenienti da partiti diversi, hanno fatto squadra.

Imitare quelle virtù, in una modernità certo diversa, è un nostro obiettivo. La nostra speranza.

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