Mossa della Commissione Ue a favore del reddito minimo, per combattere povertà ed esclusione sociale, e sostenere l’occupazione. L’esecutivo europeo che il Consiglio adotti una raccomandazione agli Stati membri, perché rendano più moderni ed efficaci i regimi di reddito minimo, il sussidio che va a colmare il divario tra reddito percepito e il livello di entrate necessario invece per vivere una vita dignitosa. Lo scopo è raggiungere gli obiettivi sociali dell’Ue al 2030 di ridurre di 15 milioni le persone a rischio di povertà ed esclusione. E per gli Stati, avere il 78% della popolazione tra 20 e 64 anni di età occupato.
La raccomandazione voluta dalla Commissione copre diverse aree: migliorare adeguatezza, copertura e assunzione del reddito minimo. Migliorare l’accesso al mercato del lavoro per coloro che possono lavorare, e l’accesso ai servizi abilitanti ed essenziali. Promuovere il supporto individuale, e aumentare l’efficacia della ‘governance’ degli ammortizzatori sociali a livello comunitario, nazionale, regionale e locale, oltre ai meccanismi di monitoraggio e rendicontazione. Secondo le stime ricordate dall’esecutivo di Bruxelles nella Ue 95,4 milioni di persone sono a rischio di povertà ed esclusione sociale ed è occupato il 73,1% della popolazione tra i 20 e i 64 anni (dati 2021). Il 20% dei disoccupati, a rischio di povertà, non ha diritto attualmente a percepire alcun supporto al reddito.
Mentre all’inefficienza degli attuali schemi sul reddito minimo si imputa il fatto che tra il 30 e il 50% della popolazione che potrebbe beneficiarne non li percepisca. Agli Stati membri si raccomanda di conseguire un livello adeguato di sostegno al reddito entro la fine del 2030, salvaguardando la sostenibilità delle finanze pubbliche. Dovrebbero poi usare almeno il 25% dei fondi sociali europei per combattere l’esclusione sociale. Tra le possibili misure si segnala ad esempio l’importanza di criteri solidi e trasparente. E si sottolinea ad esempio l’importanza di criteri di ammissibilità trasparenti e non discriminatori, ad esempio facilitando la ricezione del sostegno al reddito per persona e non per famiglia, per promuovere la parità di genere e l’indipendenza economica, in particolare per le donne e i giovani adulti. La Commissione sottolinea anche l’importanza di migliorare l’accesso a mercati del lavoro inclusivi, attivando incentivi all’ingresso o ritorno nel mercato del lavoro.
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