AMANTEA Quattro condanne e dieci assoluzioni. È il verdetto del processo di primo grado che si è svolto a Paola dell’inchiesta scaturita su un presunto giro di appalti “aggiustati” al Comune di Amantea.
In particolare, il Tribunale paolano, presieduto da Alfredo Cosenza, ha condannato a tre anni e quattro mesi Angelino Romeo ritenuto responsabile di una presunta estorsione, Fabrizio Ruggiero (nella sua qualità di responsabile tecnico della “Multiservizi”) e Gregorio Bruno, a cui ad entrambi è stato comminata una pena di 9 mesi di reclusione e 900 euro di multa. Nove mesi di carcere sono stati inflitti anche per Pasquale Lo Cane.
Mentre il Tribunale ha assolto con formula piena Emma Pati, all’epoca dei fatti assessore del Comune Tirrenico e l’imprenditore amanteano Claudio Samà. Non ritenuti colpevoli dei reati contestati neppure l’ex presidente del Consiglio comunale Linda Morelli, ed i funzionari del comune Anna Concetta Trafficante e Nicola Raso. Così come è stato assolto Pino Furfari, Emilio Caruso, comandante della polizia municipale amanteana e l’agente Giacomo Bazzarelli. Infine per Fabrizio Ruggiero è stato assolto per l’altro capo d’imputazione contestata.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Paola, aveva interessato funzionari, dirigenti ed imprenditori del comune tirrenico e aveva portato nel giugno del 2018 ad una maxi operazione della Guardia di finanza.
Nell’inchiesta si contestavano presunti “accordi” nella gestione di appalti pubblici per alcuni servizi e lavori pubblici. In particolare gli appalti prevedevano 170mila euro per il porto di Amantea, 150mila euro per il servizio mense ed, ancora, 38mila euro per la gestione dei parcheggi ed infine diecimila euro per il servizio di derattizzazione del territorio amanteano.
Tutti appalti che secondo la tesi accusatori portata avanti dalla Procura retta del procuratore capo Pierpaolo Bruni, avrebbero subito «accordi clandestini e collusioni tra soggetti pubblici e privati».
x
x