LAMEZIA TERME Una “nuova” Regione anche nel suo immenso sottogoverno. I verdetti delle elezioni politiche di domenica scorsa non modificheranno soltanto la composizione della Giunta e del Consiglio regionale, con le surroghe di assessori e consiglieri eletti. Sarà infatti “valzer” delle nomine, dalle parti di Palazzo Campanella e poi anche della Cittadella, nomine che erano state “sospese” e rinviate per evitare strumentalizzazioni elettorali e “captatio benevolentiae” di sorta ma che adesso, a voto traguardato, saranno (dovrebbero essere) sbloccate. Forse già entro la prima decade di ottobre, riferiscono fonti vicine all’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Ci sono anche segnali in questa direzione, le “antenne” che la politica regionale avrebbe di nuovo riacceso focalizzando nuovamente la propria attenzione sulle dinamiche della Regione ora che la lunga estate elettorale è finita e si entra in un autunno comunque “caldo”.
E sarà davvero un “valzer”: a gestirlo il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso in virtù dei “poteri sostitutivi” che sono stati attivati dopo lo slittamento delle nomine – secondo prassi ormai consolidata – nei due Consiglio regionali nelle quali le designazioni erano state inserite all’ordine del giorno. Sono una settantina, più o meno, le nomine che “ballano” tra quelle di competenza dell’Assemblea regionale, nomine che sarebbero già state oggetto di confronto tra le forze politiche consiliari (di maggioranza soprattutto ma ce ne sono anche di spettanza delle opposizioni), forze che avrebbero anche raggiunto un’intesa di massima. Il procedimento è, del resto, in fase avanzatissima: di fatto, anzi, è già concluso con l’approvazione degli elenchi degli ammessi (qui i nomi), elenchi però tenuti in “stand by” per la coincidenza della campagna elettorale. Prima delle Politiche dunque non se ne è fatto nulla, per come dichiarato da Mancuso spiegando che il rinvio delle nomine era determinato dalla necessità di «non dare neppure il sospetto di voler incidere sul regolare e sereno svolgimento della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento italiano», per cui «ogni decisione sarà assunta all’indomani del voto». Ma ora le nomine sono “liberate”.
E sono tanti gli incarichi che la sempre munifica Regione mette a disposizione (anche e soprattutto della politica calabrese…) in questo “gran ballo” di nomine in organismi di vario genere e di varia importanza (in alcuni casi francamente quasi nulla): si va da cariche che hanno un certo spessore come quello dei quattro Garanti o quelli al Corecom e a Fincalabra a cariche dal sapore molto vago. Nel dettaglio, le nomine in questione riguardano quelli per Difensore civico, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Garante della Salute, Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, tre componenti Corecom, tredici donne componenti della Commissione regionale Pari opportunità, dieci componenti dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere. E ancora sette membri effettivi e sette supplenti nel Comitato Misto Paritetico per le servitù militari, tre rappresentanti (di cui uno in rappresentanza della minoranza) nella Consulta regionale per la difesa e tutela delle professioni, cinque esperti nell’Osservatorio regionale per lo sport, due componenti (di cui uno in rappresentanza della minoranza) nel Cda del Consorzio del Bergamotto, due membri nel Cda di Fincalabra, presidente e membro effettivo del collegio sindacale di Fincalabra, tre componenti (tra cui il presidente) nel Cda dell’Elaioteca regionale Casa degli Oli extravergini d’oliva di Calabria, revisore unico dei conti dell’Ente parco regionale, sei esperti di comprovata esperienza nel Nucleo tecnico della Cooperazione e Relazioni internazionali, revisore contabile del Consorzio per la tutela del Cedro. Sarà questa la prima “infornata” di nomine della 12esima legislatura. Fronte Consiglio. Perché poi ci sono quelle – altrettanto importanti – fronte Giunta. Qui mancano all’appello le designazioni dei vertici di importanti enti strumentali della Regione, come Calabria Verde, Calabria Lavoro e Arpacal. Anche qui tutto “bloccato” dal governatore Occhiuto fino a dopo le elezioni per la motivazione di evitare un’antipatica interferenza con le elezioni, con la proroga degli attuali commissari e con lo slittamento degli avvisi e le manifestazioni di interesse per trovare i vertici fino al 30 novembre proprio per garantire «la più ampia trasparenza e neutralità delle procedure di individuazione» dei vertici delle aziende. (c. a.)
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