COSENZA «Sono dati che, dalla mia impressione personale, corrispondono al vero. Naturalmente non abbiamo in mano dati concreti, non abbiamo certo chiesto a chi percepisce il reddito di cittadinanza per chi vota, ma probabilmente chi è percettore del reddito di cittadinanza, davanti alla paura che venga tolto, ha deciso di sostenere chi, al contrario, lo garantisce, vale a dire il M5S». Così all’AdnKronos don Bruno Di Domenico, direttore della Caritas di Cosenza-Bisignano, commenta i dati ufficiali relativi al voto delle classi sociali, con i poveri, disoccupati e più bisognosi che hanno votato per il M5S; operai, contadini, autonomi delle Pmi per la destra; ricchi, colti e statali per il Pd e, infine, gli elettori della cosiddetta Ztl per il Terzo Polo. «Ma è anche possibile – osserva don Bruno – che un povero abbia votato la Meloni per disperazione, magari pensando che riuscirà ad avviare uno sviluppo delle imprese in grado di creare lavoro. Anche questo è probabile».
Don Bruno, poi, si sofferma sul prossimo futuro, in attesa della formazione del nuovo governo: «Mi aspetto, e mi auguro – dice – che il prossimo governo faccia di più per i poveri, ce lo aspettiamo e ce lo auguriamo tutti. L’evidenza ci dice che c’è una crescente povertà, che crescerà ancora di più nei mesi autunnali. Gli ammortizzatori sociali e le misure di contrasto alla povertà esistenti non sono sufficienti, vanno sicuramente potenziati».
«Ci aspettiamo – conclude don Bruno – di vedere più sostegno per i bisognosi, ma non assistenzialismo, penso sia necessaria una promozione della persona, non tanto dare un contributo mensile fine a se stesso, anche perché il lavoro dà dignità, dunque pensiamo sia necessario dare un’opportunità soprattutto qui nel Sud Italia. Un’opportunità lavorativa per tutti, anche per il disabile, che percepisce 280 euro al mese. Che ci fa? Magari, invece, ci sono tanti disabili che potrebbero dare il loro contributo nel mondo lavorativo. Dargli mille euro per tenerli a casa non è il mio ideale. Ovviamente per chi è impossibilitato a svolgere qualunque funzione, è giusto, ma se a un disabile si può dare l’opportunità di fare una fotocopia, preferirei questo, così da farlo sentire realizzato, valorizzato e utile, per se stesso e per la società. Mi auguro, dunque, che il prossimo governo agisca in questa direzione».
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