COSENZA Resta in carcere l’imprenditore di Rende Ariosto Artese, indagato nell’inchiesta “Reset” della Dda di Catanzaro. Sulla posizione di Artese (difeso dall’avvocato Gianluca Acciardi), fratello della vicesindaco della città di Oltrecampagnano, si è espresso lunedì 3 ottobre il Tribunale della Libertà di Catanzaro. L’imprenditore – per l’accusa – «pur senza far parte dell’associazione a delinquere, quale contropartita della protezione a lui offerta dai membri del predetto clan, contribuiva concretamente alla conservazione, al rafforzamento ed al raggiungimento degli scopi del sodalizio di matrice ‘ndranghetista, egemone sul territorio della città di Cosenza e della relativa provincia, mettendo a disposizione dello stesso le sue risorse economiche e le sue relazioni imprenditoriali». Artese, inoltre, avrebbe anche svolto il ruolo «da intermediario in una vicenda usuraria e si sarebbe prodigato nella mediazione finalizzata a far ottenere a Roberto Porcaro una partecipazione ai proventi della richiesta estorsiva da formulare al gestore di un parcheggio di veicoli di prossima apertura». (redazione@corrierecal.it)
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