ROMA «Sono stati fatti errori clamorosi, a cominciare dalla legge elettorale, anche perché il Parlamento era stato ridimensionato nei numeri. È vero che ognuno tenta di farsi una legge dove ci sia la possibilità di un segretario che gli permetta di nominare persone non lontane da lui, ma questo è stato catastrofico. Una legge oscena, dove salta la rappresentanza che è elemento centrale». Non la manda a dire, conversando con l’Adnkronos, Agazio Loiero, ex governatore della Calabria, protagonista dei primi passi del Pd, di cui è stato fra i fondatori e membro del comitato nazionale. «Una legge che ha bisogno soprattutto delle alleanze non funziona, peraltro approvata con la fiducia, una legge che dovrebbe essere non di parte ma obiettiva», spiega l’ex senatore. E sulla crisi del Partito democratico osserva: «Il partito ormai non è certo quello degli albori. All’inizio, quando si andava alle urne c’erano file interminabili, c’era entusiasmo, adesso tutto questo è saltato, la gente vota per noia, non per convincimento». Basta pensare, affonda, «che uno dei possibili candidati segretari è uno che si chiama Bonaccini. Fino a mesi fa era d’accordo con il presidente della Lombardia e del Veneto a fare l’autonomia differenziata, ovvero portare al disastro tutto il Mezzogiorno». Per risorgere, il Pd «dovrebbe cominciare daccapo – puntualizza -. Non è facile, bisogna ammettere i propri errori che è una delle operazioni più difficili nella vita dei partiti, ma anche nella vita degli uomini». Cambiare il simbolo? «Può avere una sua importanza – ammette Loiero -. Confesso che sono un po’ legato al simbolo, ma se deve essere fatta una vera riforma radicale, ben venga un altro simbolo». E sul toto-nomi che riguarda il nuovo segretario, l’ex senatore è tranchant: «Non farei nomi in questa fase, bisogna creare un involucro nuovo, pensare ad una cosa totalmente nuova. Oggi c’è un distacco tra il Nord e il Sud che è drammatico, di cui nessuno parla. Questo porta il messaggio generale che se si vive al Sud si hanno minori diritti. Il Pd è stato vicino ai diritti civili, ma meno vicino ai diritti sociali, che sono in pienissimo abbandono. Ci dovrebbe essere qualcuno che evidenzia questo. Ecco, mi aspetterei che il prossimo segretario fosse almeno un meridionale».
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