SAN GIOVANNI IN FIORE «È un venerando altipiano granitico, che già si ergeva qui quando gli orgogliosi Appennini sonnecchiavano sul letto melmoso dell’Oceano, una regione dolcemente ondulata con le cime delle colline coperte di boschi e le valli in parte coltivate e in parte adibite a pascolo». Norman Douglas, eccentrico e raffinato scrittore inglese, raccontava così l’altopiano silano nelle pagine del suo “Old Calabria”, oggi, Parco Nazionale della Sila. Centosessantamila ettari di venerande montagne, dolci colline, fitti boschi, ampie valli e laghi esuberanti, popolano la Sila Greca, la Sila Piccola e la Sila Grande, Camigliatello e Lorica con i laghi Cecita e Arvo, le località turistiche più importanti. E in questi luoghi, lungo i sentieri di San Giovanni in Fiore, che Gioacchino da Fiore, abate calabrese, teologo e scrittore, fondatore di monasteri ed ispiratore del moderno pensiero occidentale decide di fondare il suo ordine monastico. Le sue visioni hanno attraversato i tempi e continuano ad influenzare, anche oggi, larga parte del cattolicesimo. Il suo messaggio di speranza oggi assume un valore straordinario per l’intero pianeta, segnato da guerre e crisi. Dal cuore della Sila, l’abate calabrese continua a scuotere le coscienze a invitare gli uomini a guardare la luce dello spirito.
L’Abbazia florense di San Giovanni in Fiore, lunedì, ha ospitato la prima edizione del Premio Città di Gioacchino da Fiore. L’evento si è aperto con una lectio magistralis di Vittorio Sgarbi intitolata “L’Europa e il Mediterraneo”, tema che rinvia al ruolo e al séguito spirituale e culturale dell’abate Gioacchino. L’evento è stato condotto da Ugo Floro e Francesca Russo. «L’Italia non è un corpo particolarmente vivo, ma è un corpo costituente e quindi non si può avere un’Europa senza l’Italia», dice Sgarbi. «L’Europa è il nome che viene da una passione amorosa, è inutile senza Paesi costituenti, occorrerebbe un governo dell’Europa e l’Italia dovrebbe essere parte attiva».
«Mi auguro che questo premio scavalchi ogni altro premio calabrese, – sostiene Sgarbi al Corriere della Calabria – così come è accaduto con i premi letterari di Roma, Venezia e Viareggio che hanno una determinazione prevalentemente legata alla letteratura». «San Giovanni in Fiore – aggiunge – può diventare un luogo di visita e di riferimento grazie al premio. È un’idea che ha una funzione turistica importante, può divenire luogo di pellegrinaggio per la bellezza dell’Abbazia e per il pensiero di Gioacchino». Sulla Lectio magistralis, Sgarbi aggiunge: «La mia relazione è legata al concetto di Europa. Nella pittura diventa un riferimento simbolico figurativo artistico. È sicuramente una relazione abbastanza sorprendente rispetto a quello che pensiamo dell’Europa come unità o tentativo di unità politica geografica economica e tutto questo con le difficoltà di questa costituzione». «La mia – chiosa Sgarbi – è una rappresentazione dell’idea di Europa nella cultura, abbiamo scelto questo tema perché il pensiero di Gioacchino da Fiore è esattamente un pensiero universale e quindi europeo».
«Gioacchino da Fiore parla al mondo», sostiene il sindaco di San Giovanni in Fiore Rosaria Succurro. «La società di oggi vive mille difficoltà di carattere economico, sociale, legate alla guerra e alle crisi e il pensiero di Gioacchino da Fiore è assolutamente attuale». «E’ un personaggio straordinario – continua – ma ancora poco conosciuto e spesso considerato soltanto a livello accademico e scientifico o strettamente culturale. Ecco perché dobbiamo farlo conoscere ai ragazzi». Legato alla simbologia gioachimita, il premio – ha aggiunto la sindaca – «è stato realizzato dal maestro orafo Luca Angotti. Il maestro Eduardo Bruno ha invece coniato la medaglia dell’iniziativa. Si tratta di due artisti di eccellenza della Calabria». La manifestazione si è conclusa con un concerto di musica sacra di Juri Camisasca, che, insieme a Franco Battiato, può essere considerato erede di Gioacchino, per la straordinaria ricerca spirituale riportata nella musica».
Tra i premiati, oltre a Vittorio Sgarbi anche il direttore del Corriere della Calabria, Paola Militano. A ricevere il riconoscimento anche monsignor Antonio Staglianò, presidente della Pontificia Accademia di Teologia, monsignor Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, e don Enzo Gabrieli, postulatore della causa di beatificazione di Gioacchino da Fiore.
Ed ancora il sacerdote e scrittore antimafia don Giacomo Panizza; don Antonio Mazzi; l’imprenditore e testimone di giustizia Antonino De Masi; lo chef stellato Antonio Biafora; l’attrice Swamy Rotolo, vincitrice del David di Donatello per la sua interpretazione nel film A Chiara; Gianfranco Nicoletti, rettore dell’Università della Campania; la docente dell’Unical Paola Barbara Helzel; Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat; l’atleta Anna Barbaro; gli intellettuali e studiosi Luigi Bitonti, Mario Bozzo e Francesco Polopoli; Klaus Algieri, presidente della Camera di Commercio di Cosenza e Giuseppe Brisinda, chirurgo del policlinico universitario Gemelli. Un premio speciale è stato conferito alla memoria della compianta Jole Santelli, presidente della Regione Calabria.
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