CATANZARO Squillace Lido, Copanello, Stalettì, Roccelletta di Borgia. Si trovavano in questi Comuni gli appartamenti nei quali un gruppo di persone aveva dato vita a una fiorente attività di sfruttamento della prostituzione.
In particolare gli indagati – cinque dei quali finiti agli arresti domiciliari e uno destinatario di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria – avrebbero favorito la prostituzione, richiedendo alle donne che la esercitavano negli immobili presi in affitto somme di denaro notevolmente superiori al valore di mercato.
In particolare, secondo l’accusa, Mario Astarita è il proprietario di appartamenti a Squillace Lido, Copanello e Stalettì che aveva dato in locazione ad Antonio Santoro che a sua volta li affittava a persone dedite alla prostituzione. Santoro avrebbe procacciato anche clienti ed era diventato punto di riferimento fornendo i servizi necessari.
L’indagato era aiutato dalla moglie, Giuseppiena Macrillò, accusata di tenere i registri delle prenotazioni degli alloggi e di interfacciarsi con le prostitute quando il marito non c’era.
Lugi Santoro, fratello di Antonio Santoro, è accusato di avere partecipato all’affare aiutando il fratello nella gestione dell’attività illecita, anche riscuotendo il denaro da parte delle escort.
Giuseppe Migliazza fungeva da “autista”, accompagnava le escort dalle stazioni ferroviarie alle abitazioni e provvedeva ad altre eventualità.
Gabriele Ricciardi controllava un appartamento di sua proprietà a Roccelletta di Borgia. Qui procacciava, secondo l’accusa, gli inquilini dell’abitazione, tutti soggetti dediti alla prostituzione, e i loro potenziali clienti.
Stando alle indagini svolte dai carabinieri delle Compagnie di Catanzaro e Soverato, gli affitti richiesti erano notevolmente superiori al valore dei servizi offerti.
L’indagine – coordinata dal sostituto procuratore Anna Chiara Reale di Catanzaro – nasce a marzo 2020, in pieno lockdown, dalla richiesta di intervento alle forze dell’ordine fatta da una donna che aveva notato un uomo che cercava di scavalcare il cancello di ingresso di casa sua per accedere all’abitazione. Spaventato dalle urla della signora l’uomo era fuggito e, all’arrivo dei carabinieri, la donna aveva spiegato che probabilmente l’intruso cercava l’abitazione di alcune prostitute che alloggiava in un civico poco distante.
I militari scoprono presto che gli abitanti della zona non sono affatto felici di quei vicini. Le richieste di intervento si moltiplicano e hanno tutte lo stesso tenore: un continuo afflusso di uomini nell’abitazione in questione.
Nel corso di un accertamento i carabinieri hanno parlato con una donna dal nome sudamericano la quale affermava di fare la massaggiatrice in casa.
In un’altra occasione trovavano due donne di nazionalità asiatica vestite in abiti succinti, un delle quali veniva vista nascondere del denaro nel reggiseno. Il cellulare di una delle donne era collegato a un sito di incontri.
In un’altra occasione ancora, una donna della Repubblica Dominicana, aveva riferito di fare la escort e che la casa le era stata consegnata da un tale Andrea per mille euro al mese e senza alcun contratto di affitto.
Dalle attività di intercettazione e dall’attività tecnica costruita dagli investigatori, si è risaliti ai rapporti tra gli affittuari e le escort.
Antonio Santoro consigliava alle donne cosa dire in caso di controlli: «Se dovesse capitare che viene qualche controllo che voi siete arrivate oggi con il tassista e pagate in due 200 euro per una settimana, 100 euro l’uno e basta».
Nel corso di una intercettazione Santoro chiedeva a una escort quanto volesse rimanere nell’appartamento e la donna rispondeva che dipendeva dal lavoro.
Un’altra donna diceva invece che non voleva spostarsi da Squillace a Copanello perché a Squillace c’era più lavoro.
Le escort erano esplicite, nelle conversazioni intercettate, nel parlare dell’attività che svolgevano.
Durante una conversazione con una donna questa informava Santoro di avere conosciuto una donna di 60 anni, titolare di un negozio a Catanzaro Lido, che voleva prostituirsi ed alla quale aveva indicato la casa di prostituzione di Squillace, gestita da Santoro, mettendola a conoscenza del prezzo.
L’agenda di impegni degli indagati appare ricca di traffici: tra escort che se ne vanno senza pagare, appartamenti da affittare e date da incastrare, persone da spostare da posto all’altro, conti da fare quadrare. Senza contare i viaggi e gli spostamenti da un luogo all’altro e servizi resi (tipo ricariche telefoniche) che andavano saldati.
A fare saltare tutto ci hanno pensato i vicini e, forse, un po’ anche il lockdown. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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