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Gli aeroporti a un punto di svolta. «L’obiettivo? Passare da due a 12 milioni di viaggiatori»

Intervista al manager di Sacal Marco Franchini. I progetti per i tre scali, la pesante eredità del passato e il rapporto con la Calabria. «Terra stupenda ma ho trovato rassegnazione generalizzata»

Pubblicato il: 06/10/2022 – 15:27
Gli aeroporti a un punto di svolta. «L’obiettivo? Passare da due a 12 milioni di viaggiatori»

LAMEZIA TERME Il Cis per il rilancio dei tre aeroporti della Calabria «non è un libro dei sogni», anzi sono «soldi veri, frutto della politica con la P maiuscola, quella che ha una visione di sviluppo». Così l’amministratore unico di Sacal Marco Franchini, ospite ieri sera de “L’altra Politica” su “L’altro Corriere Tv” (canale 75). Stimolato e sollecitato dalle domande di Danilo Monteleone e Ugo Floro, Franchini ha fatto il punto nel dettaglio sugli interventi del Cis per gli scali di Lamezia, Crotone e Reggio Calabria ma ha allargato anche l’orizzonte spiegando che l’obiettivo «è un dimensionamento del traffico che in Calabria arrivi a 12 milioni di passeggeri a fronte degli attuali 2».

Il valore del Cis “Volare”

«Non solo sono soldi veri ma sono anche il frutto di una politica con la Pd maiuscola, la politica che ha una visione di sviluppo, un contributo all’incremento economico e culturale del “valore” Calabria», ha esordito Franchini riferendosi al Cis “Volare”, il Contratto istituzionale di sviluppo che la Regione ha sottoscritto con il governo e l’Enac che stanzia complessivamente oltre 215 milioni per l’ammodernamento e il rilancio degli aeroporti calabresi. Aeroporti che – ha proseguito l’amministratore ionico di Sacal – «sono stati intesi dalla Regione come un volano di sviluppo, un hub, un luogo in cui si comunica anche la virtuosità di un territorio sotto tutti gli aspetti, una porta di ingresso attraverso la quale chi arriva e riparte può avere l’immagine di una Calabria che sta cambiando, che può essere protagonista di una destinazione al momento non appetita nel panorama europeo ma che per le sue caratteristiche ambientali, culturali e sociali può candidarsi come una delle mete più importanti nel Mediterraneo. L’idea – ha aggiunto Franchini – è quella di fare degli scali calabresi non solo dei luoghi dove di atterra o si prende l’aereo, ma un momento di comunicazione delle immense risorse che ha questa terra». L’amministratore unico di Sacal ha poi ulteriormente precisato che «per la prima volta queste progettualità sono state preventivamente concordate e autorizzate dall’Enac, il nostro ente regolatore, quindi quello che abbiamo presentato non è un libro dei sogni ma ha già una autorizzazione, è un masterplan che consentirà a Sacal di rispettare un piano che rientra in una logica di grande attenzione all’evoluzione del trasporto aereo».

Il bilancio della stagione estiva

Franchini ha anche tracciato un bilancio della stagione estiva appena trascorsa. «Deve crescere in maniera esponenziale, deve raddoppiare il traffico negli aeroporti calabresi e spero possa avvenire nei 24 mesi che sono l’obiettivo che mi sono dato e ho ho dato al presidente e che sono diventati una sfida affinché questo progetto non diventi un libro dei sogni ma sia realizzato. Certo non abbiamo raggiunto il traffico pre-Covid, c’è stato sicuramente un incremento ma abbiamo molto da fare. E quello che dobbiamo fare – ha proseguito Franchini – è un’attività molto consistente di attrazione di nuovi vettori: il presidente della Regione sta facendo iniziative per migliorare l’attrattività del territorio, la capacità ricettiva che oggi è ancora troppo limitata e non ci permette di programmare».

Lamezia Terme-Reggio-Crotone

Focus anzitutto sull’aeroporto di Lamezia Terme. Franchini ha osservato: «La premessa è che non ho la bacchetta magica, domattina non cominciamo lavori della nuova aerostazione, però sono già iniziati quelli dell’attuale aerostazione per una riqualificazione interna e esterna, per nuove funzionalità operative, in modo che possiamo gestire la prossima stagione con più tranquillità e più decoro. Nello stesso tempo stiamo partendo con la progettazione della nuova aerostazione, che vuole comunicare la novità della Calabria sotto vari aspetti, anzitutto quello dell’autonomia energetica, per questo coinvolgeremo specialisti non solo per la realizzazione dell’infrastruttura ma per creare un sistema fotovoltatico, la geotermia in sinergia con l’Unical, l’eolico nelle aree esterne dei parcheggi che saranno interessati da una digitalizzazione dei pagamenti con una nuova razionalizzazione. La nuova aerostazione – ha rilevato l’amministratore unico di Sacal – sarà una sorta di hub che deve comunicare anche la bellezza di questa terra, non solo per chi parte e arriva ma anche per tanti aspetti che hanno a che fare con la digitalizzazione e con l’autoproduzione. La produzione di energia rinnovabile non solo dovrà contribuire all’autonomia energetica ma avrà anche la funzione di valorizzare le aree circostanti: in questo si innesta il nostro progetto di collegamento dell’aeroporto con il nuovo porto. L’aerostazione ha un valore di 75 milioni, 35 milioni saranno impiegati per l’aspetto energetico che dovrà cambiare lo skyline dell’aeroporto, con due grandissime pensiline fotovoltaiche che dovranno dare anche un senso di abbraccio per chi arriva. Il nostro – ha evidenziato Franchini – è uno sforzo a 360 gradi che stiamo facendo con un interfaccia con gli stakeholders verticali, cioè compagnie aeree e tour, ma anche orizzontali: abbiamo splendide collaborazioni con i sindaci di Lamezia, Crotone e i facenti funzione di Reggio perché così si crea la simbiosi per caratterizzare l’aeroporto anche come anima». Franchini ha poi ulteriormente sottolineato «lo sforzo della politica che ha inteso dare valore a due scali, Crotone e Reggio Calabria, che non potranno mai autonomamente reggersi in un mondo in cui la legge del mercato crea una selezione. È difficile convincere compagnie a operare su Reggio e Crotone ma va sottolineato lo sforzo della Regione di sostenere la necessità di avere collegamenti perché hanno diritto alla mobilità. C’è in questo senso un’altra nobile attività della Regione che ha allocato 15 milioni su Reggio e 13 su Crotone proprio per dare loro un link di certezze per quattro anni. La nostra politica è quella della diffusione e specializzazione: Lamezia avrà vocazione internazionale, con le major e i collegamenti con i principali hub europei, Reggio sarà collegata con le principali destinazioni nazionale, non sarà solo l’aeroporto di Reggio ma anche di Messina/Salina/Lipari perché noi vogliamo sperimentare il volo verticale Reggio-Eolie, Reggio poi è l’area dello Stretto e stiamo collaborando con la Città metropolitana Messina per un collegamento veloce con Reggio per dare ai siciliani l’opportunità di voli da Reggio». Crotone a sua volta si prepara a essere base di protezione civile: «L’obiettivo – ha specificato Franchini – è quello di caratterizzare un aeroporto che beneficia di condizioni meteo ottimali, facendone un centro per l’addestramento al volo, per la formazione e la manutenzione e questo può portare anche alla creazione di posti di lavoro e dare a questo aeroporto una funzione non sono stagionale ma per tutto l’anno».

Il definanziamento di 60 milioni, una pesante eredità

Un passaggio Franchini l’ha riservato alla vicenda, risalente a qualche anno fa, del definanziamento dei 60 milioni per l’aerostazione lametina, escludendo di fatto la possibilità di recuperare quelle risorse: «In genere non si trova mai un funzionario disposto a riesumare cose del passato, un passato nel quale probabilmente la reputazione di Sacal non era considerata e quindi le progettualità che arrivano venivano guardate in controluce. Quando si parla di finanziamenti ci sono tempi che vanno rispettati in modo rigorosissimo: a esempio – ha piegato l’amministratore di Sacal – con riferimento ai 25 milioni del famoso Decreto Cannizzaro per Reggio Calabria abbiamo fatto approvare i progetti e in questa settimana credo che sarà completato il bando di gara e questo significa non perdere il finanziamento, ma per fare questo abbiamo messo la nostra struttura a ferro e fuoco. Ce l’abbiamo fatta, ma per certe cose serve non solo l’impegno ma seguire tutte le fase di un procedimento». Ecco cosa Franchini dice di avere trovato insediandosi alla Sacal: «Sacal finanziariamente sta malissimo, purtroppo è una cosa che abbiamo ereditato ma è oggetto di particolare attenzione, perché la maggior parte è l’enorme esborso che diamo alle compagnie aeree per volare in Calabria, soprattutto a Reggio e Crotone, e queste sono cose che affondano i bilanci. Sono contratti del 2021 e i contratti li rispettiamo, ma – ha rimarcato l’amministratore unico di Sacal – siamo in una fase molto delicata. Abbiamo tre mesi di tempo per riuscire a ribaltare questa situazione, credo che ci riusciremo parzialmente ma ci porteremo delle passività per il 2023, ma spero che nel 2024 potremmo rivedere la luce con quella speranza e quella determinazione che ci caratterizza quotidianamente».

Il rapporto con il presidente Occhiuto

Franchini si è poi soffermato sul rapporto con la struttura con cui sta lavorando. «Nella mia squadra ideale – ha sostenuto – ho Roberto Occhiuto centravanti, come regista un grandissimo avvocato dello Stato, Figliolia, e io come Oriali, tutti insieme potremo agevolare l’accelerazione delle procedure che permetteranno agli scali aeroportuali di compiere, ciascuno secondo le proprie caratteristiche e vocazioni, un notevole passo in avanti. Credo che insieme a tutta la squadra in Sacal riusciremo a portare a casa orgogliosamente i risultati. Per ogni progetto comunque c’è un projetc manager e una situazione di controllo per monitorare lo sviluppo delle attività. L’incognita reale in questo momento – ha detto l’amministratore di Sacal – è la situazione economica generale, la situazione delle imprese: spero con l’aiuto del presidente di superare l’eventuale aspetto speculativo delle imprese che immaginano di potersi aggiudicare i lavori, appalti e subappalti e poi di non completarli, questo è fondamentale».

Gli aeroporti in funzione del turismo

Franchini ha poi inquadrato il tema dello sviluppo degli aeroporti in chiave turistica in Calabria. «Il piano nazionale degli aeroporti individua gli aeroporti strategici regione per regione e Lamezia sarà uno di questi, ma la possibilità ridiventare un hub è remota perché sul piano geografico non è una realtà che può competere con realtà con imponenti volumi di traffico, come a esempio Catania che ha 10 milioni di passeggeri mentre Lamezia ne ha 2. La cosa importante non è la nomenclatura aeroportuale ma il sistema generale, la qualità dell’incoming. Il mio sogno è attrarre in Calabria un turismo di qualità, molto evoluto, molto attento all’ambiente e alla cultura, non un turismo “mordi e fuggi” come a esempio la Riviera romagnola ma un turismo deve essere costruito con un grande coinvolgimento di tutte le entità locali. Dobbiamo costruire una squadra. Io faccio il mediano ma ho bisogno delle ali e di tutta una serie di situazioni di contorno: l’aeroporto può essere bello quanto si vuole ma la gente non viene per stare in un aeroporto».

L’obiettivo futuro

Il futuro secondo Franchini: «Abbiamo fatto un dimensionamento di un traffico complessivo su tutto il sistema calabrese – e costruiamo le aerostazioni per questo – che arriva a 12 milioni, oggi siamo a 2: questo è il nostro obiettivo. Cito ancora il presidente Occhiuto, non per piaggeria: è stata stanziata una cifra intorno 40 milioni per un bando di attrazione di nuove rotte in Calabria, questa sarà l’anima che farà moltiplicare il Pil della Calabria. Ogni euro speso dal presidente Occhiuto dovrà produrre sei euro di ricchezza per il territorio. L’aspetto più difficile – ha riferito l’amministratore di Sacal – è quello di far partire il volano, lo sforzo e la fatica titanica che sta facendo il presidente è questo».

Lati negativi e positivi della Calabria. «Rassegnazione generalizzate e grandi bellezze»

Da Franchini un bilancio di questi primi mesi da manager in Calabria alla guida della Sacal. «La cosa più negativa è stata questo sentimento di rassegnazione quasi generalizzata che ho trovato a tutti i livelli. La cosa bella, che per me era sconosciuta, è la varietà delle bellezze della Calabria, che può davvero diventare una destinazione ideale anche in termini di investimento». Infine, il perché ha raccolto la sfida calabrese: «C’è stato un mix di condizioni particolari. Vivevo tranquillamente a Catania, che è diventato il primo aeroporto dopo il Covid. Ma poter contribuire a qualcosa che senti e vedi cambiare, dare un apporto che dia risultati concreti per la crescita di un territorio è l’unica soddisfazione per uno della mia età. La governance politica – ha infine affermato Franchini – è stata poi determinante: il presidente mi ha dato carta bianca, ho sulle spalle tutte le responsabilità ma anche una catena decisionale cortissima per individuare le soluzioni, che spero di non sbagliare. Sono soluzioni che anche sul piano temporale devi percepire immediatamente, basta un piccolo errore per vanificare tutto. Per noi ora sarà importantissimo realizzare in Calabria – ne stiamo parlando con il presidente – un momento di informazione e comunicazione al quale invitare le compagnie, i tour operator, gli investitori, una tre giorni che rappresenti quasi un Borsa della Calabria per potare in Calabria chi determina i flussi turistici. Intanto tra 15 giorni sarò a Dublino per ragionare con Ryanair per un ulteriore sviluppo dei collegamenti». (redazione@corrierecal.it)

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