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Programma Su.pr.eme, a Corigliano Rossano l’atto finale del progetto Co.Ro.For.In per favorire l’inclusione

Evento conclusivo con le agorà della condivisione, format della Regione Puglia pensato per riunire istituzioni, sindacati, terzo settore

Pubblicato il: 07/10/2022 – 18:21
di Luca Latella
Programma Su.pr.eme, a Corigliano Rossano l’atto finale del progetto Co.Ro.For.In per favorire l’inclusione

CORIGLIANO ROSSANO Non solo agricoltura che raccoglie, ma che accoglie. Un’agricoltura che sia pronta ad accogliere i lavoratori stranieri impiegati nei campi con condizioni di lavoro umane, contratti dignitosi, paghe oneste. Sono questi i principi che ispirano il progetto Su.pr.eme Italia – Sud protagonista nel superamento dell’emergenza in ambito di grave sfruttamento degli stranieri nelle cinque regioni del sud Puglia Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia – il programma finanziato dalla Commissione europea nell’ambito dei fondi Amif finalizzato al contrasto e al superamento di tutte le forme di grave sfruttamento lavorativo e di grave marginalità e vulnerabilità dei lavoratori migranti nei territori che presentano maggiori criticità in Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia.
In questo ambito, Corigliano Rossano ha ospitato “Nutriamo la speranza di un mondo migliore”, evento finale del progetto Co.Ro.For.In e le “Agorà della condivisione”, il format curato dalla Regione Puglia e pensato per riunire istituzioni locali e nazionali, sindacati, associazioni del terzo settore e la firma degli accordi di rete.
Il tema dell’accoglienza è stato al centro di uno dei tavoli tematici intitolato “Comunità scolastiche e valori della legalità”. Le politiche attive del lavoro sono state, invece, l’oggetto del tavolo tematico “L’integrazione socio- lavorativa dei cittadini stranieri nell’area di Corigliano Rossano”.
Secondo i dati del programma Su.pr.eme, in Calabria, regione in cui l’agrumicoltura, frutticoltura e olivicoltura rappresentano il 90% delle produzioni del territorio, la presenza straniera nei campi è in forte crescita. In una realtà in cui un prodotto agricolo su quattro è raccolto da mani straniere, si annida il fenomeno del caporalato. Da qui la necessità di interventi strutturali orientati a contrastare il fenomeno: superamento delle attuali modalità di accoglienza, organizzazione di un sistema di reclutamento regolare dei lavoratori, costruzione di reti di protezione dalla condizione di fragilità socio-economica.   Il Programma Su.pr.eme Italia è finanziato nell’ambito dei fondi Amif – Emergency Funds (AP2019) della Commissione Europea – DG Migration and Home Affairs. Il partenariato è guidato dalla Direzione Generale Immigrazione (Lead partner) del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, coadiuvato dalla Regione Puglia (Coordinating Partner) insieme alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia e l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, l‘Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e Nova Consorzio Nazionale per l’innovazione sociale.

Il progetto Co.Ro.For.In

«Nell’ambito del programma Su.pr.eme –  spiega il coordinatore Valerio Paduano – il progetto Co.Ro.For.In insiste solo sulla Piana di Sibari e trova una specifica ragion d’essere nel territorio di Corigliano Rossano. Il progetto si basa su quattro linee di intervento importanti ed efficaci se realizzate adeguatamente per contrastare il fenomeno del caporalato. Le linee di intervento sono relative all’integrazione abitative, perché uno dei problemi più grandi è quello del disagio, della ricerca della casa, dell’alloggio, il fatto che si riempiano questi insediamenti informali, luoghi di prossimità che vedono nelle tende la soluzione abitativa. Un’altra linea di intervento riguarda il problema delle dotazioni igienico-sanitarie che sono state affrontate nei tredici mesi di durata del progetto con dotazioni importanti in contrada Boscarello. C’è infine la questione trasporti. Sono proprio gli spostamenti che alimentano la piaga del caporalato. Se non si interviene sul facilitare i trasporti dal luogo di residenza all’azienda agricola, è in questo contesto che prende piede e si concretizza il caporalato, con la presenza del caporale che molte volte coincide con il connazionale della persona sfruttata».

“Nutriamo la speranza di un mondo migliore”

«“Nutriamo la speranza di un mondo migliore” – ha spiegato Angela Sanitate, funzionario della Regione Puglia – è l’evento conclusivo di un progetto organizzato dalla Regione Calabria nel panorama del progetto Su.pr.eme. in cui la Puglia è partner co-progettuale insieme a Calabria, Sicilia, Campania e Basilicata. La Regione Puglia ha inventato un format per sensibilizzare la popolazione sui temi dell’immigrazione. A Corigliano Rossano abbia proposto le agorà della condivisione, quindi lo scambio relazionale utile a superare i temi legati all’immigrazione, ovvero lo sfruttamento in agricoltura e il caporalato per giungere ad una comunità inclusiva». (l.latella@corrierecal.it)

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