COSENZA «C’è un punto molto discutibile che riguarda la costituzionalità stessa della legge, se cioè a fronte di preferenze ottenute nei collegi plurinominali può scattare un seggio di un collegio uninominale». Enza Bruno Bossio, parlamentare uscente del Partito democratico, ai microfoni del Corriere della Calabria pone una questione dirimente sulle valutazioni che l’ufficio centrale della Cassazione ha tratto per assegnare i seggi del prossimo Parlamento italiano. Secondo Bruno Bossio, candidata dem e grande esclusa dal Parlamento, «è un tema che non riguarda il caso specifico, ma il quadro generale della legge elettorale». «È un tema – sottolinea l’esponente dem – che attiene l’aberrazione di questa legge che credo sia peggiore del “Porcellum” e per questo vi sia la necessità di valutarne la costituzionalità».
«Io avevo depositato una proposta di legge – specifica Bruno Bossio – nel febbraio del 2021 che prevedeva un sistema proporzionale con la doppia preferenza di genere, ma tutti i partiti, compreso il mio, non l’hanno voluto valutare». «Ed oggi – sottolinea amaramente l’esponente dem – ci troviamo di fronte a questa situazione piuttosto discutibile». Passando all’analisi generale dell’andamento della competizione elettorale, Bruno Bossio, riconosce che «il Pd ha perso, è non vi sono dubbi». Sul congresso, l’esponente dem afferma che sia «inevitabile» perché spiega: «ci sono troppi nodi da sciogliere». Ma valutando complessivamente l’esito delle politiche, Bruno Bossio evidenzia come ci sia stato uno spostamento di voti all’interno delle forze del centrodestra: «Si sono spostati da Forza Italia e Lega a Fratelli d’Italia». «Però – riconosce – ha vinto la coalizione, noi non abbiamo fatto la coalizione» e per questo si è perso.
Mentre su come è andato il voto per il Partito democratico, Bruno Bossio, sostiene che il Pd «ha perso pochi voti rispetto al precedente turno elettorale». Voti che sarebbero andati secondo l’esponente dem a «Calenda e Renzi». Ma precisa Bruno Bossio, «non c’è una maggioranza di centrodestra nel Paese, c’è una maggioranza di seggi in Parlamento di centrodestra grazie al meccanismo di questa legge». E su questo punto la parlamentare dem uscente torna all’attacco: «Si è sempre detto che avremmo dovuto avere una legge che indicasse fin da subito chi avrebbe governato ed invece fino ad ieri non sapevamo neppure chi fosse dentro il Parlamento».
Sulle tensioni all’interno del Pd, ultima quella sollevata dalla componente femminile scarsamente rappresentata all’interno del partito, Bruno Bossio sostiene, «io sono tra quelle che ha sollevato la questione nella direzione. Le donne nel Pd sono una parte importante del gruppo dirigente, ma – si chiede – come mai ogni qualvolta, ad esempio, si deve individuare un candidato governatore, si cerca un nome femminile al di fuori del partito. Come mai – prosegue Bruno Bossio – quando le donne del Partito democratico che hanno lavorato bene in Parlamento o nelle istituzioni poi sostanzialmente non vengono premiate con ricandidature». E su questo ultimo punto l’esponente dem lancia una stoccata al “suo” partito: «Io non sono entrata in Parlamento per questo meccanismo aberrante della legge – tuona – ma è pur vero che in Calabria ci siamo trovati davanti un candidato capolista che era un altro maschio. Uno al Senato ed uno alla Camera», ricorda. Quest’ultimo, conclude Bruno Bossio non senza una dose di amarezza, «faceva parte di un accordo dentro il quale il Partito democratico ha sacrificato la propria rappresentanza femminile a favore di una maschile e non del Pd». (rds)
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